Questo sito web utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione.

Senza l’amore sono nulla

Quando parliamo di amore rischiamo di cadere nella banalità di discorsi senza senso. Perciò occorre concretizzare, come fa l’Apostolo nel nostro testo, egli dice cosa sia e cosa non sia l’amore, in modo chiaro, specifico, facciamo noi altrettanto. Pensate a questo, se una ragazza rispondesse alla domanda di un ragazzo mi ami?, dicendo: “talvolta, o fino ad un certo punto, o a volte” per esempio la domenica dalle dieci alle dodici, sarebbe alquanto evidente che non vi è amore, quello che chiamiamo amore e che è definito per esempio dalla parola eccesso incondizionato, senza limite. Amare è camminare su una fune senza rete di protezione sotto. Amare dice l’Apostolo non è soltanto “dare od offrire” ma farlo senza limiti affidando tutto se stessi alla persona amata, senza reticenza, nascondimenti o riserve. Non c’è amore a giorni alterni, con il misurino e il distinguo. Nelle diete si consiglia di mangiare poche calorie, questo non serve nell’amore: più calorie mettiamo, cioè, più fuoco, passione, vulcanicità meglio è, non bisogna dimagrire in amore, ma eccedere, in amore è consigliabile un “eccesso di calorie”.

Un’altra cosa che l’Apostolo sembra sottolineare in questa descrizione operativa dell’amore è il dispiegamento di tutto quello che di meglio c’è in noi, l’amore non è un contratto in cui cerchiamo dei vantaggi, fare un buon affare, ma l’amore si costruisce nelle scelte quotidiane, l’amore non è moderato ma una questione di vita e di morte “finché la morte non ci separi”, è fare più del dovuto, andare oltre, mettere in atto comportamenti folli, eccessivi, impossibili. Forse questa è la definizione più potente dell’amore, l’amore ci porta a compiere gesti impossibili: per esempio Dio che si incarna, Dio che nasce da una vergine, Dio che guarisce gli ammalati e muore in una croce per i peccatori (non per i giusti ma per i colpevoli e i malvagi). Vedi questo esempio, se tu hai un bambino o una bambina, cosa “non faresti per lei, per lui? Si ama fino ad un certo punto il proprio figlio, la moglie o il marito, la madre o il padre? L’amore fa cose impossibili perché non segue la logica di ottenere il massimo con il minimo sforzo, la logica dominante nel mondo delle possibilità, ma segue la logica contraria, non vi è vero amore a buon mercato e senza pagare un prezzo altissimo, perché l’amore dice l’Apostolo è la realtà più grande (mégala), chiamata a rimanere per sempre, e notate che nessun’altra realtà collegata a l’umanità o al creato rimarrà per sempre, soltanto l’amore che daremo o riceviamo sapenso che ogni gesto di amore è un dono della grazia, un indizio di eternità che ci è donato per grazia.

Fin qui abbiamo parlato dell’amore cercando di dire delle cose concrete, adesso passiamo al punto decisivo, l’amare Dio e l’amore di Dio che sono due parole identiche: Dio è amore ho Theòs agàpe estìn (1 Gv 4,8) e per questo amati miei dobbiamo amarci gli uni gli altri,altrimenti, l’amore di Dio non è in noi. Come dice l’apostolo Paolo senza amore sono nulla, un’ombra, un cembalo che squilla, rombo di suono, aria gonfia, non sono senza amore, l’essere umano è l’amore che sente, dona, impara a ricevere e a dare con tutto se stesso. Questo è il punto quando parliamo dell’amore e di Dio, Dio è amore e l’essere umano che non ama dunque non è perché non conosce Dio, non conosce l’amore, non conosce se stesso, è ombra che cammina si pettina e si fa la barba o si applica la maschera al viso. La questione decisiva è questa, l’Apostolo Paolo ci conduce passo a passo ad una descrizione dell’amore che è agape attraverso una serie di affermazioni e di negazioni del tipo l’amore è … e l’amore non è. Si tratta soprattutto di capire che l’amore non è altro che amare. La conclusione di questo discorso della natura agapica dell’amore sono tre affermazioni sorprendenti a cui abbiamo già accennato: l’amore non passerà appartiene a quello che possiamo chiamare la realtà eterna e redenta, cioè noi oggi possiamo già esperimentare in noi una parte di ciò che sarà il futuro redento quando e mentre amiamo, ma attenzione come Dio ama. La seconda affermazione contiene  a sua volta un’affermazione sorprendente e un paradosso intenso, dice l’Apostolo l’amore è perfetto, di nuovo si afferma che quando amiamo veramente gli esseri umani per la prima ed unica volta compiamo un atto umano sfiorando la perfezione che appartiene alla realtà ultima, questo è il vero significato di telaio, cioè che è perfetto perché appartiene alle cose ultime che nell’amore sono presenti, attuali ma allo stesso tempo ultime. La terza è definitiva, un colpo di pura poesia, un’esplosione di luce, Paolo dice l’amore è la cosa più grande.

In realtà ciò che è perfetto, ultimo, non passerà perché è eterno ed è la realtà più grande è Dio stesso, in realtà Paolo nella sua definizione dell’amore ci conduce al portico del mistero, alla porta di Dio e ci dice quando amiamo i realtà noi amiamo l’amore che è Dio stesso. Notate attentamente quello che ho detto: amare è sempre amare l’amore o non è nulla, se noi amiamo e il nostro amore è impregnato o contaminato da qualcosa altro allora non è amore, non sono nulla. L’esempio dell’essere arso senza amore è definitivo. Facciamo una domanda semplice: cosa amiamo quando amiamo Dio? Se Dio è amore quando amiamo Dio in realtà amiamo Dio stesso. Il problema dell’amore umano è che ama un oggetto, quello che si chiama l’altro o il tu diventato oggetto ricettore o catalizzatore dell’amore in quel momento dell’atto amoroso. Ma questo in realtà è la negazione dell’amore, se l’amore si riduce o  minimizza ad un solo oggetto allora non è più agape, grazia, eccesso, ma limite, non è amare come ama Dio la totalità e in modo perfetto cioè completo, senza misura e anche soprattutto in modo impossibile, per pura grazia. Dobbiamo dunque imparare ad amare come Dio ama, e soltanto allora noi capiamo cosa sia amare Dio, o cosa compiamo quando amiamo Dio, in lui in questo amare noi amiamo tutto quello che Dio ama incondizionatamente, e questo ci salva, ci conduce alla soglia dell’eternità. Perché l’impossibile per l’uomo cioè amare come Dio ama, è reso possibile da Dio stesso che ci dona il suo amore, questo dono della grazia, l’agape divino che dona se stesso rende possibile l’impossibile. Dice Luca nel Vangelo “nulla è impossibile a Dio”, e non vi è nulla di più possibile a Dio che è amore di donare a noi il suo amore perché impariamo ad amare come Dio ama. Questa è l’unica possibilità che abbiamo di essere, di sfiorare l’eterno di compiere l’azione più grande consentita ai mortali dal dono di Dio: Amare come siamo stati amati.


1 Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, sarei un rame risonante o uno squillante cembalo. 2 Se avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare i monti, ma non avessi amore, non sarei nulla. 3 Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente.
4 L'amore è paziente, è benevolo; l'amore non invidia; l'amore non si vanta, non si gonfia, 5 non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non addebita il male, 6 non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità; 7 soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.
8 L'amore non verrà mai meno. Le profezie verranno abolite; le lingue cesseranno; e la conoscenza verrà abolita