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Il nostro combattimento non è contro carne e sangue!

Testo: Efesini 6:10-18

10 Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. 11 Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate stare saldi contro le insidie del diavolo; 12 il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. 13 Perciò
prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere. 14 State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; 15 mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; 16 prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno. 17 Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio; 18 pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. Pregate per tutti i santi.

Come abbiamo avuto modo di osservare, Paolo scrive questa epistola mentre si trova in carcere. E' possibile che si tratti della sua ultima carcerazione prima di una fine che forse egli sente, a questo punto, imminente.
Il carcere Mamertino di Roma, per chi lo ha visitato, dove la tradizione vuole che Paolo sia stato detenuto, è una buca sotto terra. Il carcere cioè assomiglia molto ad una tomba: senza luce, senza aria, maleodorante.
E' da qui, o da un posto molto simile, che Paolo fa la sua riflessione, a conclusione di questa epistola, sulla vita del cristiano come combattimento. Infatti il capitolo 6 si conclude con una metafora, quasi un'allegoria, sull'armatura che il cristiano deve indossare per la sua battaglia.
Questa volta ci vogliamo soffermare sui versetti appena precedenti la minuta descrizione di questa armatura, composta di elementi atti alla difesa e da un solo elemento di offesa che è la Parola di Dio guidata dallo Spirito Santo.
Paolo parla di una battaglia particolare.
Non si tratta semplicemente di “carne e sangue”.
Ogni battaglia, allora molto più di oggi, era combattuta mediante un corpo a corpo. Faceva così scempio dei corpi, e il sangue delle vittime era versato in terra e “non si poteva più raccogliere”.
I corpi durante la battaglia erano dunque aggrediti, violati, trafitti, smembrati e lasciati senza vita e senza sepoltura sul terreno.
Paolo conosceva questo combattimento e sapeva, o intuiva che si stavano preparando tempi non facili per la nascente chiesa cristiana.
La chiesa dei perseguitati conoscerà a sue spese che la battaglia è fatta anche contro “carne e sangue...”
Eppure Paolo vede oltre. Egli coglie una dimensione spirituale di questa lotta che va ben oltre la caducità dei corpi. Si tratta della possibile resa dell'anima.
Finché Paolo parla di “principati, potenze e dominatori di questo mondo di tenebre”, non ci è difficile cogliere l'allusione all'Impero, al suo dominio schiacciante, alla sua pretesa di controllare la vita e i corpi dei sudditi e ancor di più dei popoli sottomessi.
Ma poi Paolo parla anche di “forze spirituali della malvagità che sono nei luoghi celesti”
Di cosa o di chi sta parlando l'apostolo?
Qui siamo davanti a un parlare mitico (o mitologico), che ci fa pensare al diavolo, o comunque ad una sorta di divinità malefica che sprigiona la sua potenza, questa volta non semplicemente militare, ma spirituale, capace di far scempio delle coscienze e, proprio per questo, ancora più insidiosa e pericolosa.
Paolo è convinto, e lo segnala ai cristiani, che la battaglia non si svolge solo su un campo visibile, ma anche su uno invisibile ma non per questo meno reale, concreto.
Solitamente su questo genere di espressioni noi sorvoliamo, magari anche con un pizzico di imbarazzo, tanto siamo post-illuministi. Infatti riceviamo con un certo scetticismo le allusioni a queste potenze spirituali malvagie. Per noi anche le ragioni che determinano i fatti storici, sono riconducibili alle leggi dell'economia e delle forze in campo. Chi dice di più spesso è un visionario, fondamentalista. E, dobbiamo ammettere, che a volte è proprio così.
Chi di voi ha letto il saggio di Alessandro Baricco sulla Pandemia come evento mitologico?
 Ci è voluto un esperto scritto e conoscitore del mondo classico per fare una riflessione sul tempo che stiamo vivendo, che vada oltre la solita analisi economica sui punti di PIL che stiamo perdendo e sull'aumento del disavanzo del Paese. Cose che, naturalmente, non voglio negare, ma che non riescono a spiegare un fenomeno che va oltre numeri e percentuali.
Provo perciò a tradurre, anche a costo di qualche rischio, in termini di “forze spirituali della malvagità che sono nei luoghi celesti” alcune delle cose che ho colto nel saggio di Baricco.
 Viviamo una crisi generata dalla diffusione di un virus. Giusto
La crisi è in primo luogo una crisi sanitaria. Esatto.
Ci sono contagi, corpi che si ammalano, e persone, tra queste in primis le più fragili, che muoiono. Sembra una guerra. Ma come non coglierne le differenze.
Nelle guerre tradizionalmente sono gli uomini giovani a morire. Ma questa appare innanzitutto una mietitura delle vite più avanzate nell'età. Tutto vero.
Il virus sfoltisce le vite più fragili, quelle più bisognose di cure e di assistenza sanitaria.
Poi, osserviamo che questo virus colpisce molto di più i poveri. Anche i ricchi si ammalano, è vero, però hanno decisamente più possibilità di guarire. Ma ci sono Stati e Paesi in cui non esistono statistiche, perché
 non esistono tamponi e si muore quasi senza assistenza.
La pandemia, però è molto di più che carne e sangue, è anche forza spirituale malvagia, che si insinua tra i corpi e poi si insedia nel cuore degli uomini e delle donne.
Ci sono alcuni, i più cinici, i quali cominciano a ragionare in termini di feroce sopravvivenza del più forte.
 E adesso lo fanno anche apertamente. Magari, prima dicono qualcosa tipo “gli anziani sono la parte più improduttiva del paese”, se poi vedono che c'è una levata di scudi, ritrattano dicendo che sono stati fraintesi. E' come se sondassero il terreno. “L'Italia è un paese di vecchi”, insinuano. “Forse questo virus sfoltirà un po' di popolazione non produttiva, che grava sulle casse dello Stato e che assorbe molte risorse mediche” vogliono suggerirci.
Ma questa espressione malefica diventa vera e propria forza spirituale quando si insinua e poi si installa nella mente delle persone comuni. Di quelle che fino a poco fa, pensavano, come è giusto, che gli anziani sono una categoria di persone da guardare con riguardo e con atteggiamento protettivo. Il giovane adolescente, ma anche il ventenne e trentenne che non si pone il problema che la promiscuità della movida può arrecare grave danno, più che alla sua vita, a quella di suo nonno/a che vive con lui, si dimostra vittima di questa forza spirituale perversa. Così il giovane pur non avendo una intenzione esplicitamente malevola, mostra però di non avere la forza di mettere in atto comportamenti responsabili atti a tutelare la vita degli altri. E' la “banalità del male” per dirla con Anna Arendt
 La pandemia è molto di più di una emergenza sanitaria, perché convoglia in sé un pulviscolo di ragioni, di cattivi pensieri, di egocentrismo, che erano già nell'aria e che adesso formano grumi ideologici sinistri intorno alle paure per la diffusione del virus.
Ad esempio, sono ormai anni che stiamo facendo l'abitudine all'idea che la vita delle persone non ha egual valore. Abbiamo perfino prodotto leggi che affermano che soccorrere dei naufraghi in mare è un atto criminale e lasciarli morire, invece, sarebbe azione legittima e giusta. Molti si sono opposti a queste leggi, ma dobbiamo ammettere che c'è stata e c'è anche molto adattamento a questo modo di pensare. Chi non ha visto la foto di qualche spiaggia estiva con in primo piano la famiglia che si gode la vacanza sulla spiaggia e sullo sfondo, la nave dei migranti a cui veniva impedito di sbarcare?
E' qui che la battaglia smette di essere contro carne e sangue e diventa battaglia contro una forza spirituale malefica, che lentamente rischia di conquistare il cuore delle persone.
Le fake news non sono una invenzione del nostro tempo. Sono sempre esistite. Falsi storici, creati ad arte per affermare i propri interessi, non sono inediti. Perfino la chiesa vi ha fatto ricorso. Vi ricordate la storia della donazione di Costantino?

 (La cosiddetta Donazione di Costantino era il documento su cui per secoli la Chiesa di Roma aveva fondato la legittimazione del proprio potere temporale in Occidente. Si attribuiva infatti all'imperatore Costantino la decisione di donare a Papa Silvestro I i domini dell'impero romano d'occidente.
Lorenzo Valla denunciò la falsità del documento con una memorabile dissertazione. Con l'analisi linguistica e le argomentazioni di tipo storico, Valla dimostra che l'atto era stato fatto nell'VIII secolo dalla stessa cancelleria pontificia. Dimostrando la falsità della “Donazione di Costantino”, Valla ha “smascherato” la Chiesa, che con quel documento giustificava il proprio potere temporale e rivendicava privilegi nei confronti dell'Impero. Quello di Valla è non solo un lavoro di tipo filologico, ma anche un'analisi dell'epoca storica in questione. Importante l'atteggiamento di fondo, quello di un uomo indignato di fronte alla menzogna e alla truffa durate per secoli.) Da Wikipedia
Oppure I Protocolli dei savi Anziani di Sion, I Falsificazione propagandistica antisemita, redatta probabilmente da un agente della polizia segreta russa, apparsa in forma abbreviata nel 1903, e integralmente nel 1905, ma diffusasi soprattutto negli anni successivi alla Prima guerra mondiale. Consisteva nel presunto resoconto di alcune sedute segrete tenute a Basilea al tempo del congresso sionista del 1897, nelle quali sarebbe stato elaborato un piano di dominio mondiale degli Ebrei attraverso l’alta finanza e l’agitazione terrorista. In realtà l’opera, come dimostrato già nel 1921, era in gran parte un riadattamento in chiave antisemita di un libello contro Napoleone III del 1864. Nonostante la comprovata falsità, i P. sono stati più volte ripubblicati e hanno continuato a costituire uno strumento di propaganda antisemita
E tuttavia oggi la dimensione del fenomeno della menzogna organizzata per gettare discredito su persone innocenti e per giustificare atti di prepotenza, è divenuto strategia sistemica, e ha trovato nelle autostrade digitali il mezzo per disseminare velocemente confusione, smarrimento, resa. E con queste BUGIE, che rimbalzano anche con un superficiale “copia/incolla” di tanti, si influenzano e si distorcono perfino le espressioni più alte della democrazia come le elezioni.
   Queste sono le potenze spirituali malefiche che Paolo riconosceva nel suo tempo e noi dobbiamo riconoscere nel nostro.

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Poniamo ora davanti a voi un altro testo che può aiutarci forse a comprendere un po' di più in che consiste questo combattimento contro "le forze spirituali della malvagità che sono nei luoghi celesti" di cui parla Paolo agli efesini.
Il testo è tratto dalla I Epistola ai corinzi al capitolo 2:
 6 Tuttavia, a quelli tra di voi che sono maturi esponiamo una sapienza, però non una sapienza di questo mondo né dei dominatori di questo mondo, i quali stanno per essere annientati; 7 ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra gloria 8 e che nessuno dei dominatori di questo mondo ha conosciuta; perché, se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. 9 Ma com'è scritto: «Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano». 10 A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. 11 Infatti, chi, tra gli uomini, conosce le cose dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio.
12 Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate; 13 e noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali. 14 Ma l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate
spiritualmente. 15 L'uomo spirituale, invece, giudica ogni cosa ed egli stesso non è giudicato da nessuno.
16 Infatti «chi ha conosciuto la mente del Signore da poterlo istruire?» Ora noi abbiamo la mente di Cristo.
Qui si parla dei "dominatori di questo mondo". Ancora una volta abbiamo la possibilità di interpretare questa espressione nel duplice modo. In primo luogo i dominatori di questo mondo possono essere i capi, gli imperatori, le autorità costituite che vivono e operano non per il bene ma per il male dei propri popoli, ma possiamo anche interpretare questa espressione come dominatori occulti, cioè proprio come ne parla nella lettera agli efesini, cioè come quelle forze reali ma invisibili e nascoste che operano contro di noi. A volte se ne parla al singolare. In Efesini 2, 2 Paolo ne parla come "il principe della potenza dell'aria". La potenza dell'aria indica forze che si frappongono fra terra e cielo, il cielo è la dimora di Dio, la terra è casa nostra. Potenze che hanno la volontà e a volte anche il potere di offuscare la luce di Dio agli occhi nostri, di frapporsi fra noi e Dio confondendoci.
Questo può avvenire a livello personale ma anche a livello collettivo. Il livello personale è la tentazione, il male che ci vuole portare personalmente lontani da Dio, il livello collettivo sono le ideologie ciniche di supremazia, di odio, di sopraffazione, che diventano impalpabili sentimenti collettivi, ideologie che vogliono condurci al male, che producono la morte spirituale non soltanto per persone singole ma per
popoli interi. E' di questo che parlavamo prima.
In questo testo però si parla di una sapienza che non è di questo mondo che ci aiuta a comprendere le cose in modo profondo e a giudicarle non con categorie umane ma con lo Spirito che viene da Dio.
E' una sapienza misteriosa e nascosta che, dice Paolo, Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra gloria e che nessuno dei dominatori di questo mondo ha conosciuta; perché, se l'avessero conosciuta,
non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.
Di che sapienza si tratta? Chi ha ricevuto questa sapienza? E che cosa rivela questa sapienza?
E' una sapienza che è sconosciuta ai dominatori di questo mondo, altrimenti - dice Paolo - se l'avessero conosciuta (o riconosciuta) non avrebbero crodifisso il Signore della gloria.
La sapienza di cui parla Paolo è la sapienza di Dio che sceglie la pazzia della predicazione della croce come strumento di salvezza per il mondo. I dominatori di questo mondo (capi e autorità dell'impero) e forze celesti della malvagità in una congiura di morte, hanno messo Gesù Cristo sulla croce pensando di sbarazzarsene per sempre ma invece Dio ha scelto proprio in Cristo crocifisso e risorto di far brillare la luce che squarcia le tenebre, la vita che vince la morte, l'amore che trionfa sull'odio. E così le potenze spirituali della malvagità hanno a loro insaputa dovuto sottostare al piano di salvezza di Dio!
La sapienza divina della croce, la sua comprensione profonda è quella che sconfigge il male in tutte le sue forme, dice Paolo.
Ma questa verità che Dio rivela, - perché solo lo Spirito di Dio può farla conoscere - è ancora nascosta a molti. Per molti le potenze della malvagità sono quelle che vincono e vinceranno e per questo ne diventano spesso alleati, anche senza accorgersene. Non vedono altro che ciò che è qui sulla terra sotto i loro occhi. Perfino nella chiesa di Corinto questa sapienza era ancora nascosta per molti, perché erano cristiani immaturi e ragionavano ancora secondo le categorie di questo mondo: di chi era più importante, più sapiente, più abile e seguivano così anche nella chiesa diversi capi contrapponendosi un gruppo contro gli altri.
Ma c'è un solo capo, una sola guida, un solo Signore, un solo Cristo, colui che perdendo tutto sulla croce vince la Vita eterna per tutta l'umanità.
E' il rivelarsi nell'umanità più umiliata che esiste, cioè in Cristo crocifisso, che Dio mostra la potenza spiazzante ed eterna del suo amore. Nell'apparente sconfitta c'è la più grande vittoria. Se comprendiamo questo allora, come dice Paolo, noi "abbiamo la mente di Cristo"!
Secondo questa sapienza per la quale lo Spirito rivela la Verità che ancora a molti è nascosta, noi credenti sappiamo che la guerra contro i dominatori di questo secolo è ormai vinta. Cristo ha vinto questa guerra cosmica per noi! Noi abbiamo soltanto da restare fermi e sicuri e affiancarci a Cristo per le ultime battaglie di una guerra già vinta.
Per far questo abbiamo bisogno di difenderci con la conoscenza, con la preghiera, con la fede, con il vegliare, stare con occhi spirituali aperti, con le orecchie tese e allenate a discernere il bene dal male. E abbiamo la Parola come spada per annunciare la Verità paradossale ma liberante del Cristo Crocifisso che salva noi e il mondo intero.
Dunque durante questa pandemia che produce i suoi frutti velenosi della disumanità e del disprezzo dei più deboli noi possiamo contribuire a smascherare le ideologie che dividono l'umanità, che umiliano i poveri, e creano sempre nuove croci. Noi crediamo fermamente che queste ideologie Cristo le ha già sconfitte. D'altro canto anche in questa pandemia possiamo scorgere i segni del Regno di Dio, i germogli di vita
nuova che pure ci sono.
Ce ne sono tanti: il desiderio strugente di stare insieme, l'importanza del fermarci e riflettere, la considerazione e la misericordia verso la nostra fragile preziosa umanità, un rinnovato rispetto per la creazione. E potremmo continuare... e lo faremo insieme nelle prossime settimane.