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Epifania

La sua stella abbiamo visto in Oriente (Matteo 2,2b)

L’elemento della storia dei Magi che mi ha commosso sempre è questo testo: la sua stella abbiamo visto in Oriente e siamo venuti ad adorarlo. Questi uomini saggi scrutavano il cielo come i moderni astronomi. Si crede fossero dei sacerdoti zoroastristi, adoratori anche loro del dio unico e che abitassero nel territorio compreso tra Iraq e Iran. Ogni notte essi guardavano ed interrogavano il cielo alla ricerca di un segno premonitore del Salvatore del mondo, del fanciullo del sole, del redentore dell’umanità. A loro Dio ha dato un segno, una stella che si muoveva in Oriente verso l’occidente, non hanno indugiato, hanno seguito la stella.
Notate che mentre Israele aveva il libro come strumento di rivelazione nella storia di Dio, delle sue leggi, statuti e volontà, tutto il resto dell’umanità aveva soltanto la muta eloquenza del creato, durante il giorno la recondita armonia di bellezza diversa dell’insieme della terra illuminata dal sole, e di notte luccean le stelle nel silenzio immenso dell’universo, le piccole luci scintillanti annunciavano l’attesa del mattino, il ritorno della luce. Un libro sconfinato ma muto, di segni difficili da leggere e da interpretare. Abbiamo visto la sua stella, diranno agli abitanti sconvolti di Gerusalemme incapaci di leggere nel libro quello che loro hanno decifrato nei movimenti degli astri, e siamo venuti ad adorarlo. Malgrado le difficoltà di leggere e comprendere il creato, loro hanno visto e interpretato, mentre i saggi di Israele non si sono accorti di quello che accadeva a pochi passi da Gerusalemme. Perché non hanno trovato quelli che i Magi hanno letto con difficoltà nei movimenti astrali? Forse perché non cercavano più, perché si erano abituati allo status quo, notate la reazione alle parole dei Magi Erode fu turbato e con lui tutta Gerusalemme. Questo tutta non lascia dubbi, non hanno trovato i segni perché non li cercavano più, e peggio ancora, hanno paura alla prospettiva della nascita in quel tempo del Messia, non poteva nascere in un altro momento più propizio?
Notate ancora come mentre i Magi hanno letto e interpretato il testo per mettersi in movimento per adorare il fanciullo appena nato, a Gerusalemme nessuno si è mosso. Indagato il libro a istanza dei Magi è detto loro che il Messia dovrà nascere a Betlemme, della stirpe di Giuda, della famiglia di Isai. Ma, nessuno li accompagna, Erode chiede loro informazione circa il tempo della comparsa della stella per sapere in modo preciso il momento della nascita di Gesù. Appare sullo sfondo di questa amena storia, la terribile crudeltà del mondo che vuole inghiottire la salvezza, addomesticarla, renderla mondana, gestibile con gli strumenti umani. In Erode notiamo due cose: la gelosia del potere per conservarlo sempre, l’odio cieco e violento di chi si sente minacciato nella propria ricchezza e potere ed è pronto a qualunque cosa per conservarli. La ferocia della sua decisione è però mascherata dalla furbizia dell’assassini andate e chiedete informazioni precise sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io vada ad adorarlo. Non solo nessuno si muove per cercare e trovare il Messia appena nato, ma addirittura si comincia già a pianificare la sua morte. La terra di Canaan, la Palestina, la terra santa è un luogo pericoloso per il redentore per il salvatore che dovrà scappare in Egitto per sopravvivere, in una sorta di Esodo rovesciato. Il fanciullo troverà rifugio ed accoglienza in Africa, notate il contrasto poiché egli sarà accolto dagli africani ancor prima dell’inizio del suo ministero, testo profondo questo e che ci insegna l’accoglienza dello straniero, alcuni senza saperlo hanno ospitato angeli, dirà l’autore dell’epistola agli ebrei, e possiamo aggiungere, che altri senza saperlo hanno accolto tra gli stranieri esuli, lo stesso figlio di Dio fatto carne.
Arriviamo infine al nodo del testo, appena giunge la sera, in questa città addormentata, non più incuriosita, pericolosa per i fanciulli del sole che portano la luce e la speranza, in questa città impaurita e turbata dalla notizia della nascita meravigliosa del redentore, appare di nuovo la stella che soltanto i Magi ora vedono e che cammina dinanzi loro per indicare il luogo preciso dove si trovava il bambino. Questi giorni siamo rimasti colpiti e turbati dalla notizia apparsa su tutti i giornali di un asteroide di grandi dimensioni, che secondo i calcoli fatti dagli scienziati, il giorno di Pasqua del 2026 potrebbe entrare in collisione con la terra provocando un disastro di enormi dimensioni cadendo tra l’Arabia e il Giappone. Questi asteroidi si trovano in orbita tra marte e Giupiter ed è previsto quell’anno un pericoloso avvicinamento della terra che potrebbe attrarre con il suo campo gravitazionale questo asteroide. Notate come abbiamo imparato a leggere bene i messaggi che ci inviano oggi gli astri. Inizia una vera e propria psicosi di Armaghedon, di giorno del giudizio tra gli addetti al catastrofismo. Sapete quale sarebbe la più straordinaria meraviglia di questa storia? Voi sapete che la luce viaggia ad una velocità di 160.000 km al secondo, si tratta di una velocità impossibile da immaginare. Il nostro sole, la stella più vicina alla terra è a 1.500.000.000 milioni di km da noi, per cui la luce che noi vediamo adesso è stata prodotta 500 ore fa, il mese scorso per capirci. Allora se la stella più vicina al sistema solare è a 8 anni luce se fatte un po’ di calcoli noterete che la luce che ora vediamo di questa stella è stata generata 8 anni fa. Se adesso pensate alle stelle lontane situate a migliaia di anni luce da noi noterete due cose: le distanze immense nell’Universo indicano la quantità di tempo, i milioni di anni necessari trascorsi dal primo big bang ad oggi perché il cosmo giungesse allo stato attuale; la seconda è che la stella che hanno visto all’improvviso i magi dovette essere accesa milioni di anni fa in qualche sperduta galassia nei confini dell’universo. Il viaggio di questa luce nelle distese infinite dell’universo ti dice quale sia la natura di questo Dio che si rivela nel fanciullo di Nazareth, e che il giorno dell’Epifania si rivelò ai Magi, ai pastori, ai poveri di Betlemme per annunciare loro l’arrivo del Regno e della salvezza.