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La forza della immaginazione

Ricordate il passo nel vangelo di Luca in cui Gesù dice ai suoi discepoli che il regno di Dio è per chi somiglia ad un bambino e solo chi sa accoglierlo come un bambino potrà entrarvi. Essere come dei bambini può voler dire molte cose diverse, questa mattina vi invito a fermarvi su un aspetto dell’infanzia che molto ha a che fare con la fede e il coraggio: la fantasia. Siamo stati tutti bambini e bambine e la dimensione del fantastico ha nutrito larga parte dei nostri primi anni. La realtà era ben più di quanto vedevamo: la maestra era una fata, lo scivolo una astronave, la siepe un passaggio verso il paese dei balocchi, le scarpe erano ali e il letto un tappeto volante. Tuttavia nessuno di noi è come Peter Pan e ad un certo punto siamo diventati adulti e abbiamo dimenticato la potenza della immaginazione. Adesso il massimo che ci concediamo sono i cartoni animati a Natale, qualche saga fantasy, un libro di Harry Potter e un giro a Gardaland d’estate. Ci nutriamo dell’immaginario di qualcun altro perché è diventata debole la nostra capacità di creare in autonomia e cerchiamo di limitare queste esperienze perché dobbiamo vivere nella realtà, con i piedi per terra, siamo adulti e non crediamo più alle favole. Eppure la fantasia è importante, lo stesso Einstein diceva che “L’immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata mentre l’immaginazione ingloba tutto il mondo, stimola il progresso, suscita l’evoluzione”. L’immaginazione ha una forza creatrice in quanto anticipa quello che non c’è ancora e nutre la speranza di poterlo generare. La tecnica e il progresso scientifico si sono nutriti della fantasia di uomini e donne che hanno immaginato prima di tutto nelle loro menti di poter volare, di poter comunicare a distanza, di poter curare gravi malattie. L’arte, la musica e la letteratura sono figlie dell’immaginazione.
L’idea alla base della riflessione che vi porto questa mattina è se sia possibile incontrare Dio utilizzando l’immaginazione. Sappiamo che non è con la conoscenza e la sapienza che possiamo incontrare Dio e comprendere la sua Parola, del resto come dice Paolo in Corinzi non ci sono molti sapienti tra di noi. Però sono certa che tutti noi sappiamo far uso della fantasia, o lo abbiamo fatto in passato. Questa mattina vi sfido a comprendere i disegni di Dio per noi e per il futuro di questo anno nuovo che si schiude bambino attraverso l’immaginazione. Proviamo ad incontrare i pensieri che Dio nutre per il nostro avvenire, pensieri di pace e non di male, immaginandoli con la fantasia. E se di immaginazione dobbiamo parlare allora proviamo a predicare seguendo come testo una poesia, una canzone icona “Imagine” di John Lennon, che abbiamo ascoltato proprio adesso.
E’ una canzone che ha avuto un successo commerciale inimmaginabile, considerando il messaggio assolutamente rivoluzionario che veicola, è un testo anti-religioso, anti-nazionalistico, anti-convenzionale, anti-capitalista, tuttavia è ben scritta e accompagnata da una musica che è una ballata estremamente orecchiabile e commovente. Lo stesso Lennon disse che aveva coperto di zucchero una canzone altrimenti indigeribile. Eppure anche se può sembrare un po’ ardito queste parole a me rievocano un messaggio biblico, anzi evangelico. Non credo fosse questa l’intenzione dell’autore, anche se preparando questo sermone ho scoperto che fu la lettura di un libro di preghiere cristiane, ad ispirare il concetto alla base della canzone: «Il concetto di preghiera positiva ... Se puoi "immaginare" un mondo in pace, senza discriminazioni allora può avverarsi ...». Ed è questo aspetto che mi interessa: prima di tutto bisogna pensare a volare, poi si vola; concepire l'idea è la prima mossa. Se non siamo capaci di immaginare un mondo nuovo come possiamo costruirlo? Se non vediamo come fosse reale un mondo privo di divisioni e violenza come pensiamo anche solo di poter iniziare a costruirlo?

Imagine there's no heaven
Immagina che non ci sia il paradiso                            
It's easy if you try
è facile se provi                                         
No hell below us
nessun inferno sotto di noi                                           
Above us only sky
solo l’orizzonte di fronte a noi                                   
Imagine all the people living for today
immagina che tutti vivano solo per l’oggi

Immaginiamo di vivere il presente come se paradiso e inferno non ci fossero, come se la nostra vita fosse solo questa, come se il nostro orizzonte fosse solo il cielo che abbiamo di fronte. Non abbiamo sponde, non abbiamo strategie o alibi che ci aiutino a sopportare le storture di questo mondo, non possiamo sperare in un’altra vita che ci ricompensi di quello che non abbiamo avuto in questa né possiamo appellarci a un Dio che ci vendichi punendo i malvagi. Così esordisce la canzone nella prima strofa. Non un bel pensiero, potremmo dire, senza dubbio non molto religioso. Eppure è una premessa necessaria per obbligarci alla responsabilità verso questo mondo. Se ci poniamo seriamente la domanda del senso della nostra vita in questo mondo e se il nostro passaggio qui sia di un qualche senso, credo sia utile prendere la nostra vita molto sul serio. Non abbiamo altre vite e lasciamo perdere la vita dopo la morte se questa diventa un alibi per sopravvivere e rifiutare ogni impegno. Se siamo qui in questo mondo e se siamo stati chiamati come discepoli e discepole è per fare qualcosa, non per farci portare dalla corrente in attesa di tempi migliori. Pensa che questa è la tua unica chance, ci avverte questa strofe, apri gli occhi. Questo è il mondo che stai vivendo, questo il mondo che come umanità hai plasmato, ne sei responsabile, non ti piace? Bene, cambialo! E allora immagina, sarà più facile di quello che pensi, basta lasciare gli ormeggi e lasciarsi trasportare dalla fantasia.

Imagine there's no countries
Immagina che non ci siano nazioni                
It isn't hard to do
non è difficile                                  
Nothing to kill or die for
nulla per cui uccidere o morire                  
And no religion, too
e che non ci sia nessuna religione                                 
Imagine all the people living life in peace
immagina che la gente viva in pace

Immagina che non esistano nazioni, che non ci siano dogane, che non ci siano confini e ideologie per le quali uccidere o morire. Immagina che non ci siano religioni, che nessuno possa pensare che il suo Dio è più grande, che la sua cultura è migliore, che la sua civiltà è superiore e che di conseguenza chi è estraneo al nostro perimetro culturale vada assimilato con la forza oppure sterminato. Immagina un mondo in pace. Abbiamo letto in Geremia come Dio stesso nutra pensieri di pace e non di male per il nostro avvenire. E come non ricordare Isaia

Il lupo abiterà con l'agnello,
e il leopardo si sdraierà accanto al capretto;
il vitello, il leoncello e il bestiame ingrassato staranno assieme,
e un bambino li condurrà.
La vacca pascolerà con l'orsa,
i loro piccoli si sdraieranno assieme,
e il leone mangerà il foraggio come il bue.
Il lattante giocherà sul nido della vipera,
e il bambino divezzato stenderà la mano nella buca del serpente.
Non si farà né male né danno
su tutto il mio monte santo,
poiché la conoscenza del SIGNORE riempirà la terra,
come le acque coprono il fondo del mare [Isaia 11:6-9]

Il germoglio di Isai è giunto tra di noi 2000 anni fa, questo appello ad un cambio radicale nel pensare e costruire il mondo è stato fatto, Gesù ci ha chiamati per la nostra salvezza e per la salvezza del mondo. Questa immagine di fratellanza, pace, e non violenza sono l’orizzonte che sta di fronte a noi. Vi invito ad essere capaci di immaginare con grande realismo un mondo dove non si faccia male né danno, dove i nemici possano vivere l’uno accanto all’altro riconciliati. Lasciatevi pervadere da questa visione, fatevi attraversare da questa profezia, sarà come bere acqua fresca in una calda giornata estiva, vi darà benessere e sollievo. E adesso abbiate fede che questa immagine possa trasformarsi in realtà ora. La fede è certezza di cose che si sperano. Immaginazione e speranza sono come due facce della stessa medaglia. Abbiate quindi la fantasia forte per vedere come reale un mondo in pace e nutrite la

speranza di poterlo realizzare. Pensate a come sia attuale il messaggio che i confini e le nazionalità siano convenzioni umane piuttosto dannose, che sia possibile vivere senza e che l’umanità possa considerarsi una. Sono di questi ultimi mesi le immagini agghiaccianti di donne uomini e bambini ingannati e portati al freddo confine di filo spinato dell’Europa là dove termina la Polonia ed inizia la Bielorussia. Nuovi confini di dolore e separazione. Non so certo darvi una soluzione e questi drammi delle migrazioni, ma posso provare a pensare un mondo dove non ci sia una parte di umanità che possa venire prima di un’altra, non ci siano greci o giudei, ma siamo tutti uno in Cristo. Siamo tutti popolo di Dio capaci di condividere quello che abbiamo. Possiamo immaginarlo e possiamo costruirlo perché abbiamo fede che la condivisione di 5 pani e 2 pesci possa sfamare una moltitudine, sappiamo che non si tratta di una favola per anime belle, ma di una realtà.

Imagine no possessions
Immagina che nessuno possieda nulla
I wonder if you can
mi chiedo se puoi farlo
No need for greed or hunger
che non ci sia avidità o fame
A brotherhood of man
che siamo tutti fratelli
Imagine all the people sharing
immagina che condividiamo
all the world
tutto il mondo

Immagina un mondo dove non ci sia nemmeno l’idea di possesso, dove tutto sia in prestito e nulla sia nostro. Certo vi confesso che mi sento un po' a disagio a farlo in questo periodo dell’anno giusto a valle della sbornia natalizia di regali e cibo. E tuttavia il disagio è la prima molla al cambiamento. Quindi proviamoci ad immaginare un mondo dove non si possiedano cose né persone, dove l’amore non si trasformi in possesso violento, dove il lavoro non sia schiavitù. Immagina che l’avidità non abbia senso di esistere e che la fame non uccida o abbrutisca milioni di persone. Immagina che si possa vivere tutti in comunione condividendo equamente le risorse della terra e della nostra civiltà. E’ difficile, non so se potete anche solo figurarvelo. Spegnere quelli che vengono chiamati nelle Lettere di Paolo i desideri della carne, e che noi con parole più attuali potremmo definire egoismo. Smettere di pensare solo al nostro benessere e sicurezza economica, uscire dalla vulgata comune per cui puoi vivere bene solo se sbrani il mondo come un lupo e difendi il tuo con gli artigli della paura. Immagina, sogna e ora abbi fede che domani a chi vuol litigare con te e prenderti la tunica, lascerai anche il mantello, che se uno ti costringe a fare un miglio, ne farai con lui due che darai a chi ti chiede, e non volterai le spalle a chi desidera un prestito da te. A me pare di sentir riecheggiare queste parole del sermone sul monte nella strofe di J. Lennon. Non fatevi imprigionare dall’egoismo, fatevi ispirare dall’esempio dei primi cristiani che condividevano ogni cosa e si preoccupavano di assistere chi era più debole e solo, gli orfani e le vedove. Certamente è difficile,

You may say I'm a dreamer Potreste pensare che io sia un sognatore
But I'm not the only one ma sapete non sono l’unico
I hope someday you'll join us spero che voi tutti possiate un giorno
sognare il mio stesso sogno
And the world will live as one e che il mondo possa vivere unito

Queste le parole del ritornello tra le strofe di Imagine. Chissà se quando John Lennon le ha scritte aveva nelle orecchie il discorso di M.L. King: “I have a dream … Io ho un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.”, che termina con queste parole: “E' questa la nostra speranza. Questa è la fede con la quale io mi avvio verso il Sud. Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di lavorare insieme, di pregare insieme, di lottare insieme, di andare insieme in carcere, di difendere insieme la libertà, sapendo che un giorno saremo liberi.” Il sogno e la speranza che l’immagine fantastica diventi realtà. Se pensate ai passi in avanti che negli USA sono stati fatti in termini di integrazione e diritti civili per le minoranze etniche, possiamo ben dire che quella collina in Georgia sia stata scalata.
Abbiamo immaginato questa mattina un mondo nuovo, ci siamo concessi il premio di squarciare il velo grigio del presente per fantasticare su una realtà che non si vede. Il mio augurio per questo nuovo anno è che possiamo provare a realizzare almeno un pezzettino delle nostre fantasie di questa mattina.
I nostri occhi vedono solo uno sconfortante mondo senza speranza, ma la nostra mente è in grado di concepire qualcosa di diverso: un mondo che sia di un animo solo e di un unico sentimento e che viva avendo un medesimo pensare e un medesimo amore. E se potete immaginarlo allora potete anche costruirlo, se potete immaginare il volo allora adesso potete anche volare. Date potere creativo alla vostra fantasia, non fatevi scoraggiare, guardate con occhi di bambino, imparate dalla loro fede visionaria, osate, sperate e pregate affinché la volontà buona e perfetta del Signore sia fatta in terra così come in cielo e poi rimbocchiamoci le maniche a diamoci da fare perché la messe è grande, ma gli operai sono pochi.