I battisti a Milano: le origini
Il pastore Scrajber ricorda che durante il suo ministerio la chiesa cambiò ben tre sedi e l’ultima in via De Amicis, il tempietto valdese. Questa era la sala migliore ma non era adatta a celebrare battesimi, tanto è vero che Scrajber affermava nel 1947: “Un servizio battesimale non è per noi una festa ma una grave preoccupazione”.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale si decise di costruire un nuovo tempio, e venne interpellato il fratello Athos Roncaglia, che aveva già una ditta di costruzioni ben avviata. Bisognava innanzitutto trovare un luogo che fosse centrale, tranquillo, ben servito dai mezzi e non costoso. Dopo ampie ricerche si trovò Pinamonte da Vimercate, in cui c’era un’officina distrutta dai bombardamenti del 1943.
Si fece un progetto, ma Roncaglia si accorse ben presto che vi erano difficoltà impreviste. I permessi per costruire un tempio evangelico nel centro di Milano non arrivavano, vi era come un muro di gomma. Per superare l’ostacolo, che sembrava insormontabile, d’accordo coi suoi collaboratori, Roncaglia decise di presentare i progetti per “il ripristino della vecchia officina bombardata”. Ben presto arrivarono i necessari permessi, e i lavori poterono iniziare subito.
Fu l'architetto Airoldi, ben conosciuto all’epoca, a progettare il tempio e l'impresa del fratello Athos Roncaglia a costruirlo. Tra gli impiegati collaboratori della sua ditta vi erano i giovani nipoti Walter e Athos Brinkman. Fu Athos a pitturare le scritte attorno al battistero.
Ci vollero circa due anni di intenso lavoro, perché i mezzi erano limitati, e bisognava cercare di fare tutto bene ma in economia. Così ad esempio le scale di via Pinamonte sono ancora quelle della vecchia costruzione precedente. Tra le persone che hanno condiviso i problemi e le lotte per la costruzione del tempio c’era il pastore M. Ronchi, allora Segretario Generale dell’Opera Battista in Italia. Egli collaborò con il costruttore e affrontò di comune accordo le difficoltà.
Finalmente l’8 Gennaio 1950 il tempio di via Pinamonte venne inaugurato. Vi erano molti fedeli e molte persone importanti. Il momento più commovente fu quando, al canto di “Santo, Santo è il Signore, tutta la terra è piena della Sua gloria” il pastore Ronchi invitava il pastore Inguanti a deporre sul pulpito la Sacra Bibbia.
Si può concludere ricordando quanto scriveva il pastore Inguanti al Messaggero Evangelico (Aprile 1950): “Questo tempio è uno dei più belli dell’Italia evangelica e forse il più grande dell’Italia battista…La chiesa che ha ricevuto questo dono (del tempio) veramente degno della città di Milano, con profonda gioia e con sentimento di riconoscenza al Signore – donatore d’ogni bene- procede con ritmo più intenso e con rinnovata consacrazione e consapevolezza nella sua opera di testimonianza e di predicazione dell’Evangelo, con la certezza proveniente dalla fede che il Signore coronerà la nostra Opera di nuove benedizioni e nuovi frutti”.