Questo sito web utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione.

PASQUA 2024

Testo: Marco 16,1-8

Famoso testo del vangelo di Marco che annuncia la resurrezione di Gesù è un testo che è ricco di colpi di scena, dalla prima all’ultima riga accade l’inaspettato. È come se l’evangelista Marco avesse voluto lasciare la suspence, come avviene spesso nei film dove c’è una fine senza fine. Perché ci sarà un sequel, un continuo; perché la storia non è finita qui, ma continua e continuerà.
1 Il primo colpo di scena parte da una domanda
Chi ci rotolerà via il masso…?”
E’ la domanda che apre il racconto della resurrezione secondo l’evangelista Marco. Mi sono fermata su questa domanda, cercando di vedere se in qualche modo risuona anche nella mia mente e nel cuore, e nella mente e nel cuore di tante persone che conosco. Per ben tre volte Marco ha rilevato la presenza della pietra che chiude il sepolcro; quanta pesantezza in poche righe.
Al tempo di Gesù, le aperture delle tombe scavate nella roccia, erano chiuse solitamente da grandi pietre circolari, scolpite così in modo che si potessero rotolare per entrare o uscire. Erano pietre comunque di grande peso, e serviva veramente molta forza per spostarle, in modo che non fosse agevole aprire e chiudere.
Anche sulla tomba di Gesù è stato fatto rotolare un masso circolare per chiudere l’entrata.

Le donne vanno al sepolcro per imbalsamare un corpo morto. La loro unica preoccupazione è poter entrare.
Sperano forse in un aiuto, di trovare qualcuno che lo possa aiutare.
In questo masso vedo le pesantezze della vita. Vedo quello che ci blocca nella nostra generosità verso il prossimo; vedo anche la pesantezza delle nostre incoerenze che intorpidiscono la fede.
In questa pietra che blocca la strada alle donne, vedo anche tutto quello che in questo tempo di crisi, blocca la speranza dei singoli e delle famiglie.
Ognuno di noi potrebbe scrivere su quella pietra la propria crisi, le proprie tristezze e pesantezze di vita e di animo. Potremmo anche scrivere quelle di persone che conosciamo e che rendono partecipi delle loro pietre spesso impossibili da spostare.
“Chi mi farà  ritrovare il lavoro perduto… mentre la disoccupazione pesa come un macigno?”
“Chi ridonerà  la speranza a me e alla mia famiglia, rotolando via il masso della povertà  e dell’incertezza sul futuro…?”“Chi mi ridonerà  la speranza nell’amore, rotolando via i macigni delle incomprensioni e delle divisioni…?” “Chi mi farà  tornare la voglia di vivere, sollevando dal cuore la pietra pensate del lutto per la persona cara perduta…?”…
Ma misteriosamente arrivate li d’avanti, le donne trovano la pietra rotolata via.
E’ il primo segno di qualcosa di nuovo e ben più grande delle loro aspettative. Questa pietra, nominata per ben tre volte in poche righe, che dà proprio il senso del limite e dell’impossibilità, E’ stata rotolata via. E’ un modo per affermare che dove è stato impossibile umanamente spostare qualcosa, è intervenuto Dio: è Dio che ha rotolato via la pietra e ha fatto uscire suo Figlio dalla terra dei morti attraverso il sepolcro aperto.
con quella pietra rotola anche Pilato e il suo apparato militare, rotolano tutti quelli che hanno voluto la sua morte, che si sono illusi di disfarsene per sempre, anche il Sinedrio rotola via come la pietra, rotolano anche gli scettici, quelli che non volevano essere coinvolti. Quelli che dicevano sulla dolorosa via del Golgota: «ma io Gesù̀ non lo conosco non so chi sia».
Il sigillo del potere della morte è stato infranto.
Ma alle donne già stupite che il sepolcro fosse aperto non capiscono subito cosa sia successo. Entrano e cosa trovano?
2 Ecco il secondo colpo di scena
Uno si aspetta di trovare dopo tre giorni un morto come tutti nel luogo della morte invece di un morto trovano una vita nuova. Invece di qualcosa di steso, di vinto trovano uno giovane vestito in vesti bianche seduto alla destra del sepolcro. E chi non si sarebbe spaventato? non trovando il corpo di Gesù, ma questo giovane
Chi è questo avranno pensato? E pure noi ci chiediamo chi fosse. Il testo non lo chiarisce. Un messaggero divino? Sicuramente annuncerà alle donne e al mondo la notizia più importante che ci sia mai stata.
Il giovane visto le donne impaurite subito disse: “Non spaventatevi!”. Per cinque volte viene ripetuta la parola paura
Le donne faranno fatica a comprendere la gioia della resurrezione è comprensibile un fatto così non era mai avvenuto.
E il giovane chiede: “Voi cercate Gesù̀ Nazareno il Crocifisso?”. Certo che lo cercano! Immagino che avranno chiesto dove il giovane lo avesse messo.
3 Eccoci qui il terzo colpo di scena, ma il giovane risponde in modo inaspettato: “non temete” “È risorto non è qui”.
Il Giovane annuncia alle donne che la vita a vinto sulla morte e chiede alle donne per prime di annunciare l’evangelo.
Il giovane dice esattamente: Ecco il luogo dove l’avevano deposto. Come a dire, scacciate la paura del sepolcro che terrorizza da sempre essere umano. Siete venute ad imbalsamare un morto. Qui non c’è nessun morto perché è risorto ed è di nuovo in viaggio verso la galilea. l’angelo dirà vi precede in galilea là dove tutto è cominciato. Ritornare in Galilea significa proprio ritornare all’inizio del Vangelo e alla genesi della nostra esperienza di Lui.
E’, un invito rivolto a tutti noi oggi quello di ricominciare dall’inizio. Spesso abbiamo bisogno di avvolgere il nastro del nostro film e avere la possibilità di ricominciare. La Pasqua è l’occasione per poter risorgere a nuova vita anche per noi.
Specialmente Pietro ha bisogno di ascoltare questo annuncio di perdono. L’amore personale del Risorto raggiunge soprattutto chi lo ha rinnegato. A Pietro che lo aveva rinnegato tre volte gli viene chiesto di ricominciare da capo di tornare nel luogo dove si sono incontrati perché la mortew non avuto l’ultima parola, la disperazione non ha vinto. Tutti possiamo ricominciare
Il messaggio è chiaro, bisogna a Pasqua bisogna avere il coraggio di ricominciare una relazione con Dio Necessita ripartire da capo. Dobbiamo riascoltare le parole di Gesù, rivedere i suoi gesti, rimetterci alla sua sequela.
Ma alla fine del brano c’è l’ultimo colpo di scena, il finale aperto per l’appunto. Le donne dopo aver ascoltato questi annunci rimangono ancor di spiazzate il testo finisce come non ce lo aspettiamo “E quelle, uscite, fuggirono dal sepolcro, perché erano sconvolte dallo spavento, e dalla paura non dissero nulla a nessuno” (Mc.16,8).
Anche questo finale a sorpresa, ci conferma che l’esperienza più grande e sconvolgente come la risurrezione, credere non è una condizione acquisita, ma è una sfida permanente.
 la conclusione di Marco è quella di lasciare aperta la porta dell’evangelo, sta a noi approfondire la conoscenza e avere fiducia in Gesù, il Risorto. Forse questo finale deludente riporta di nuovo a noi e ci chiede se noi abbiamo paura della resurrezione e se noi abbiamo remore nell’annunciarla.