Giornata Mondiale di Preghiera
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- Pubblicato Sabato, 23 Marzo 2024 20:17
- Scritto da Emanuele Crociani
Venerdì 15 Marzo 2024 di sera si è svolta anche a Milano la annuale Giornata Mondiale di Preghiera. In tutto il mondo sono migliaia gli eventi di preghiera legati alla GMP, che però è predisposta da un comitato di donne, ogni anno di una nazione differente. Quest’anno è toccato alle donne cristiane palestinesi e il versetto guida era “Sopportatevi pazientemente con amore”. Ero convinto che l’affidare la GMP alla Palestina fosse stata una scelta, data la situazione di guerra: eppure ho poi scoperto che la liturgia era stata preparata prima del tragico Ottobre 2023. Qui a Milano le donne di varie chiese, soprattutto battiste, cattoliche, metodiste e valdesi, preparano assieme la GMP; ed è consuetudine che ogni anno a turno si svolga la GMP in una chiesa differente: quest’anno è stata scelta la chiesa battista di via Pinamonte. Le donne delle nostre chiese si sono chieste se avesse senso celebrare la GMP, dopo tutto ciò che è successo, con dei testi che sembrano ormai smentiti dai fatti o che paiono sottolineare le cause dell’odio e del conflitto. Ha senso perché le testimonianze sono vere, sono esperienze evangeliche e sono state scritte dalle donne palestinesi proprio per questa occasione di preghiera. Quindi, nonostante le difficoltà dovute ai molti impegni, anche quest’anno le donne cristiane milanesi hanno preparato il culto grazie ad una rodata collaborazione e la determinazione delle donne cattoliche questa volta è stata particolarmente importante.
Il coro della chiesa di Pinamonte ha dato il suo contributo imparando bene i nuovi canti (che bello sentirsi accolti in chiesa mentre il coro provava!) e la pastora battista Antonella Scuderi ha predicato. Va sottolineato che le testimonianze delle donne palestinesi erano soprattutto di cristiane della chiesa ortodossa. Nonostante la tristezza della guerra israelo-palestinese in corso, sapere che così tanti cristiani di differenti chiese hanno contribuito alla GMP ci ha infuso coraggio e speranza. Quella speranza che è diventata gioia dopo il culto, durante il rinfresco finale: gioia di stare assieme, di salutarsi, di parlarsi, al di là di ogni appartenenza e divisione.