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UNA PORTA APERTA

Testo: 1Re 17, 8-16

Inizia il tempo dell’avvento o, meglio, della grande avventura!
"Avvento" è sinonimo di "attesa", "arrivo" e, dunque, "preparazione".
Tanti riti ci preparano al mistero dell’incarnazione e all’avvento del Regno di Dio, che per i Cristiani più che con il ricordo del primo Natale (il primo avvento) coincide con il ritorno o la manifestazione del Signore (il secondo avvento).
Pensate che esiste una chiesa, quella Avventista, che sull’arrivo imminente di questo Regno ha plasmato il proprio nome.
Per la chiesa di Milano, che non manca mai di farsi notare, l’avvento è così importante che inizia due domeniche prima rispetto a tutte le altre chiese del mondo, durando 6 domeniche anziché 4.
Perché a Milano le cose le prepariamo per tempo! (Il calendario qui, più che in altri luoghi è importante!)
Allora si fanno l’Albero (promosso, qualcuno dice addirittura inventato, da Lutero), il Calendario, per l’appunto, si accende la corona, portata in auge dal pastore Johann Hinrich Wichern, che da ottimo insegnate di scuola domenicale la faceva preparare ai suoi ragazzi per far la catechesi e permettere ai più poveri di guadagnare qualche soldo.
Tanti piccoli riti, che con i loro simbolismi provano a ricordare a noi e al mondo intero il nostro legame vitale col Cielo e si invoca la vittoria della luce sulle tenebre!
E’ un tempo questo in cui cresce un diffuso senso di nostalgia di Cielo stellato, di un paradiso e una pace che sembrano irrimediabilmente perduti, assieme a qualche persona cara o a un mondo innocente e magico che non ci appartiene più, un po’ come l’Eden.
Una visita inaspettata, la porta aperta del cuore apre la porta del Cielo
È qui che entra in scena il nostro bizzarro testo di Avvento!
C’è un profeta incredibile il cui compito sembra quello di intrecciare di nuovo il livello del Cielo con la Terra!!!
Si tratta di Elia, Profeta che pregando chiude il cielo alla pioggia, oppure ne fa scendere fuoco.
Ma è mai possibile che l’attività dell’uomo possa avere un’influenza sul Cielo e sui fenomeni meteorologici?
È mai possibile che Dio ci ascolti e agisca? Che magari ci provveda una via per la pace, per la cura, o addirittura ci faccia trovare il cibo per chi non ce l’ha?
Qui leggiamo che, si, Dio lo fa e lo fa inviando il profeta in questo caso in un paese pagano *
*(Che si trova a sud del moderno Libano. Il Muftì – una specie di arcivescovo islamico - di questo paese il primo dicembre ha incontrato proprio qui Milano il nostro gruppo di dialogo interreligioso per discutere della situazione del conflitto armato).
COME RISPONDE DIO AL PROFETA?
Come provvede Dio? In un modo per me fastidiosissimo.
Una donna si trova sola, vedova del marito, non ha mezzi di sostentamento per sé e suo figlio.
Niente gas in casa o acqua corrente.
Niente cibo, solo un po’ di farina e d’olio, in tempo di siccità e carestia.
Ecco che Dio le manda uno straniero che la vede mentre è intenta a raccogliere della legna.
Ve la figurate questa sventurata con una fascina di legna e dei tronchi tra le mani che si sente dire dal viandante straniero e macilento: “vammi a cercare un po’ d’acqua!”
E mentre questa va, sentirsi gridare dietro: “portami anche del pane”!
La risposta della donna è straziante: “ne resta solo per un ultimo pasto e poi moriremo”.
Questa donna non ha più speranza, ma non ha perso la sua generosità!
La speranza sembra morta, ma l’amore e la fede ancora vivi in lei.
I termini qui sono molto precisi, chiari e significativi.
“Fanne prima una piccola per me!” Tutto l’evangelo è in quest’atto.
Il principio espresso è il medesimo di quello illustrato nella moltiplicazione dei Pani e dei pesci.
In occidente una persona mangia cibo sufficiente a far vivere quattro persone. Abbiamo dimenticato la santa pratica del digiuno e, ancor peggio quella della vita comune.
Da Betlemme
Un pastore palestinese ieri ci ha detto: ci hanno tolto tutto, la casa, la famiglia, la terra, il lavoro, ma non possono toglierci la nostra fede!
Il nostro problema, spesso, è che dimentichiamo quanto sia stato buono e generoso Dio con noi. Quanto siamo benedetti e ciascuno a suo modo ricco!
“Sei single e ti manca un partner.
Sei in coppia e ti manca la libertà.
Lavori e ti manca il tempo.
Hai troppo tempo libero e vorresti lavorare.
Sei giovane e vuoi crescere per fare le cose degli adulti.
Sei adulto e vorresti fare le cose dei giovani.
Vivi nella tua città ma vorresti vivere altrove.
Sei altrove ma vorresti tornare nella tua città.
Forse è tempo di smettere col guardare sempre a ciò che ci manca e iniziare a vivere nel presente, apprezzando davvero quello che abbiamo.
Goditi il profumo della tua casa prima di aprire la porta ed uscire a cercare i profumi del mondo. Perché niente è scontato, e ogni cosa è un dono.
Oscar Travino
Dio ha aperto le porte del cielo per te, fa scendere su tutti e tutte noi continuamente una manna di benedizioni, il problema sta nella nostra volontà di consacrarne la primizia al bene, anziché alle armi!
Dio ha aperto il suo cuore a noi, ma sta aspettando che noi apriamo il nostro a Lui.
Per questo ci sta dando tempo, per prepararci.
Da qui a Natale pensa che puoi invitare Dio nella tua vita anche tu e vedere i tuoi beni usati per bemnedire molti!
Come?
“Un giorno un vecchio uomo molto religioso, stanco di andare sempre al tempio disse a Dio:
-“Perché dopo tanti anni che ti servo non ti degni di venire tu una volta a casa mia?
Sorprendentemente Dio gli rispose “Sì! Domani pomeriggio verrò a visitarti”
-Quest’uomo imbandì una tavola con i dolci più buoni e i cibi più succulenti.
Verso le tre del pomeriggio una pallonata manda in mille pezzi la finestra del salone, e questi indispettito sgrida i bambini che si erano messi a giocare a palla sotto il suo portico.
Alle sei arrivo una vecchia mendicante a chiedere il permesso di usare il suo bagno, ma l’uomo preoccupato che lo sporcasse la invitò a trovare un altro luogo per riguardo del suo ospite illustre.
Il sole tramontò, la mezzanotte trascorse, ma di Dio, nemmeno l’ombra.
L’uomo deluso e amareggiato si addormentò e mentre dormiva fece un sogno. Era Dio che gli chiedeva se fosse stato felice della sua visita.
L’uomo indignato ribatte borbottando e inveendo:
-“Io ti aspettavo, ma tu mi hai lasciato solo, mi hai abbandonato e non hai tenuto fede alla tua promessa”.
Dio gli sorrise e salutandolo prese le sembianze della vecchina e del bambino che calciava il pallone…
Guarire i nostri cuori dell’avarizia è possibile,
come curarne la cecità,
Basta guardare al Crocifisso,
al bambino di Betlemme.
Il Signore, nella sua pazienza, ci sta dando il tempo per riconoscerlo nel volto della vedova e del suo bambino,
o nel volto del profeta che dorme lungo la strada.
Che la gioia della riconoscenza sgorghi in un fiume di ringraziamento, di lode e di generosita, alla gloria del Signore che provvede ogni giorno per ogni nostra necessità.
“…e l’olio e Farina durarono per tutto il tempo della carestia, finché Dio non mandò di nuovo pioggia sulla terra”!