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Siate mansueti e umili

Testo: Luca,9:51-56

“Perciò io credo di agire secondo la volontà del Creatore Onnipotente ; quando mi difendo dagli Ebrei, sto combattendo per l’opera del Signore.”
Così ha scritto Adolf Hitler nella sua autobiografia, che cita il nome del Signore varie volte, poco prima di essere il maggior responsabile dell'olocausto che ha ucciso circa 5 milioni di ebrei e non solo.
La propaganda nazista, por molti anni ha utilizzato la spiritualità per smuovere le masse, tanto che nel cinturone dei soldati era scritto ‘Dio è con noi.’
E la verità è che questo non è l’unico evento nella storia dell’umanità che ha strumentalizzato la fede per compiere le proprie battaglie violente. Tra il secolo XI e il XII ci sono state le Crociate, con le sue atrocità e morti in
nome di Dio. Qualche secolo più avanti troviamo l’inquisizione che è durata più di 600 anni, perìodo in cui la chiesa cattolica si è dedicata ad individuare ed eradicare quelli che lei considerava eretici, una minaccia
all’ortodossia cristiana. E li perseguitava, torturava, uccideva.
E la verità è che questo si ripete lungo la storia dell’umanità, in tutte le religioni monoteiste, ma oggi vorrei concentrarmi su noi cristiani, che anche se non usiamo più la spada, non mandiamo più nessuno al rogo, non bisogna andare molto lontano per vedere che queste cose succedono ancora, magari con un’altra modalità, ma sempre proiettando l’immagine di un dio che convalida le nostre proprie idee. Hitler non ha fatto ciò che ha fatto da solo, contava sull’appoggio di tutto il partito nazista, con migliaia di uomini e donne che erano d’accordo con la sua causa. Una storica e filosofa tedesca, di nome Hanna Arendt, scampata al nazismo, anche se è stata per un perìodo in prigione, è stata chiamata a testimoniare e a fare rapporto al processo di Eichman, uno dei più grandi
criminali nazista, che ha commesso molte atrocità. E ciò che impressiona nei suoi resoconti è che lei non lo chiama mostro o psicopatico, ma nelle sue parole lui era semplicemente un tipico funzionario obbediente, fedele a un movimento. E lei ha coniato il termine “banalità del male”. E quanto la possiamo vedere nel nostro tempo!

Seguire un flusso senza riflettere, senza un pensiero critico. Capita anche a noi di essere superficiali e fare del male quando ignoriamo l’umanità delle persone. E molte volte in difesa di Dio, e delle nostre credenze. Il male diventa normale, invisibile, banale. Ma anche ai tempi di Gesù succedeva così. E Gesù ha dovuto rapportarsi con i suoi discepoli che molte volte hanno sbagliato facendo cose che pensavano che Gesù si
attendeva da loro.


Vi invito a leggere dal vangelo di Luca cap 9:51-56. In questo testo la prima cosa che attira l’attenzione è che i discepoli apparentemente volevano fare una cosa buona, volevano difendere Gesù. Quella città, quel popolo non l’ha ricevuto bene e loro volevano difendere il suo onore. Avevano una finalità ragionevole ma i mezzi che volevano utilizzare erano discutibili questionabile, corrotti. Volevano sterminare quelli che ormai consideravano nemici. E in questo testo tre cose richiamano la mia
attenzione riguardo la reazione di Gesù. Davanti alla richiesta di un atto violento per difendere il suo nome, la sua reputazione, Gesù li sgrida, rimprovera quel desiderio violento, anche se era per proteggerlo, facendoci vedere che lui non ha bisogno di essere difeso, soprattutto a discapito di condanna e distruzione della vita umana. I discepoli non devono essere identificati con nessun tipo di violenza contro la vita umana. E il Vangelo non ha bisogno di essere difeso perchè non è una dottrina, un’ideologia, una dittatura imposta, ma un messaggio d’amore, un fiume d’acqua viva che fluisce liberamente e raggiunge chiunque lo voglia ricevere. Gesù rimprovera la violenza e non so cosa vi faccia venire in mente questa parola. E in questi giorni non possiamo non pensare alle
terrìbile immagine di guerra che stiamo vedendo, ma anche ai femminicidi, alle baby gang . La cosa più comune è pensare alla violenza fisica,e in questi giorni non può essere altrimenti, ma la violenza va molto
aldilà, tant’è che mai come nei nostri giorni si è sentito parlare di comunicazione violenta. E la “famosa” polarizzazione su qualsiasi argomento non fa che esasperarla. Perché la violenza non è solo quella che facciamo con le nostre mani, ma anche con quello che esci dalla nostra bocca. Proverbi 18.21: Morte e vita sono in potere della lingua
Noi non facciamo violenza solo chiedendo che venga fuoco dal cielo. Noi uccidiamo ogni volta che non amiamo, che proferiamo parole di morte. Perché a volte una parola ferisce molto di più di una sberla. E allora mi ricordo le parole di Gesù nel Sermone sul monte : Se qualcuno ti ferisce
sulla guancia destra porgigli anche l’altra. Lui non sta parlando solo in senso letterale, perché a volte le persone non ti feriscono in faccia, ma nella tua anima, là dove ti più male.
E come dobbiamo reagire? Di quale spirito siamo? E questa è la seconda cosa che offre Gesù come reazione ai discepoli. Una risposta in forma di domanda Non sapete di quale spirito siete? Di quale spirito siete per
desiderare la violenza? Molte volte noi possiamo seguire Gesù senza avere lo stesso spirito. E ’possibile fare una cosa che riteniamo giusta con lo spirito sbagliato, con lo spirito lontano dallo Spirito del Vangelo, lontano da come lo avrebbe fatto Gesù Perché lo Spirito del Vangelo del Regno di
Dio non è uno spirito di morte, di condanna, ma é Spirito di giustizia, pace e gioia che promuove la vita. E noi siamo chiamati/e a presentare un
invito alla salvezza. Noi dobbiamo promuovere vita, riconciliazione. In quella occasione Gesù riuscì ad impedire un ’atto di violenza, ma in un altro momento che adesso vi racconto ma che potete leggere in Luca 22 dal v.49 o Giov.18.10 , che è il momento in cui Gesù stava uscendo dal Getsemani, col cuore afflitto, sapendo che la sua ora era vicina e nel frattempo arriva Giuda con le guardie del tempio e i leader religiosi, per arrestarlo e Pietro in un impeto estrae la spada e taglia l’orecchio del soldato. E cosa fa Gesù? Li dice Basta! Rimetti la tua spada nel fodero!
E guarisce il soldato. Poi si gira verso a tutti quelli che sono venuti per lui e li chiede il perché delle armi per prendere un leader pacifico. Bisogna ricordarsi che all’epoca i leader messianici erano associati a rivolte popolari e rovesciamento dei governi oppressori, ma un leader che guarisce il nemico che li sta attaccando, non corrispondeva alle aspettative. Uno che guarisce chi lo sta portando alla morte rivela che è re di un regno diverso da quello atteso. Un regno di pace. Molte volte noi possiamo essere come Pietro e per difendere Gesù finire per tagliare molte orecchie. Non abbiamo spade ma abbiamo le nostre armi, e una sta proprio nelle nostre mani; parlo dei nostri cellulari, e dei post che feriscono, a volte per difendere Dio, persone che Lui ama. Un cellulare, un pulpito, un palco per difendere un Dio che non ha mai chiesto di essere difeso, e così quel che facciamo è impedire che il vero messaggio del vangelo si manifeste. Oggi vorrei farvi e farlo anche a me stessa, due richieste, che mi vengono da questa riflessione. La prima è: Siate mansueti e umili, sappiate di quale spirito siete. Che noi possiamo avere lo stesso Spirito che era in Cristo, che si è spogliato della sua gloria e diventato servo per amore nostro. Molte volte ci vestiamo dei nostri argomenti teologici, facciamo il braccio di ferro per vedere chi sa di più, chi ha ragione. Ci vestiamo di tante glorie e il vangelo ci mostra un Dio che si è spogliato della sua. Di quale spirito siamo? Il cuore di Gesù è mansueto e umile. Allora smettiamo di usare il nome di Dio per combattere le nostre proprie battaglie, per difendere le nostre opinioni. Dobbiamo sapere di quale spirito siamo e non basta avere una buona finalità, perché per Gesù, i mezzi che si utilizzano sono importanti. Per Gesù il fine non giustifica i mezzi. Lui non è machiavellico. E’ Santo e Buono. E la seconda richiesta è che noi possiamo comprendere che il Vangelo non ha bisogno di essere difeso, ma sì, di essere vissuto. Che
la tua vita parla più forte dei tuoi argomenti. Gesù come l’agnello muto è stato portato in croce e dalla croce ha detto: “Padre perdonali perché non sanno quello che fanno”. Seguire Gesù non vuole dire trascurare i fatti, essere negligenti con la malvagità e le ingiustizie, al contrario, dobbiamo
combatterle, ma come ha fatto Gesù, con perdono, compassione, imparando ad amarci,e anche facendo buon uso delle rete sociali. Mentre Pietro tagliava orecchie Gesù era occupato a guarirle. E forse, hai avuto il tuo orecchio tagliato per quelli che si dicono seguaci di Gesù, e per questa ferita non hai più orecchio per ascoltare il Vangelo. Ma sappi che Gesù può
guarire le tue ferite. Gesù oggi ci chiama a mollare le nostre spade per avere le mani libere per abbracciare e a spogliarci delle nostre glorie e vestirci del suo medesimo Spirito.
Amen