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Pasqua di risurrezione 2022

22 Giuda (non l'Iscariota) domandò a Gesù: «Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?» 23 Gesù gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l'amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. 24 Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato. 25 Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; 26 ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto..

Che la risurrezione cambiò tutto nella vita dei discepoli e delle discepole di Gesù è un dato acclarato. Cambiò tutto nella loro comprensione della vita e più ancora della morte di Gesù. La morte del maestro che aveva sconvolto tutti loro fino a pensare che ormai tutto fosse senza senso veniva ora compresa come l'adempimento di profezie antiche e poi del compimento di una vita vissuta nella verità e nella vicinanza ai più fragili della società del tempo. Fragili fisicamente e fragili moralmente. Gesù si era fatto fragile come loro e ultimo di tutti loro aveva pagato la sua vicinanza col prezzo della vita. La morte di Gesù era quindi da interpretare non come la capitolazione di tutto ma come l'adempimento del progetto di perdono e amore totale che Gesù portava nel mondo come Figlio di Dio. La risurrezione di Gesù cambiò anche il loro carattere, perché da persone timorose e piuttosto inconcludenti divennero persone determinate e anche coraggiose. Ma questo accadde solo ai discepoli e alle discepole. La risurrezione di Gesù fu sperimentata soltanto da loro. Paolo fa una lista incompleta dei testimoni del Risorto. Scrive che Gesù apparve a Cefa, ai dodici, a tutti gli apostoli, a Giacomo e a più di 500 persone in una volta. La lista non comprese Maria Maddalena, Maria madre di Jose e Salome, e non comprese i due discepoli sulla via di Emmaus. Ma comunque come Giuda (non l'Iscariota) disse a Gesù prima della sua passione, Gesù non apparve a chi non aveva creduto in lui. «Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?» aveva chiesto prima della sua passione. Era una domanda che ovviamente i discepoli si fecero soprattutto dopo. Certo - pensavano - tutto sarebbe stato più semplice se Gesù fosse comparso vivo a Pilato, per esempio o se avesse fatto la sua apparizione in una piazza grande di Gerusalemme o nel tempio a coloro che complottarono per ucciderlo, o se fosse comparso a coloro che avevano gridato "Crocifiggilo! Crocifiggilo!". Questo chiedeva Giuda a nome di tutti noi. Già, perché no? Perché Gesù non si prese la sua rivincita su chi voleva toglierlo di mezzo una volta e per tutte?

Questa è una domanda molto seria data la difficoltà di credere in quello che non si vede con i propri occhi. Secondo un sondaggio pubblicato qualche anno fa in Francia solo il 13% dei cattolici crede nella risurrezione, mentre nel totale degli interrogati solo il 10% ci crede e il 14% ci spera; il 33% degli interrogati (il 40% dei cattolici) è persuaso che ci sia qualcosa dopo la morte, ma non sa di che genere; il 43% del totale e il 33% dei cattolici è persuaso che non ci sia nulla dopo la morte”; il 7% dei cattolici crede nella “reincarnazione” in questa vita! Ma questo è un sondaggio rivolto ai cattolici della laicissima Francia e in Italia? Non ho trovato dei sondaggi recenti - men che meno riferita a protestanti - ma solo un dato, cioè che solo il 20% degli italiani afferma di credere nella risurrezione. Ora sappiamo per certo che nel mondo del tempo del Nuovo Testamento la fede nella risurrezione non era facile da predicare. Ricordate la risposta degli ateniesi quando Paolo cercò di annunciar ela risurrezione di Cristo? Dissero: "Su questo ti sentiamo un'altra volta". E abbiamo anche letto che un problema simile c'era anche nella chiesa di Corinto.
Ora il Quarto evangelista ci racconta che Giuda (non l'Iscariota) colse l'occasione per rivolgergli questa domanda: «Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?». Sarebbe così tanto più semplice il compito di noi cristiani - forse pensava - che Gesù si fosse manifestato al mondo e non solo a discepoli. Ma è poi davvero così? Lasciamo per un attimo da parte questa domanda e ascoltiamo come rispose Gesù.

Egli disse: Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l'amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole. Prima osservazione: Gesù corregge la divisione che Giuda fa fra "noi" cioè i discepoli , che divennero testimoni del Risorto e "il mondo". Giuda aveva detto infatti: "Come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?". Gesù corregge questa divisione fra noi e mondo e ne esprime un'altra, distingue fra chi ama Gesù e chi non lo ama. Questa correzione è molto importante. La differenza, secondo le parole di Gesù, non sta nell'essere testimoni oculari del Cristo Risorto (i discepoli) e nel non esserlo (il mondo) ma fra chi ama Gesù e chi non lo ama. In questa nuova categoria, "quelli che amano Gesù" cioè non sono presenti solo coloro che hanno visto il risorto, ma tutti, tutti quelli che amano Gesù. Quindi sono compresi anche coloro che amano Gesù senza averlo visto di persona, senza averlo visto risorto. E come si vede che uno o una ama il Signore? Se osserva la sua parola. Amore cioè non è sentimento, o non è soltanto un sentimento, ma è un fare, un incarnare quella parola nella propria vita. Se uno ama il Signore e osserva la sua parola (pur non avendo visto il Risorto) il Padre lo amerà e Gesù e il Padre andranno a lui o a lei e dimoreranno presso di lui o di lei. Quindi ecco la sequenza: (1) amare Gesù, (2) e cioè osservare la sua Parola, (3) Cristo insieme al Padre abiteranno presso di lui o lei. Questo - dice Gesù - sarà la sua manifestazione da Risorto che avviene nella vita di chi ama Gesù. La Pasqua è il Risorto che col Padre va a vivere nella vita dei credenti. Quindi non ha importanza cruciale la visione del Risorto. Questa visione fu indispensabile per far sapere che Gesù era vivente, ma fu l'amore verso Gesù che aprì i discepoli e soprattutto le discepole alla rivelazione del Risorto.

Come questa rivelazione sarà resa possibile? Gesù lo spiega subito dopo. Sarà il Consolatore, lo Spirito che Gesù avrebbe mandato dopo a sua morte che avrebbe avuto il compito di insegnare e ricordare: il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto.

Dunque la fede nel Risorto non dipende dal vederlo oppure no, ma da se amiamo Gesù oppure no. Se lo amiamo Egli e il Padre verranno ad abitare da noi e in noi. Come? Attraverso lo Spirito, il Consolatore che procede da Gesù e dal Padre viene a rivelare il Cristo Risorto a chiunque lo ami. Lo Spirito renderà così possibile il comprendere la sua parola, il ricevere i suoi insegnamenti, il fare la sua volontà, e il credere che Lui è il Vivente, il Signore che ci ama infinitamente e con la risurrezione diventa nostro fratello. Ricordate cosa disse a Maria Maddalena: Va a dire ai miei fratelli: "Io salgo al Padre mio e Padre vostro, all'Iddio mio e l'Iddio vostro".

Riprendiamo a questo punto la domanda che avevamo lasciato in sospeso: La fede nella risurrezione di Gesù sarebbe stata più semplice se Gesù fosse apparso vivo a Pilato, al Sinedrio, alla folla che gridò "Crocifiggilo"?

Chi mai potrebbe rispondere a questa domanda? Ho due risposte, una da una parabola di Gesù e una da un celebre testo di Dostoewskij. Il primo testo si trova in Luca 16 ed è la parabola del ricco e Lazzaro. C'era un ricco egoista e un povero mendicante. Alla loro morte il ricco andò nell'Ades e il povero nel seno di Abramo. Il ricco voleva che Lazzaro andasse ad avvertire i suoi fratelli del suo destino così che loro potessero cambiare vita. Ma Abramo disse: "Se non ascoltano Mosè e i profeti non si lasceranno persuadere neanche se uno dei morti resuscita". Cioè neanche se Gesù fosse comparso vivo a Pilato o a coloro che lo vollero crocifisso, essi avrebbero creduto in Lui. Questo mi sembra l'assunto. Seconda risposta: Dostoewskij rappresentò questo dramma nel romanzo dei Fratelli Karamazov, ambientandolo nella Spagna dell'Inquisizione. Gesù torna, viene riconosciuto da tutti ma viene arrestato dal grande inquisitore che con lui ingaggia un dialogo che in realtà è un monologo. Lui contesta Cristo ed è pronto ad ucciderlo di nuovo, ed ha anche il potere di farlo. Il testo ha un finale bellissimo, pieno di poesia. Gesù lo bacia sulla bocca e l'inquisitore a cui quel bacio brucia gli dice: "Vattene e non tornare miai più". E Gesù si allontana nelle vie oscure della città. Ecco la risposta che Gesù non diede ma che in base a ciò che disse possiamo supporre: anche se Gesù fosse comparso vivo a coloro che lo vollero morto nulla sarebbe cambiato in loro. La relazione con il Cristo risorto - dice Gesù - è la stessa relazione che si era stabilita prima con loro, una relazione di amore. Questa relazione avrebbe comportato l'evento: Gesù e il Padre che vanno a dimorare nei/nelle discepoli/e. Se questa relazione non si era creata prima allora neppure Gesù che tornava dal soggiorno dei morti avrebbe potuto veramente cambiare le cose.

Un'ultima cosa: ci sono credenti anche fra noi forse che fanno fatica a credere nella risurrezione e fanno fatica credere in un Dio personale che torna, ci parla, ci perdona, ci porta con sé. Cosa dire a chi vive questo dubbio radicale? Rispondiamo come ha risposto Gesù: apri il tuo cuore e fa crescere in te l'amore per Gesù che viene dalla conoscenza della sua vita, delle sue scelte. Se amiamo tanto Gesù osserveremo il suo insegnamento che lo Spirito ci ricorderà e renderà attuale nella nostra vita. Se ameremo Cristo nonostante i nostri limiti, Egli stesso verrà a farsi casa in noi col Padre. E allora come faremo a pensare e a credere e a obbedire a un Cristo morto? Cristo è risorto e ci porta con sé presso Dio insieme a Lui. E se ancora non credi o non ti sembra di credere come vorresti dunque non ti preoccupare, comincia con l'amare Gesù e con l'obbedirlo e poi lo Spirito ti guiderà alla fede, una fede che va invocata giorno per giorno, che mai va data per scontata. Bonhoeffer disse una frase importante e vera: Solo chi crede obbedisce; e solo chi obbedisce, crede. Se pensi di non credere non usare questo come un alibi, piuttosto comincia con il conoscere la parola di Gesù e con l'obbedire a questa parola. Allora piano piano si farà strada in te la fede in Colui che servi. Paolo scrisse: Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi. 35 Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? (...) 37 Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. 38 Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, 39 né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore. (Rom 8, 34-39).

Sì, Cristo è veramente risorto! Alleluia!