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Salmo 121

Il Salmo 121 è un Salmo di pellegrinaggio (di salita o ascensione) ed era cantato dai pellegrini che salivano a Gerusalemme in occasione delle grandi feste, rispecchia la situazione di pericolo dei pellegrini e la richiesta di protezione a Dio. Si recitava anche quando si partiva dal pellegrinaggio per ritornare a casa, è un testo antifonale. Notate i vvs. 1-2 in prima persona recitati dal pellegrino che riparte, e i successivi in seconda persona pronunciati dal sacerdote come una preghiera di benedizione al viaggiatore. Così è conosciuto questo Salmo e si recita in Israele prima di iniziare un viaggio, è abitudine nella Kabalah di conservare il testo scritto di questo Salmo nella stanza dove avviene il parto. La vita è un viaggio e il nascituro/a è accolto nella vita con la benedizione contenuta nel Salmo.

Vvss. 1-2. Ipotesi di lettura in chiave anti-idolatria. I monti erano considerati dagli antichi dimora degli dei, i luoghi alti o bamoth erano dei primitivi santuari dove i clan adoravano i loro dei, vi è costantemente nella storia di Israele una chiamata per abbandonare i luoghi alti e le montagne dedicate agli dei per adorare soltanto Dio e nel solo santuario del Monte Sion. In questa prospettiva leggiamo il Salmo come un invito a non salire sugli altri monti attorno a Gerusalemme dove adoravano i cananiti o dove i padri si erano deviati del retto culto a Dio, per salire al monte Sion. La parola che domina il Salmo è Protezione, aiuto, soccorso ‘ezriy parola relazionata con il termine salvezza. Il pellegrino alza gli occhi ai monti e si chiede da quale montagna mi verrà l’aiuto? La risposta è che soltanto da Adonai puo venire il soccorso (la salvezza) o la protezione contro i pericoli della strada, la minaccia al viaggiatore. Questa risposta implica una confessione di fede in Adonai come salvatore (aiuto del misero, del provato, della persona in pericolo) e come creatore del cielo e della terra. La confessione della fede è ora accompagnata da una preghiera in cui si chiede la benedizione e la protezione divina. La creazione non è intesa come un atto all’inizio del tempo in Israele ma come un’azione continua, Dio è continuamente creatore perciò forma parte della fede nel creatore la fede in Dio che oggi concretamente agisce in nostro favore “crea” ogni giorno la nostra vita e la protegge del continuo.

Vvss. 3-8. Dio “non dorme” cioè non abbandona mai i suoi. Se vi ricordate di Elia sul monte Carmelo, il profeta irride i sacerdoti di Baal in 1 Re 18,27 dicendo che talvolta Baal ritardava il suo intervento perché forse era ancora addormentato (ma era già il mezzogiorno) e dovevano svegliarlo. Il contrasto tra il dio pagano che “dorme”, e dunque non può rispondere sempre al fedele che lo invoca, e Adonai che è sempre pronto e può essere sempre invocato perché ascolta sempre ed è disposto ad aiutare, risulta più che evidente. Su questa immagine di Dio che non dorme mai e protegge sempre i suoi fedeli è costruita poeticamente questa seconda parte del Salmo. Possiamo quasi chiederci cosa sarebbe l’unica cosa che Dio non fa mai: egli non dorme in nessuna occasione. Dalla prima frase non permetterà che il tuo piede vacilli (o scivoli) fino all’ultima ti proteggerà quando entri e quando esci, è implicita questa idea di Adonai che veglia sempre senza riposarsi su Israele e sui fedeli che si affidano a lui nella vita. Dio è dunque il Guardiano, Protettore di Israele e dei singoli devoti. Il radicale shmr dal quale si formano tutte le parole che evocano aiuto, protezione compare in questo Salmo ben sei volte, Adonaishmr è un nome per Dio che significa dunque il Signoreguardiano la cui protezione è continua e piena. Sarebbe il sacerdote a pronunciare questa parte del Salmo come preghiera di benedizione per affidare il pellegrino alla protezione di Dio. Egli non dorme né sonnecchia e perciò è sempre pronto ad aiutarci.

Analizziamo infine alcune delle espressioni poetiche di questa parte del Salmo:

Il Signore è la tua ombra, egli sta alla tua destra: abbiamo già analizzato questa immagine commentando altri salmi, l’idea è molto plastica ed è ben resa dall’idea della madre che ha in mano il suo bimbo o del padre che porta dalla mano il figlio/a, l’ombra di Dio significa che egli è al nostro fianco e ci protegge. Immaginate un soldato che porta alla sinistra il suo scudo per ripararsi dai colpi del nemico mentre a destra ha un altro scudo (doppiamente protetto) che è l’ombra del Signore.

Di giorno il sole non ti colpirà né la luna di notte: significa che il Signore ti proteggerà durante tutto il giorno, dal calore cocente del sole durante il giorno e durante la notte perché il Signore non dorme mai. Gli antichi pensavano che i raggi della luna potessero in qualche modo danneggiare le persone. Si tratta di antiche superstizioni collegate alla credenza che gli astri fossero divinità o in qualche modo potessero influenzare positivamente o negativamente la vita delle persone. Ricordate l’astrologia che è nata in Babilonia e l’idea superstiziosa che persiste anche oggi, dell’influenza degli astri che presiedono alla nascita. Qui si combatte questa idea.

Ti preserverà da ogni male proteggerà l’anima tua: queste immagini ci ricordano il padrenostro, abbiamo un’appropriazione individuale della professione di fede in Dio creatore e salvatore, se Dio ha  creato un mondo “buono e bello”, la presenza del male è collegato al “fare” umano contrario alla volontà divina, preservare da ogni male significa che il Signore crea una realtà nuova dove il male non avrà spazio. Questo accade sia in questa vita che nella vita futura, in realtà sappiamo che sarà soltanto nella vita futura che il male scomparirà dalla terra. Adesso la promessa è che il Signore ci proteggerà quando entriamo (la nascita) nella vita, mentre viviamo e percorriamo il sentiero della vita (che è la nostra esistenza come viaggio), e quando usciamo cioè quando finisce il nostro viaggio. Noi ci addormentiamo nella morte ma colui che non dorme accoglie la nostra fine per incorporarci alla sua eternità ‘olam.

Infine, l’interpretazione cristiana del Salmo per esempio, Calvino, parte dall’idea della montagna dove si erge il santuario come la croce di Cristo, chi alza gli occhi verso il crocifisso, verso Cristo, chi ha fede in Lui solo, riceve la salvezza per grazia mediante la fede e inizia un cammino di santificazione sotto lo sguardo e la protezione del Signore che ci conduce nel nostro pellegrinaggio fino alla vita eterna promessa al credente.