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2 Cura e salvaguardia del creato (culto radio)

Preghiera d'invocazione:

Padre nostro che sei nei cieli e che sei sulla terra, ti preghiamo di sostenerci nell'attesa della tua opera in mezzo a noi. Ti preghiamo per la pace e la giustizia che si realizzano quando ciascuno di noi si prende cura dell'altro e del creato. Ti affidiamo la nostra esistenza che vive nella tua memoria, nel nome di Gesù. Amen.

INNO

SALMO 50,1-6

Il Potente, Dio, il SIGNORE, ha parlato e ha convocato la terra da oriente a occidente.

2 Da Sion, perfetta in bellezza, Dio è apparso nel suo fulgore.

3 Il nostro Dio viene e non se ne starà in silenzio; lo precede un fuoco divorante, intorno a lui infuria la tempesta.

4 Egli chiama gli alti cieli e la terra per assistere al giudizio del suo popolo:

5 «Radunatemi», dice, «i miei fedeli che hanno fatto con me un patto mediante il sacrificio».

6 I cieli proclameranno la sua giustizia, perché Dio stesso sta per giudicare.

Dio parla crea e rinnova la sua creazione

In questo Salmo di Asaf troviamo una manifestazione divina che ha lo scopo di una chiamata a giudizio del suo popolo e dell'intera terra. Dio si manifesta attraverso la sua parola che percorre la terra intera e raduna i suoi, il mondo e l'intera umanità perché la giustizia si realizzi attraverso un rinnovamento del patto di Dio con il suo popolo. Questa parola rinnovamento è una chiave di lettura per la chiesa in ogni tempo. Dio parla e chiama per rinnovare e fare nuove tutte le cose.

Dio appare e parla nel tuono e nel fuoco, viene a incontrare i suoi e il mondo, chiama i cieli e la terra e si manifesta come Dio che viene e parla. Il parlare di Dio ha sempre una conseguenza creativa, Dio ha parlato "due volte" nella creazione e nel Sinai, dando al suo popolo la legge e stabilendo con loro un'alleanza. La prima parola crea il mondo, chiama alla vita, dà al mondo la luce e l'alito della vita. L'opera della creazione è il risultato del parlare divino, Dio parla e esplode la luce e la vita, il parlare divino non è senza conseguenze, sconfigge il vuoto oscuro dell'oceano immenso del nulla, del caos. Ma il creato sorto dalle parole divine è sempre sotto la minaccia del caos, del vuoto, dell'oscurità, essi possono tornare, possono ancora prendere il sopravento, il creato sorto dalle parole è fragile e deve essere perennemente sostenuto, sorretto e rinnovato dalla parola divina che costantemente viene a rinnovare l'intero creato. Giunge ogni sera l'oscurità e il vuoto sembra cadere come un manto sull'intero creato. Questo Salmo sembra rappresentare una battaglia continua e sterminata perché l'alito del mondo non svanisca. Troviamo la nostra parola chiave: rinnovamento, ogni giorno Dio parla e chiama i cieli e la terra per rinnovare la luce, la vita, questa è la prima missione della parola, rinnovare l'intero creato.

L'arrivo del Signore rinnova la sua chiesa, perché la chiesa deve continuamente essere riformata – rinnovata, nel suo culto, nella sua teologia, nel suo messaggio al mondo perché il Vangelo è vino nuovo che non può essere contenuto nei vecchi otri. Se Dio viene e ci parla il risultato sarà un rinnovamento e un canto nuovo, altrimenti noi ripetiamo una parola e il canto di altri e di altre visitazioni del Signore, che possono andare bene come archeologia della fede, (a tutti piace andare a Roma e percorrere le antiche vie dei fori), ma poi andiamo a dormire nei nostri alberghi moderni, nessuno vive tra le rovine. Noi non possiamo permetterci di vivere nel passato alle spalle del presente, ogni generazione chiede, esige che alla parola che Dio ci rivolge ne segua un rinnovamento, i segni della presenza dello Spirito in mezzo a noi. Non si può entrare in una chiesa e vivere l'esperienza del museo delle antichità, tutto venerabile, bello, ma arcaico e impolverato che non parla alla mia generazione con la sua poesia, musica, linguaggio, codici, speranze e sfide. Rinnovare significa anche ascoltare quello che lo Spirito oggi dice alle chiese per l'edificazione del corpo di Cristo, impegno che mai si può fermare in una data concreta. Penso alla tragedia di tante comunità che rimaste nel passato hanno perso i loro giovani, mancano di un'intera generazione perché non hanno saputo parlare loro. Perché questo non accada occorre rinnovare ogni cosa e non resistere, impedire, bloccare il necessario cambiamento perché i nostri figli e i nostri nipoti riescano a sentire le nostre chiese che per noi sono state casa di preghiera, come anche la loro casa, casa del Signore e dunque di tutti e non solo di alcuni che impongono a tutti alcuni canti del '600 o un codice teologico obsoleto e ammuffito, una morale vittoriana del divieto dove si dice "no" a tutto. Perché la chiesa è sempre reformanda, in attesa e nel bisogno di essere rinnovata, riformata e cambiata dallo Spirito e secondo la storia non di ieri ma di oggi o forse ancora, se restiamo capaci di profezia, della potenza del futuro che appronta il proprio domani.

(INNO)

Preghiera:

Signore e Dio nostro, troviamo in noi questo sentimento di estraneità, che se non altro, accomuna tutti gli esseri umani in quel territorio comune dell'essere sempre estranei a se stessi. Sorreggi ogni sforzo compiuto per rinnovare e trasformare le nostre chiese perché siano casa di tutte le generazioni e di tutti gli esseri umani, indipendentemente della loro condizione o provenienza. In Gesù, Signore nostro, Amen.