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i discepoli di Emmaus

C'è una differenza fondamentale fra i racconti della risurrezione e delle apparizioni del Signore in Luca, e negli altri Evangeli. Consiste nel fatto che la prima apparizione del Signore Risorto non ha come destinatarie le donne vicine alla tomba vuota e aperta, ma a due discepoli che non appartengono al gruppo dei XII. Essi hanno lasciato Gerusalemme scoraggiati, tristi e sconfitti. Questo cammino verso Emmaus è un simbolo del cammino della fede, una sorte di metafora, se volete, del nostro percorso di fede.

Tra l'altro, tutto l'Evangelo di Luca è strutturato da questa immagine del cammino: Gesù percorre la Galilea in cammino verso Gerusalemme, il luogo dove affronterà da solo il suo desti¬no. Lungo il cammino, Gesù va scoprendo e rivelando agli altri il senso della sua missione: evangelizzare i poveri, proclamare l'amnistia del Signore ai prigionieri, guarire il corpo e l'anima di un'umanità sofferente e in attesa, istaurare il Regno di Dio nell'ambito del tempo e dello spazio. Ma lungo il cammino, Gesù rivela anche se stesso come il Messia, il Figlio di Dio: ciò che Gesù fa e dice, cioè le sue azioni e le sue parole diventano il contenuto della sua rive¬lazione, l'Evangelo del Regno che i suoi discepoli dovranno proclamare senza confini di tempo né di spazio. Il cammino diventa metafora, immagine, allegoria del percorso di fede che giunge alla scoperta sorprendente: il Maestro, il falegname di Nazaret è il Verbo Incarnato, il Salvatore e Redentore del mondo. Senza la fede quest'identificazione sconvolgente è impossibile. Il cammino della fede inizia con un incontro, possiamo parafrasare Giovanni nel principio s'incontra Gesù, il risorto, ma non lo conosciamo ancora (o meglio non lo riconosciamo), ci sfugge chi sia. Come in questo incontro nella via verso Emmaus, quando questi due discepoli anonimi "non riconoscono Gesù" perché i loro occhi sono "ciechi", poiché non pensano che sia possibile che il loro Signore sia risuscitato. Questo è l'ostacolo al riconoscimento del viandante come il Cristo nel loro caso, e nel tuo, nel nostro, qual è l'ostacolo, la pietra di inciampo che ti impedisce di "vedere" con gli occhi della fede che Egli è risuscitato e cammina in mezzo a noi?

Il cammino evangelico con Gesù era finito per questi disce¬poli che "se ne andavano... a un villaggio nominato Emmaus". Per loro Gesù era il Profeta che "doveva riscattare Israele", ma che era morto "ormai da tre giorni". La loro esperienza di fede era ormai fallita e loro la ritenevano finita, le loro aspettativa non erano state adempiute da Gesù. La croce e la tomba avevano seppellito i loro sogni di riscatto. Non hanno avuto nemmeno, come gli altri, la pazienza di aspettare almeno tre giorni, di attendere a Gerusalemme ancora qualche giorno. Ma in loro favore diremo che camminando verso Emmaus, addolorati e perplessi, ancora "s'interrogano e discuto¬no", nel tentativo di capire "quel che era accaduto in Gerusalem¬me in quei giorni". Il cammino verso Emmaus è dunque il tentativo di capire come "quel profeta potente in azioni e parole", sia finito sulla croce e nella tomba; è il tentativo di interrogare una fede che era fin'allora incompleta, parziale, credeva nell'onnipotenza quando Gesù compiva miracoli ed opere potenti, ma non riusciva ad ammettere ora l'impotenza di Dio, la sua inerme donazione di Dio fatto carne, che si presenta dinanzi a noi, non nelle vesti dell'infinitezza, rinchiuso nel triangolo metafisico, ma nelle vesti di un Dio denudato e trafis¬so, agonizzante per noi, rinchiuso nella debolezza di un uomo, nelle parole e nelle azioni di un essere umano. Questo è il "tema", la "questione" del cristianesimo che è una fede che vive o muore a seconda di quello che crediamo circa Gesù: se è il Figlio di Dio, se è morto per noi e se è veramente risuscitato dai morti; non vi è altro "tema", la chiesa vive per annunciare e proclamare questo Cristo e non per diventare un agente culturale o di potere tra gli altri che si disputano l'obbedienza o la sottomissione degli uomini e delle società. Chi trasforma il cristianesimo in un'associazione culturale o in un strumento di potere uccide non solo il cristianesimo che è fede personale e sequela di Cristo come discepoli, ma uccide pure le persone riducendole a marionette o ingranaggi di un'istituzione usati per mantenere il proprio potere sulla società. Non diremo mai abbastanza nel denunciare profeticamente tutte le deviazioni che trasformano il cristianesimo in religione al servizio di un progetto di dominio sugli uomini e sulle società.

I discepoli sono quindi, sconvolti, perplessi per un fatto strano e incomprensibile: la tomba che doveva contenere quest'uo¬mo impegnato nell'umanizzare Dio per umanizzare l'uomo; la tomba del profeta dei poveri che doveva contenere per cancellarne per sempre la sua memoria pericolosa e insidiosa, quella tomba ignota di avere contenuto la vita eterna: "era immensamente vuota!", e aperta come l'involucro della crisalide. Era vuota e aperta, la sua porta di pietra che doveva sigillare per sempre il ricordo di quell'uomo che aveva avvicinato Dio al sudore, ai calli degli operai, delle lavandaie, dei contadini, che aveva rubato Dio ai professionisti della religione, per lasciarlo libero lì dove la povertà e la sofferenza piegano l'umanità. Ma non riescono a darsi una risposta sul perché quella tomba fosse "aperta e vuota!". Fratelli e sorelle, il principio del cammino della fede è l'incontro con il risorto e poi camminare con lui verso la locanda, accoglierlo, consacrargli la vita, Egli non è invadente, devi invitarlo nella tua casa, accoglierlo e diventare suo discepolo/a. Come sapete questa storia è una catechesi o meglio una predicazione che ha come tema la fede nel risorto. Giunti alla locanda Egli fa finta di volere andare oltre, ma i discepoli perplessi e dubbioso "non lo lasciano andare", qui abbiamo come direbbe Paolo "un mysterion", alcuni prima di arrivare alla locanda, alla fine del loro viaggio lasciano andare via Gesù, rinunciano alla fede. Noi non dobbiamo lasciarlo andare, se gli chiederemo: "rimani con noi Signore "si fa sera" e senza di te giungerà la notte oscura e fredda e noi saremo sol", il Signore rimarrà con noi, non andrà via. Gesù è rimasto, il Signore risuscitato rimane con noi se abbiamo la fede per riconoscerlo: nella Scrittura di cui egli è adempimento e che rende testimonianza delle sue parole e azioni per il Regno e la redenzione dell'umanità; nel partire insieme il pane e bere il vino.

Quando i loro occhi furono aperti e riconobbero nello straniero che parlava parole di fuoco che facevano ardere l'anima il Signore, allora in quello stesso istante, egli scomparve. Perché nessuno può possederlo e farlo suo, Egli fa di noi i suoi discepoli ma noi non possiamo fare altro che accoglierlo per fede e in speranza. Tornarono a Gerusalemme e trovarono gli altri discepoli che avevano fatto la stessa esperienza, anche loro avevano trovato il risorto, loro pensavano che era apparso soltanto a loro, invece era apparso a tutti gli altri come a loro.