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Nuove creature in Cristo Gesù

Ogni settimana compiamo questo esercizio vitale per noi di penetrare nelle parole, nella casa delle parole ce è la Bibbia, parole di Dio che utilizza le parole nostre per parlarci dalla nostra altezza, che è spesso l’altezza del dolore, o della gioia dei nostri istanti umani. Oggi abbiamo con noi due parole molte serie: le cose vecchie (arjaia) son passate e tutto è diventato nuovo (kainà). Perché sia così e nella nostra esistenza ci sia stata questa trasformazione del vecchio in nuovo, c’è una condizione: essere in Cristo: ei tis en Jristò. Ma prima di penetrare nelle parole vediamo un po’ il contesto nel quale scaturiscono. Vediamo il vs. 16 che appare incomprensibile se non sappiamo questo. L’apostolo Paolo aveva degli avversari anche a Corinto che lo consideravano come inferiore agli altri apostoli (per molti non era affatto un apostolo) perché non aveva conosciuto Gesù (non aveva avuto un contatto fisico con lui). Ecco spiegato il senso di questa premessa all’affermazione sul vecchio e il nuovo. Paolo dice che la carne non conta né giova, quello che è importante è la fede: essere in Cristo significa avere creduto in lui con tutta l’anima, la mente e il cuore, dando l’intera esistenza al suo vangelo.

Adesso possiamo entrare nelle nostre parole di oggi. Siete nuova creazione, l’espressione è molto discussa, voleva l’Apostolo evidenziare il risultato di una nuova creazione compiuta da Dio in Cristo – l’essere nuove creature -, o l’atto attraverso il quale noi siamo trasformati in una nuova creazione, che in Cristo avviene una nuova creazione dell’esistenza? Anche se a qualcuno queste domande e altre simili sembrano delle digressioni senza importanza, sono invece fondamentali. Io penso che l’Apostolo sia convinto di due cose. La prima è che l’incarnazione di Cristo sia l’inizio di una nuova creazione kainé tisi, che continua attraverso la fede in Lui e che coinvolge quelli e quelle che hanno creduto in Lui. La fede è relazione, rapporto personale con Cristo perciò non conta averlo conosciuto personalmente, immaginate la lontananza nostra con l’evento di Gesù, se fosse necessario averlo conosciuto, per noi che viviamo duemila anni dopo sarebbe impossibile la fede. Non è soltanto una creazione o una ricreazione, noi viviamo ancora nel mondo della prima creazione, in mezzo alle cose vecchie che non sono passate ma persistono. Si tratta di una nuova creazione inserita dentro della vecchia creazione come segno del futuro, che dice come sarà la creazione ultima, il nuovo cielo e la nuova terra. Per un periodo ancora imprecisato di tempo, chi crede in Gesù vivrà ancora nel vecchio mondo ma sarà già una parte del nuovo che Dio ha creato di nuovo in Cristo Gesù.

Proviamo a dirlo in un altro modo. Attraverso Gesù Dio ha compiuto un atto di riconciliazione con il mondo antico e con la forma di esistenza di questo mondo condannato alla morte. Questa parola riconciliazione è katallaghé e significa farsi altro da sé. Complicato vero? Solo apparentemente. Per riconciliare il mondo con sé Dio diventa in Cristo altro, cioè diventa un essere umano e muore sulla croce. Diventare altro da sé non è facile, ci vuole molta forza. Allora noi eravamo una parte di questo vecchio mondo ed esistenza destinati alla morte. Se Dio è diventato altro da sé è stato per liberare la potenza che farà adesso di noi altro da sé, saremo sì ancora per un tempo una parte del mondo vecchio e la morte verrà a chiedere i nostri occhi, la nostra vita, ma non siamo ormai soltanto quella vecchia esistenza, siamo qualcosa di nuovo, una nuova creazione per la nostra fede in Gesù. Portiamo nel vecchio corpo mortale un tesoro di grazia e di gloria la vita nuova che appartiene al futuro. Non siamo soltanto il risultato del nostro peccato nel vecchio mondo cacciato dall’Eden primigenio alla terra di Nod per incontrare l’abitante del deserto, il male e la morte. Siamo state raggiunti dal futuro di Dio, da Cristo che ci incorpora a sé, al suo essere altro perché essendo Dio è diventato uomo perché noi, che siamo peccatori possiamo ricevere la riconciliazione e diventare nuove creature in lui.