IL TESTAMENTO DI GESU' 6
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- Scritto da Martin Ibarra
I discorsi di commiato di Gesù che stiamo analizzando costituiscono una vera e propria rivelazione dell’origine e del destino di Gesù. Ora la nota che sembra prevalere è la tristezza dei discepoli di fronte alla rivelazione della partenza di Gesù. Addirittura, questa tristezza riempie i loro cuori e li lascia muti per cui non chiedono più niente a Gesù. Le sue parole saranno un invito a superare questa tristezza che ora sembra dominare i loro cuori. La promessa dello Spirito sarà lo strumento perché possano vincere il dolore della separazione e superare lo sconforto, perché non prenda il sopravvento sulla speranza. Vediamo ora le ragioni della tristezza.
Vvss. 5-7. Prima i discepoli erano protetti dalla presenza e dalla comunione con Cristo, ora rimarranno apparentemente soli. Sono almeno due le ragioni della tristezza. La prima consiste nel fatto dell’odio e del rifiuto del mondo, i discepoli sentono questa ostilità e questo rifiuto, si rendono conto di non essere una parte del mondo. La seconda ragione deriva dalla prima, si sentono come “abbandonati”, smarriti in un mondo che non è loro e dove sanno troveranno persecuzioni. Ma perché loro possano vincere questa tristezza Gesù dice loro tutte queste cose. Questa sarebbe la ragione del discorso stesso di Gesù: aiutarli a vincere la tristezza. Come si può vincere la tristezza dell’abbandono apparente nel mondo ostile? Gesù li incoraggia dicendo che paradossalmente conviene loro che egli parta. Perché in questo modo, quando sarà di nuovo con il Padre potrà inviare loro lo Spirito Santo, il Paraclito che agirà in loro favore. L’afflizione che troveranno nel mondo non è nulla paragonata alla gioia che avranno attraverso l’opera in loro e nel mondo dello Spirito Santo. Nei discorsi che hanno lo Spirito come tema è chiaro che sarà Gesù a inviarlo. Il testo io vi dico la verità, è una chiave per leggere questo brano. Gesù dice la verità: invierà lo Spirito, esso è in relazione alla parola che Gesù ha insegnato loro. La funzione dello Spirito si configura dunque in relazione alla parola annunciata (rivelata) da Gesù ai discepoli, lo Spirito renderà ancora più forte questa parola che custodiscono i discepoli nei loro cuori. In realtà la tristezza sarà superata quando incontreranno il Risorto, perché lo Spirito è la garanzia che Gesù rimarrà con loro per sempre, attraverso la presenza dello Spirito in mezzo a loro.
Vvss. 8-10. Lo Spirito avrà una funzione diversa nei confronti del mondo: convincerà il mondo di peccato, giustizia e giudizio. Vediamo insieme queste tre parole. Abbiamo già spiegato che per Giovanni il peccato consiste nell’incredulità, il giudizio del mondo parte dalla condizione di incredulità e di chiusura, è sempre auto-giudizio perché si configura come rifiuto della rivelazione di Gesù e della sua persona, la giustizia è quella di Cristo che può coprire il peccato e volgere il giudizio di colpevolezza in salvezza se si crede nel Figlio di Dio. La missione dello Spirito sarà dunque convincere il mondo, ammonirlo, ammaestrarlo, affinché creda nel Figlio. Lo strumento che userà è la parola proclamata dai discepoli e dalle discepole di Gesù, questo è l’elemento sorprendente del discorso del Paraclito. Non viene come agente del giudizio a distruggere o annientare i peccatori, a portare a consumazione il giudizio, ma a continuare l’opera di Gesù in modo diverso, attraverso la chiesa e i discepoli, dotandoli di doni spirituali, donando loro la potenza e la franchezza per predicare ed annunciare a tutti la fede in Cristo come via alla vita, alla salvezza. La fede della comunità è il parametro dell’azione dello Spirito, convince il mondo di peccato, giudizio e giustizia, mostrando loro la vita salvata, la fede operante della chiesa dei discepoli che vivono la vita abbondante dell’agape nella potenza dello Spirito, così convince il mondo (non lo sovrasta o annienta, non lo priva della sua libertà) attraverso la sua opera nella chiesa.
Vvss. 12-15. Questo è il tema successivo in questo discorso sul Paraclito, la sua opera nella chiesa, nei discepoli. Lo Spirito riprende “tutte le parole di Gesù” e le ripropone (reinterpreta?) ai discepoli stessi sotto una nuova luce: perché Gesù non è più presente fisicamente ma nelle sue parole e attraverso l’opera dello Spirito. La funzione dello Spirito si legge dunque in servizio alla parola di Cristo e alla predicazione, alla testimonianza della verità rivelata nelle parole, opere e persona di Gesù. Inoltre lo Spirito “guida all’intera verità”, conduce la chiesa verso l’evento dell’incontro nella storia con tutta la verità che è Gesù e che le sue parole hanno mostrato e rivelato. Lo Spirito sarà dunque lo Spirito della “verità”, non dimentichiamo che Gesù ha iniziato il suo discorso affermando che Egli è la verità. Proprio la verità alla quale siamo guidati in primo luogo è alla pienezza della vita di Gesù (il secondo termine del logion era Io sono la vita). Lo stretto rapporto tra vita e verità ci conduce a chiamare lo Spirito anche Spirito de vita e di verità. Conferma dunque la testimonianza di Gesù e la rende più forte. Afferrare “tutta la verità” è posta in contrasto con il semplice sfiorare aspetti singoli della verità. Nel vangelo di Giovanni continuamente si vede questo contrasto. Nicodemo p.e. coglie un aspetto della verità “tu vieni da Dio poiché le cose che fai non ptrebbe farle un uomo”, ma mentre egli coglie un singolo aspetto, gli sfugge la verità totale della persona di Gesù, non solo viene da Dio, ma è il Figlio unigenito di Dio, venuto al mondo per salvarlo. Anche la donna samaritana coglie un aspetto della verità “Signore vedo che sei profeta”, in questo caso si coglie il rapporto tra Gesù e la parola divina, ma non si capisce che in Lui coincidono parola e persona, egli è la stessa parola divina. I discepoli lungo il percorso con Gesù hanno capito un po’ alla volta tutte le sfumature comprese nelle parole di Gesù e il suo rapporto con Dio. Ma a loro manca ancora cogliere l’aspetto fondamentale: il rapporto tra Gesù e Dio Padre, adesso saranno guidati a questo contenuto essenziale del vangelo per opera dello Spirito Santo, perché al di là dei singoli aspetti della fede, possano vedere Gesù, essere guidati alla totalità della verità di Gesù, alla coincidenza in Gesù tra verità e vita. Chi crede alla verità di Gesù riceve, vive, penetra nella pienezza abbondata della vita stessa di Dio fino all’eternità.
Il Paraclito non parlerà da se stesso, ma come Gesù ha detto loro tutto quello che il Padre gli ha dato, così ora lo Spirito ricorderà loro tutte le parole di Gesù, in questo modo lo glorificherà, rivelando ai discepoli il riconoscimento di Gesù da parte del Padre, il destino di Gesù, avere dal Padre la gloria che condividevano dal principio. Notate dunque come la parola viene dal Padre al Figlio, dal Figlio allo Spirito e da esso alla chiesa, ai discepoli per l’annuncio e la proclamazione, la testimonianza e la vita interiore nell’agape. Noi conosciamo attraverso lo Spirito la parola che ci è stata donata da Cristo e che è egli stesso, che viene dal Padre e torna al Padre, entra nella vita stessa di Dio e partecipa alla verità che è Cristo, alla pienezza della verità che egli è e ci rivela.
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