Questo sito web utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione.

Diretta Facebook 25 marzo

Il mistero di Milano e del mondo
Isaia 29,16
Che perversità è la vostra!
Il vasaio sarà forse considerato al pari dell'argilla
al punto che l'opera dica all'operaio:
«Egli non mi ha fatto?»
Al punto che il vaso dica del vasaio:
«Non ci capisce nulla?»
 
Ciò su cui mi voglio soffermare è soprattutto la metafora del vaso e del Vasaio.
E' una immagine molto suggestiva che viene ripresa più volte nella Scrittura
Ad esempio in Geremia 18, 5-6
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
 «Casa d'Israele, non posso io fare di voi quello che fa questo vasaio?»,dice il SIGNORE.
«Ecco, quel che l'argilla è in mano al vasaio,
voi lo siete in mano mia, casa d'Israele!
e  perfino in Romani 9

L'immagine sta ad indicare un giudizio insondabile e l'impossibilità di colmare il gap tra il Creatore e la creatura. Il vaso ha, per così dire, un suo grado di libertà: quello di farsi lavorare quando è ancora argilla. Può essere docile nelle mani di Dio che dà forma all'argilla per farne un vaso per l'uso che corrisponde al suo piano.
Oppure può essere un vaso ostinato che si guasta, un vaso ribelle, che rischia di essere buttato via.
Ma un vaso non può mai pensare di diventare vasaio.
Certo la metafora indica anche la massima intimità di Dio col suo popolo, perché è la mano di Dio che è direttamente a contatto con la vita di Israele.
 
L'immagine è particolarmente adatta per affermare l'alterità di Dio, il testimoniare l'essere di Dio  come Totalmente Altro.
Noi possiamo essere formati, ma pensare di poter essere noi a dare forma a Dio, a manipolarlo, è mero delirio, la Bibbia chiama questo IDOLATRIA. Possiamo provarci, è vero, ma il tentativo è destinato al fallimento.
Tra la creatura e il creatore c'è un mistero che non può essere risolto.
 
A questo punto consentitemi una piccolo excursus biografico proprio sul significato della parola mistero.
Da ragazzino sono cresciuto in parrocchia, e oggi sono molto riconoscente per il fatto che in quegli anni, soprattutto di scoutismo, io abbia trovato in chiesa un ambiente accogliente.
Poi, divenuto adolescente, io che ero un ragazzino timido ma con una intelligenza vivace, cominciavo a porre delle domande, di tipo dogmatico e poi di tipo etico.
Sicuramente ero anche influenzato dal clima contestatario del '68. Ma spesso le mie domande incalzanti finivano sul binario morto del "mistero". La fede è un mistero, il sacramento è il mistero, e mi sembravano un mistero anche alcune posizioni etiche della chiesa, come la sua opposizione alla legge sul divorzio, che invece a me pareva una cosa di buon senso e giusta.
Insomma "mistero", così era sembrato a me, era una parola magica che serviva a tappare la bocca, a chiudere il discorso,
Mistero, io la traducevo in questo modo "Così è e se non ti sta bene, te ne puoi anche andare". E io me ne andai.
Quando cominciai a frequentare, anni più tardi la comunità evangelica di cui sono poi diventato membro, apprezzai molto il fatto che non ci fossero parole e azioni misteriose, e che la spiegazione del Vangelo appariva comprensibile, convincente, persuasiva.
 
La metafora del Vaso e del Vasaio ripropone però, in un certo senso, questa dimensione del "mistero" che non lascia alternativa al credente all'essere umile, a non montarsi la testa.
Il teologo E. Jungel mi ha aiutato a rivalutare la parola mistero, parlando di Dio come mistero del mondo.
 
Jungel distingue tra mistero ed enigma.
Magari proprio in questo periodo, alcuni si cimentano con una rivista popolare che si chiama "Settimana Enigmistica".
Questa è una raccolta di enigmi da risolvere. Quelli bravi riescono anche a completarla tutta. Quelli come me, aspettano il numero successivo per risolvere i tanti enigmi irrisolti.
 
La soluzione dell'enigma prende il nostro tempo. Ma una volta risolto l'enigma non serve più a niente. A quel punto la rivista la puoi anche buttar via, o la puoi conservare ma non più per la curiosità dell'enigma che ormai hai risolto.
 
Il mistero è una cosa diversa.
Il mistero prende non il tuo tempo, ma tutta la tua vita. Mentre rispondi a qualcuna delle domande che esso ti pone, immediatamente una nuova. Il mistero è una settimana enigmistica che non finisce mai.
In questo senso il mistero non serve a dirti che ti devi adeguare e sottometterti, ma che c'è sempre e ancora dell'altro da scoprire.
 
Anche se sei un vaso, certe domande te le poni lo stesso:
Perché son venuto al mondo? E perché in questa parte del mondo? Qual è lo scopo della mia vita?
Dove sono diretto? Cosa significa la situazione che sto vivendo?
 
L'essere vaso ti ricorda che le mani di Dio sono su di te, ma che resta una distanza incolmabile tra te e il Totalmente Altro. Sei immerso nel mistero, ma non sei privo di rivelazione. Perché hai conosciuto Cristo e hai la sua parola.  La Parola di Dio da' forma alla tua coscienza. E mentre segui il Signore, come discepolo o discepola, capisci delle cose, ma ti poni delle nuove domande.
Il mistero non ti chiude la bocca, ma te la apre perché tu viva la vita come una preghiera.
 
Non solo Dio, ma anche il mio prossimo è un mistero e io stesso sono un mistero a me stesso.
Pensiamo a due amanti. Se e quando finisce il mistero tra loro, sarà finito anche il loro amore. Quando uno ha la pretesa di sapere tutto dell'altro, non c'è più ragione di parlare. Molti rapporti sprofondano nel silenzio ancor più che nel conflitto.
Ma se il mistero è tenuto vivo, se la distanza è rispettata, se l'alterità è riconosciuta, allora c'è ancora curiosità e voglia di capire.
 
In fondo anche quello che stiamo vivendo in questi giorni, dobbiamo decidere se lo vogliamo vivere come un enigma o come un mistero.
Chi aspetta il vaccino, o magari se ne vuole appropriare comprandolo in esclusiva, vede la situazione attuale come un enigma. Se si trova la soluzione e magari prima degli altri, si possono fare anche degli affari. E in mancanza del vaccino, si potrà fare un po' di quattrini col mercato nero delle mascherine.
 
Ma chi lo vive come una situazione misteriosa, si interroga.
Cosa significa questo evento per la mia/nostra vita?
In cosa non voglio tornare come prima?
Esista una modalità per cui possiamo trarne insieme una lezione positiva per noi e per tutto il creato?
Forse non sapremo mai da dove diavolo è venuto questo virus. Un certo mistero resterà. Ma esso potrà diventare un mistero positivo, se ci aiuterà a metterci in cammino verso una umanità migliore.
 
Ho letto una preghiera temeraria: "Signore fa che questo virus duri fino al momento in cui saremo davvero pronti a dare una svolta alla nostra vita". E' una preghiera temeraria, perché deve fare i conti con le vittime, che sono già tante, ma anche una preghiera piena di speranza perché non si accontenta che tutto sia una semplice sospensione, ma che il tempo diventi gravido di nuove opportunità, di nuove scelte.
 
Il vaso interroga il vasaio. Ma è ancora argilla viva nelle sue mani e, di domanda in domanda, comincia a comprendere qualcosa della propria forma, del proprio uso, della propria destinazione...

**********************************
Preghiera del pastore Chiromo dallo Zimbabwe
Onnipotente Dio Ascolta le nostre preghiere
Onnipotente Dio creatore del cielo e della terra e di tutto quello che essa contiene
Siamo qui senza aiuto e quasi senza speranza davanti alla minaccia devastante dell’epidemia del COVID 19 che ha il costo di immenso dolore, sofferenza e grande perdita.
I nostri fratelli e sorelle in Italia con cui siamo legati da più di un decennio sono stati colpiti duramente. Quando ascoltiamo le notizie e leggiamo i resoconti di un numero astronomico di morti e di contagiati, non sono “essi” “loro”. Per noi sono i genitori adottivi  o le loro famiglie di circa 300 bambini. Sono quelli che hanno aiutato a costruire ponti d’amore sostenendo l’Ospedale Sanyati e i sei ambulatori con forniture sanitarie, strumentazioni, incentivi al personale che si prende cura della salute dei pazienti.
Per il loro dono e il loro sacrificio hanno porto a noi le loro mani e ci hanno aiutato ad aiutare noi stessi (Atti 3, 6-8); ci hanno iniettato speranza per un futuro migliore (Geremia 29, 11).
Ora, Signore noi ti supplichiamo per loro.
I nostri fratelli e sorelle sono diventati più che amici, più che parenti, più che compagni nelle fede cristiana.
Sono Famiglia per noi. Ezechia pregò, anche noi preghiamo come famiglia. Ricorda le loro azioni di giustizia (2 Re 20, 3). Sappiamo che tu udisti la preghiera di Ezechia e lo guaristi (2 Re 20, 5)
La nostra fede è in Te, Dio (Marco 11, 22). Aiutaci a non dubitare nel nostro cuore (Marco 11, 23). Aiutaci a credere (Marco 11, 24).
Grazie Dio Onnipotente per la tua guarigione e la tua protezione.