I Ketubim: gli scritti poetici e sapienziali della bibbia ebraica
- Dettagli
- Categoria principale: Testi
- Scritto da Martin Ibarra
3. Il Libro di Qohelet.
Chi è Qohelet.
Qohelet è uno dei libri considerati dagli esegeti "problematici", per questo motivo le interpretazioni che troviamo possono essere "antitetiche", opposte, polarizzate, molto negative o molto positive. Questo in parte si deve senza dubbio ai limiti o ai pregi degli esegeti stessi. C'è chi adempie il proprio mestiere con abilità e buon senso e chi svolge i suoi compiti senza giun¬gere a grandi risultati, ma è anche un "problema" del libro stesso il fatto che porti tanti esegeti più o meno competenti a conclusioni opposte e di difficile conciliazione. Il libro può essere considerato l'opera di un "filosofo scettico", o l'opera di un grande "maestro di sapienza". La domanda da porsi è se questa polarizzazione sia il risultato del testo stesso, o se si deve al fatto che si muova fra due opposti alternativi il che può confondere i lettori moderni non avvezzi al metodo di Qohelet.
Il Predicatore è un saggio che cerca di "penetrare", di scavare la realtà, e lo fa con un metodo di analisi sapienziale ed espe¬rienziale almeno, così dice, pretende di studiare e di esperi¬mentare ogni cosa che analizza. Non si accontenta della "prima cosa che affiora", di ciò che sarebbe più immediato e verrebbe alla mano al primo tentativo di analisi. Vuole approfondire la realtà che analizza: la felicità umana, la scienza, la ricchezza, ed altre cose come vie di accesso a questa felicità, il timore di Dio, la fede, i piaceri, ed un lungo seguito di questioni minute ed importanti che vedremo man mano che la nostra lettura se non ci imbattiamo in qualche scoglio e naufraghiamo proseguirà come un viaggio. E' importante il fatto che Qohelet ci "racconti" le sue esperienze e riflessioni. Non si tratta di Salomone: è un maestro che insegna a dei giovani allievi usando delle massime, consigli sapienziali, e che riflette ampiamente su alcuni temi ripetuti costantemente. Possibilmente visse nel IV o III secolo AC. Il libro può essere stato scritto da alcuni dei suoi discepo¬li almeno l'inizio e la fine sono opera d'un editore che tal¬volta raccolse e compilò le sentenze e discorsi più importanti del maestro. Qualcuno scorge pure la mano di qualcuno che "glos¬sò" il testo aggiungendo ad esso i suoi commenti.
Qohelet è un participio che può derivare dal verbo qâhal (congregare, riunire), e dunque sarebbe "chi convoca un'assemblea", presumibilmente per parlare ai convenuti, perciò Lutero tradusse Predicatore. Può derivare dal sostantivo qehâl "assemblea" e dunque significare "l'uomo dell'assemblea" che insegna la sapienza a quelli che sono seduti attorno a lui. Quest'ultima è l'ipotesi più probabile.
Significato della ricerca di Qohelet.
Qohelet sembra dirci qualcosa apparentemente molto semplice: egli si chiede se si possa trovare la felicità piena nello svolgersi la vita con tutte le sue ricorrenze e cicli collegati ad azioni ed eventi diversi gli stessi per ogni vita umana. Per trovare la risposta analizza ed esperimenta tutto ciò che sembra portare alla felicità, o sarebbe meglio dire, a vivere una vita proficua, vantaggiosa (yitrôn). Il risultato appare volta per volta giudi¬cato dalla parola hebel, "vanità", ogni tentativo di trovare la felicità piena nelle cose si rivela "vano", "inseguire il vento". Egli ci dice però che ha trovato un "profitto relativo" che possono procurare: la scienza e la sapienza, la buona mensa e il vino, le gioie della giovinezza, le ricchezze, ecc. Questo pro¬fitto relativo che non è la felicità che si cerca disperatamen¬te , è un "dono di Dio" del quale dobbiamo godere nei giorni che il Signore ci concede, senza offendere Dio, cioè rispettando "il timore dell'Eterno" che è il principio della sapienza, perché Dio giudicherà l'opera di ogni essere umano. La domanda più insidiosa è se il profitto (yitrôn) di chi cerca la sapienza è per Qohelet ridotto alla dimensione dell'esistenza, e cioè se egli parla di una retribuzione del giusto più in là della morte.