I Ketubim: gli scritti poetici e sapienziali della bibbia ebraica
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- Scritto da Martin Ibarra
I. Il Libro dei Proverbi.
Il libro dei Proverbi appartiene al tipo di letteratura chiamata SAPIENZIALE, che ha diverse caratteristiche: è scritta in verso, sopratutto usa una forma letteraria mashal "detto popolare, avvertimento, consiglio della sapienza popolare..., insegna una sapienza che aiuta a vivere, ecc.
Il libro non è un TUTTO omogeneo opera di un solo autore. Si tratta piuttosto di raccolte di detti, di proverbi mashal, in tutto identifichiamo 7 raccolte, di cui la seconda e la quinta sono attribuite direttamente a Salomone, la sesta ad Agur, la settima a Lemuel (ma contengono l'insegnamento di sua madre), la terza e la quarta sono attribuite ai saggi, probabilmente dei funzionari di corte, scribi o alti funzionari dell'amministrazione dello Stato (o insegnanti delle scuole dove di preparavano i futuri dirigenti statali). Di certo possiamo dire che il Libro si è costruito per aggiunta nei secoli di diverse collezioni di proverbi ritenuti autorevoli e degni di essere ricordati.
Le collezioni di proverbi: Storia della trasmissione e della redazione.
La Prima Raccolta 1,1 a 9,12. Sapienza e Stoltezza a confronto.
La seconda raccolta 10,1 a 22,16 I proverbi (di) Salomone.
La terza raccolta 22,17 a 24,22 le sentenze dei saggi (dei dottori).
La quarta raccolta 24,23-34 altre sentenze dei saggi (dei dottori).
La quinta raccolta altri proverbi di Salomone raccolti dagli scribi al tempo di Ezechia: 25,1 a 29,27.
La sesta raccolta le sentenze di Agur 30,1-33.
La settima raccolta 31,1-9 le massime di Lemuel (che sua madre gli insegnò). 31,10-31 elogio della donna virtuosa.
Struttura letteraria del Proverbio.
Il mashal è la forma letteraria tipica in cui si presenta la riflessione sapienziale, si tratta di un detto poetico breve, sintetico (che segue le regole del parallelismo) e che nasce come i detti popolari raccolti nelle sentenze e proverbi popolani riferiti alle stagioni, al clima, alla semina o al raccolto ecc. Nella sua forma popolaresca si fondano sull'osservazione o l'esperienza e devono avere come caratteristica un valore universale. Nelle mani dei sapienti i detti popolari diventano "sentenze", massime che si fondano sull'applicazione della Torah alle osservazioni, esperienze e riflessioni che vogliono avere un valore universale, appunto perché applicano la "sapienza" divina contenuta e rivelata nella Torah alla vita umana organizzata, al lavoro, alla condotta. Il mashal si trasmette prima oralmente e subisce delle trasformazioni che man mano lo fanno passare da detto popolare a espressione colta (più o meno raffinata poeticamente) che alla fine del processo di trasmissione si raccoglie in forma scritta. Poi si raggruppano le sentenze che hanno un tema simile e finalmente sono selezionate le sequenze di sentenze di tema vario che comporranno poi le raccolte finali.
In quanto alla forma vi è una grande varietà: enigmi, proverbi numerici, consigli, esortazioni, liste, dialoghi, controversie, ecc.
I sapienti e l'etica sapienziale.
Lo scopo dei Proverbi è conoscere (amare) la saggezza e l'educazione che provengono dalla Torah interpretata e insegnata dal sapiente; comprendere e divulgare i detti sensati che aiutano a vivere secondo il timore di Dio; ricevere l'insegnamento sul buon senso, la rettitudine, la giustizia e l'equità che orientano in senso etico e morale la vita verso gli scopi voluti da Dio e insegnati nella Torah; dare accorgimenti ai semplici e conoscenza e riflessione al giovane. Notate sp. il vs. 1,7: Yira significa timore ma nel senso di rispetto e reverenza, questo deve essere l'atteggiamento etico dell'uomo sapiente verso Dio, apertura dell'anima verso la trascendenza, lasciare che Dio occupi il posto di sovrano dell'esistenza, questo è resit da'at, il principio, cifra, sintesi della conoscenza.
In 1,20-33 troviamo l'esortazione etica, la chiamata o invito della sapienza per vivere una vita lunga e felice (piacevole), che è lo scopo della conoscenza della Torah. Hokma si presenta come una predicatrice che dirige nella piazza un discorso agli uomini, invitando loro a inseguirla per trovare il consiglio, il rispetto di Dio che conduce alla vita tranquilla, senza paura del male, mentre chi inseguirà la stoltezza si precipita verso la rovina. Neri Proverbi dunque troviamo spesso questo contrasto tra le due vie (due forme di vita) che conducono alla vita o alla morte.
Una vita vissuta secondo Sapienza ha una ricompensa. Il capitolo tre di Prov. possiamo chiamarlo dei doveri: verso Dio 1-12, e verso gli uomini 27-35, mentre i vvss. 13-26 parlano dei vantaggi della sapienza e della prudenza (che qui sono dei sinonimi). I concetti più usati sono quelli di premio o ricompensa per quelli che seguono le vie di Sapienza, e musar castigo, punizione per gli stolti che rifiuteranno l'insegnamento e non osserveranno i doveri verso Dio né verso gli uomini. Come si acquista la saggezza? Ascoltando l'insegnamento del padre che lo ha ricevuto a sua volta da suo padre, e così fino alla prima generazione (Abramo, cfr. Salmo 78:3-6). Ci sono due vie (4,10-19), si segui la via della sapienza ti saranno moltiplicati gli anni (in pace e serenità), se invece segui la via del male, allora la punizione ti perseguiterà fino a raggiungerti. La buona via è indicata con l'azione cumulativa degli organi del corpo (4,20-27), il più importante è il cuore, fonte del ricordo e della vita, perché dal cuore sorge la decisione etica, l'inclinazione per il bene (o per il male), se il cuore è puro sarà puro tutto il corpo.
Personaggio dominante del libro è HOKMA, sapienza, una qualità morale, intellettuale che è personificata in questa donna sapienza, donna esemplare che offre agli esseri umani il suo insegnamento per renderli assennati, saggi di vita, capaci di adempiere i propri doveri e di conoscere il particolare ruolo e posizione che occupano nell'insieme del progetto divino per il mondo.
Sapienza offre un "impegno" agli esseri umani: diventare saggi. La saggezza è così la conoscenza di Dio, di cui il "timore" riverente è il principio. Dio creato il mondo e le generazioni umane, ha collocato l'essere umano nel mondo e nella sua generazione, in un luogo, in un territorio umano e fisico, in una storia vitale , così l'essere umano è inserito in un contesto, e ha un obbligo, un impegno: capire quali sono i suoi doveri verso Dio, la sua generazione e popolo, la storia e il mondo. Capitale in questa concezione è il ritrovamento di questo territorio da occupare in modo degno, onesto e saggio (noi diremmo responsabile).
Sapienza aiuta l'essere umano a trovare questo luogo: Sapienza è volta per volta casalinga o padrona di casa che allestisce il banchetto, l'artigiana che lavora la vita per insegnarci la scienza di saper vivere (in questo consiste la sapienza che offre), insegna agli esseri umani a diventare artefici o meglio artigiani che costruiscono la propria vita, il proprio comportamento e lo fa con utili che sono consigli e comandamenti, avvertimenti per sfuggire il male (che invece gli stolti cercano a loro danno) e inseguire le vie del bene (e della prosperità materiale e spirituale).