Atti 5
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- Scritto da Martin Ibarra
Atti 9,1-31 Il Persecutore diventa Apostolo delle Genti.
In questa sequenza è sorprendente la "doppia apparizione del Cristo risorto" a Saulo e ad Anania, si tratta di una risorsa stilistica dell'autore per indicare che ci troviamo dinanzi ad una svolta. Saulo e Anania hanno ciascuno una visione del Signore indipendente e convergente, che trasforma il persecutore (Saulo) ma anche il perseguitato (Anania), li spinge ad incontrarsi in un terreno neutro propiziato dalla visione. Si aggiunge una terza visione (in chiaro stile ellenista possiamo dire nel linguaggio attuale che ci troviamo dinanzi ad un gioco ipertestuale) nella quale il cieco Saulo "vede" un uomo (Anania) che gli impone le mani e dunque ricupera la vista.
Nella prima parte della sequenza vvss. 1-9 abbiamo il racconto del risorto apparso a Saulo sulla via di Damasco, il loro dialogo e la visione accecante, Saulo entra in Damasco come un mendicante. Dal vs. 10 al 16 abbiamo il racconto della seconda visione del Cristo risorto ad Anania e la lotta dialettica per convincerlo ad andare (ci sono due "Ma" di Anania e di Cristo), dopo questo duello di volontà e di parole Anania va da Saulo vvss. 17-22 e dopo essere stato battezzato inizia la sua predicazione e testimonianza al Signore.
1. Il racconto dell'apparizione del risorto a Saulo sulla strada di Damasco è un racconto di conversione e di trasformazione, non solo del violento persecutore della chiesa che in seguito ne diventa Apostolo di Gesù Cristo, ma anche della comunità cristia¬na di Damasco che, avuta notizia dell'arrivo del persecutore lo accoglie come un fratello quando capisce che il cambiamento avvenuto in lui era un miracolo dell'onnipotenza. Il racconto contiene una doppia rivelazione: da una parte Saulo diventerà Paolo, sarà Apostolo delle genti, cioè delle ethné, dei gentili, egli rappresenta questo passaggio universalizzatore evidente nel mutamento del nome, da quel momento in poi Saulo sarà Paolo, il persecutore sarà l'Apostolo delle Genti; dall'altra, i cristiani di Damasco, guidati da Anania accolgono Saulo fra loro, lo battezzano e istruiscono nella via, parte¬cipando in questo modo alla visione del Cristo risorto che ha scelto Saulo per trasformarlo in Apostolo.
La chiesa si universalizza in quei vicoli damasceni, i fratelli siriani accolgono il fratello che è altro (un persecutore) e diventano "uno" nel Cristo che chiama Saulo e loro a una comune vocazione, evangelizzare le genti. Dopo il battesimo e la ricezione dello Spirito, egli diventa proclamatore della fede che perseguitava ed egli stesso sarà un perseguitato. Le trasformazioni raccontate dal testo diventano circolari, lo svolgersi di queste in lui e in loro sono uno scambio continuo di ruoli. Fino a quando il persecutore sarà salvato (dai cristiani che era venuto a perseguitare) dall'ira dei persecuto¬ri che era venuto ad aiutare, attraverso un episodio da romanzo: viene messo in una cesto e calato giù dalle mura. Mentre la trasformazione dei cristiani di Damasco farà di loro una chiesa più universale, non più e soltanto una setta o gruppo ebraico, ma chiesa una, universale, apostolica. Il Cristo risorto interpella e dilata, spande le possibilità insite in quell'incontro fra Saulo e loro.
2. Il Signore risorto appare a Saulo e a Anania, il metodo lucano della doppia rivelazione, usato anche nell'episodio fra Pietro e Cornelio, sta ad indicare in Atti un momento particolare, una svolta nella vita della Chiesa. Non a caso sono Paolo e Pietro i protagonisti di questa parte degli Atti, degli episodi di svolta fondamen¬tali preparati dalle doppie apparizioni (o visioni). Gesù inter¬pella Saulo: "Io sono Gesù che tu perseguiti!", e interpella Anania titubante, poco convinto: "Va', perché io ho scelto que¬sto uomo". Notate come il Signore prende nei confronti di Saulo le parti dei cristiani perseguitati, "perseguire loro è perseguire me". Ma nei confronti di Anania difende Saulo, non ancora Paolo: "io ho scelto questo uomo!" La trasformazione a cui fa riferimento il racconto inizia con questa capacità sconcertante di identifica¬zione di Gesù con quelli che noi consideriamo l'altro. Anania è l'altro, il nemico nazareno di Saulo che parte per Damasco adira¬to e convinto di servire Iddio combattendo il nome di Cristo; Saulo è per Anania e i cristiani di Damasco, l'altro il persecu-tore, la minaccia, quello che "ha fatto tanto male ai tuoi fedeli di Gerusalemme". La dinamica del racconto procede a questo doppio livello. Esso è unificato dall'episodio della cecità. Non erano tutti dei ciechi? Non è stata necessaria una doppia apparizione del Cristo risorto ad entrambi perché vedessero l'altro con gli occhi di Gesù? Lo sguardo che vede ma non guarda, lo sguardo cieco è cifra dell'ignorare l'altro. Il persecutore è rimasto cieco, ma perché era cieco, non vedeva, pensava di servire Iddio uccidendo povere persone o gettandole in galera, ma in realtà si era levato contro la volontà divina, faceva il contrario di quello che Dio voleva. Quando cadde¬ro le scaglie dai suoi occhi cadde un muro di incomprensione, di distanze, di allontanamenti tra i personaggi, la cecità era in cuor loro, ma attraverso l'in¬contro sono trasformati, ricostruiti, allargati, viene data loro una nuova rivelazione, una nuova visione e vengono chiamati a "proclamare" alle genti, davanti ai Re e ai figli di Israele il Vangelo del Cristo.
Anche noi abbiamo vissuto la stessa trasformazione e la stessa conversione: Dio ci ha trasformato perché possiamo convertirci all'altro. Conversione significa tra tante altre cose, guardare il mondo e la realtà come Dio li guarda; convertirsi è ricevere lo sguardo di Dio. Saulo riceve nell'apparizione del Cristo risorto lo sguardo divino che guarisce la sua cecità; Anania e i cristiani di Damasco ricevono lo sguardo di Dio per accogliere il nemico come fratello, anche la loro cecità è stata "convertita" nella visione divina. Per noi la conversione non ha più i connotati drammatici damasceni, è un'esperienza diversa, ma consiste in fondo nell'avere acquistato la visione di Cristo: l'unità nella chiesa una perché in essa convivono le differenze che sono sempre in trasformazione, in un processo continuo di conversione. Il Gesù risorto interpella le chiese per maturare le trasformazioni necessarie perché insieme si viva l'unità dei cristiani nella chiesa una.
In secondo luogo, questo racconto ci parla ancora di un'altra verità fondamentale. La doppia visione del racconto che coinvolge Saulo, che è già cominciato ad essere Paolo, e Anania che attende il persecutore e trova dinanzi a sé un fratello scelto da Dio stesso per annunciare come lui e con lui il Vangelo, sono la preparazione divina al loro incontro. Il Cristo risorto interpel¬la Saulo e Anania perché si incontrino. La via di Damasco era per Saulo la via dello scontro, per Anania la via della sofferenza, "anche qui egli ha ricevuto i poteri di arrestare tutti quelli che ti invocano". Per secoli questa è stata la dinamica fra le chiese cristiane, lo scontro culturale, teologico, politico e a volte militare, era l'unica possibilità di rapportarsi tra le chiese. La visio¬ne recuperata da parte dei cristiani è la visione dell'unità e del superamento delle divisioni: essa inizia quando incontriamo gli altri. Incontriamo chi è diverso da noi e anziché scontrarci, dialoghiamo, preghiamo e operiamo insieme, cerchiamo la riconci¬liazione, di annunciare insieme il vangelo, di vivere l'unità nella chiesa una, partendo dal dono divino dell'unità si rico¬struisce il nostro vivere frammentato, il nostro essere divisi. L'incontro avviene perché prima Saulo e Anania hanno incontrato il Cristo risorto che li chiama alla conversione e all'incontro con l'altro. Saulo incontrerà il Cristo nei suoi prossimi fratel¬li e sorelle di Damasco, ma poi dovrà trasformare le genti, i Re i fratelli ebrei anche in fratelli e sorelle. Anania incontrerà il Cristo della visione in preghiera e nell'uomo cieco che atten¬de un uomo che gli aiuterà a riprendere la vista. Come in un gioco di specchi il racconto si dilata fino a raccontarci. Le apparizioni del Cristo risorto nei Vangeli radunarono i discepoli dispersi, quelli che non ebbero la pazienza di attendere tre giorni e partirono per la Galilea, per Emmaus. La forza di questa immagine biblica pasquale risiede proprio in questa capacità di interpellarci alla ricostruzione, al rifare un cammino insieme perché in questo cammino troviamo il Signore risorto, proprio come nel racconto, Saulo incontra Cristo in Anania, Anania incon¬tra il Cristo in Saulo. La dinamica dell'incontro è quella del dialogo, si incontrano i diversi (dià) nel territorio del Cristo, il Logos, per vivere l'unità dei cristiani nella chiesa "una". Abbiamo dimenticato l'analogia fondamentale, cioè che la chiesa è il corpo di Cristo? E questa forza deve essere il motore propul¬sore dell'ecumenismo.