E' tempo di vendemmia! Tempo di entrare nella gioia
- Dettagli
- Categoria principale: Testi
- Scritto da Evangelista Ivano De Gasperis
Testo: Giovanni 15:1-11
TEMPO DI VENDEMMIA
Hai mai preso parte a una vendemmia?
Ricordo quando da studente di agraria con Antonella si andava a raccogliere l’uva per fare il vino.
Hai mai fatto del vino, magari schiacciando gli acini sotto i tuoi piedi? È qualcosa che resta impresso.
Una delle esperienze più felici che fin dai tempi antichi ha accompagnato il cammino della civiltà è stata la raccolta dell’uva e la produzione del vino!
Alla vendemmia si associa il canto della gioia, l’ebrezza della dolcezza e del profumo del mosto!
L’Italia poi è famosa per i suoi vitigni e la qualità dei suoi vini, ma al tempo di Gesù, in Israele, la vigna e il vino non rivestivano un’importanza minore.
Un giorno dedicheremo un’intera riflessione dal vino allo spritz, ma oggi proseguiamo il cammino iniziato alcune domeniche fa, facendo una sorta di check-up spirituale delle nostre vite attraverso la metafora della pianta, spostando la nostra attenzione dalle radici (che abbiamo detto rendono la nostra vita solida e sana) ai rami, in questo testo definiti tralci, che permettono alla pianta di fare fotosintesi e portare frutto!
TROPPI RAMI RICHIEDONO UN PO’ DI DISCIPLINA
Cosa sarebbe un albero senza i suoi rami!
Ma, paradossale a dirsi, questi devono essere proporzionati alle radici! Non devono essere troppi, né troppo lunghi.
E qui si svela un piccolo arcano, la vendemmia che corrisponde al tempo gioioso della raccolta, è preceduta da un altro momento determinante, sebbene non altrettanto piacevole: la potatura!
Nella chiesa di Montesacro c’erano 2 viti, ma non producevano nulla perché si disperdevano in mille tralci. L’uva che lì si provava a crescere era striminzita e sofferente, gli acini piccoli e amari, perché nessuno li curava più.
Potare, ecco una cosa che dobbiamo fare per portare tanto buon frutto.
Oggi Gesù ci ricorda che tutti e tutte abbiamo bisogno di una cura!
Oggi stesso alla vigilia della riapertura delle scuole ricordiamo l’importanza dell’istruzione e dell’educazione, senza le quali non si cresce bene, non si sviluppa la mente, la socialità, l’affettività e lo spirito, che portano buoni frutti passando attraverso un processo educativo relazionale, cognitivo e disciplinare non sempre facile, né privo di difficoltà.
Crescere come uomini e donne significa sottoporsi a un lungo percorso di preparazione, che ha a che fare con scelte e rinunce.
SPESSO MI CAPITA DI SENTIRMI DIRE PASTORE MI SENTO SOLO, DELUSO, STANCO E VUOTO
Spesso siamo insoddisfatti e non ci sentiamo appieno vivi o realizzati perché, paradossalmente, vogliamo fare tutto, accontentare tutti, essere dappertutto e così disperdiamo le nostre energie in mille rami, non avendo poi la forza per concludere felicemente un percorso e vedere un frutto maturare!
Saper selezionare e gettare via ciò che non serve è importantissimo per non riempire la nostra vita di pesi inutili, di attività che ci fanno correre dietro al vento, di evento in evento, riunione in riunione, da persona a persona, di celebrazione in celebrazione, senza vedere maturare frutti buoni e duraturi!
Ci sono scelte da fare, tralci da tenere ed altri da tagliare!
Prenditi qualche istante e pensa a cosa vuoi tenere e tagliare, pensa a cosa nella tua vita non è necessario e ti distrae da ciò che invece dovrebbe essere prioritario!
Il primo verbo chiave, qui, sembrerebbe essere “TOGLIERE VIA”, “TAGLIARE”
Un termine che ci colpisce e che quasi ci ferisce.
Una parola che suscita emozioni e associazioni non proprio gradevoli come: dolore, eliminazione, separazione, taglio, …
L’IMPORTANZA DELLE FORBICI
Lo stesso strumento delle forbici (in particolare delle cesoie) è prezioso per il vignaiolo, ma bisogna saperlo usare!
Utilissime, come i coltelli, ma pericolose al punto che fin da molto piccoli/e ci hanno detto “Stai attento/a non tagliarti mentre le usi”.
IL DR. HOWARD KELLY UN ESEMPIO DA SEGUIRE
Quando penso al vignaiolo della parabola penso a un chirurgo! Qualcuno che usa le forbici per farci del bene!
In particolare, mi viene in mente la figura del Dr. Howard Kelly, fondatore del Johns Hopkins Hospital.
Nella sua biografia si racconta che “durante un viaggio a piedi attraverso la Pennsylvania settentrionale, il signor Howard Kelly si fermò in una piccola fattoria per chiedere un sorso di acqua fresca. Una ragazzina gli aprì la porta di casa e al posto dell'acqua gli portò un bicchiere di latte appena munto. Dopo una breve visita, il giovane se ne andò. Alcuni anni dopo, quella stessa bambina, ormai cresciuta andò da lui per essere curata. Terminata l'operazione, quando fu giunto il tempo di lasciare l'ospedale, sulla ricevuta del conto c'era scritto in grassetto:
"Pagato per intero con un bicchiere di latte.
Il Dottor Kelly fu uno dei primi a sviluppare le applicazioni della radioterapia in ambito medico e aveva l’abitudine di far pagare rette salate ai ricchi per curare gratuitamente i poveri, solitamente nella proporzione di 1 a 3. Aveva dato un taglio alla propria avidità trasformandola in un’occasione di servizio e di giustizia.
Un bicchiere di latte può saziare un uomo generoso, ma il mondo intero non basta per saziare una persona avida.
UN’IMMAGINE AMBIGUA DA NON FRAINTENDERE
Ma la stessa immagine dei rami secchi tagliati e gettati nel fuoco, una cosa normale per il contadino, è assolutamente infernale quando la applichiamo a delle persone, o al rapporto fra Dio e noi!
Dio è forse un moderno imprenditore senza scrupoli?
PERCHE’ QUESTA PAROLA SI POTREBBE FACILMENTE FRAINTENDERE COME LA PARABOLA DEL TAGLIO AL PERSONALE NON PRODUTTIVO.
Non raggiungi la quota di lavoro attesa, zac vieni buttato via?
LA TERRIBILE STORIA DI RE LEOPOLDO E DELLA BATTAGLIA DELLA MISSIONARIA ALICE SEELY
Ma quest’immagine di Dio Padre e Padrone è inaccettabile.
Noi siamo chiamati e chiamate a denunciare logiche di questo tipo e opporci a despoti del genere. C’è una realtà poco nota denunciata da una nostra sorella morta alla fine del 1970. Il suo nome era Alice Seeley Harris e fu una delle prime fotografe d’inchiesta della storia. Insegnante, missionaria, fotografa, moglie di un pastore, in Congo denunciò le nefandezze delle politiche colonialiste del re del Belgio, Leopoldo, e del mercato della gomma di cui c’era grande richiesta.
Sapete come funzionava il sistema? Ogni gruppo di schiavi-operai avrebbe dovuto raccogliere un tot di ceste di gomma e a fine giornata, qualora si fosse verificato un ammanco, ecco che scattava una penalità, si sarebbe dovuto consegnare una mano o un piede per ogni cesta non consegnata…
Celebri sono le foto di questa sorella in compagnia di indigeni mutilati, soprattutto quella di un papà che le portò il piede e la mano di sua figlia avvolti in un fazzoletto, perché non era stato raggiunto l’obiettivo di produzione prevista.
Ma Dio diede a questa donna il coraggio, l’intelligenza e uno strumento, la macchina fotografica, per sensibilizzare assieme a tutte le chiese che la sostenevano la società dell’epoca, mettendo sotto gli occhi di tutti la barbarie del sistema di sfruttamento che il ricco Belgio perpetrava ai danni della popolazione congolese.
No, non di questo tipo di Re/Padrone/Dio mostro ci parla la parola del Vangelo di oggi, anche se molti l’hanno predicata e la predicheranno pressappoco così.
AZIONE DI CURA
Piuttosto, l’immagine è ben altra e l’accento è primariamente positivo! La disciplina, persino il giudizio è un atto di amore che esercita Dio (non noi) come cura, perciò stai attento e attenta quando ti fai maestro, educatore a non diventare giudice.
Soprattutto vivi e agisci entro il perimetro dell’amore di Gesù.
Dimoriamo in Gesù! Questo è il segreto!!!
Il nostro testo infatti si comprende meglio se letto a partire dalla fine, secondo uno stile tutto ebraico, che spesso pone l’apice del ragionamento alla fine di tutto il discorso (in posizione climatica).
Noi siamo abituati a dire le cose importanti all’inizio, qui non è così!
Allora leggiamo cosa ci dice la parola di Dio:
9 Come il Padre mi ha amato, così anch'io ho amato voi; dimorate nel mio amore. 10 Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore. 11 Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia completa.
Eccola una delle parole più belle di tutte le Sacre Scritture e oggi sono fiero di consegnartela quale parola per la tua vita, dono di Dio per te!
Gesù vuole donarti la sua gioia affinché la tua gioia sia COMPLETA!!! PERFETTA!!! REALIZZATA!!!
Come? AMANDOTI COME IL PADRE LO HA AMATO…
BADA, NON DICE TI AMERO’, MA TI HO AMATO!
ANCHE PER TE IL PREZZO È GIA STATO PAGATO MOLTI ANNI FA, NON CON UN BICCHIERE DI LATTE, MA CON IL SANGUE DI GESU’ CHE E’ ORA LINFA D’AMORE PER LA NOSTRA VITA.
E c’è un comando, l’unico grande comandamento antico, ma sempre nuovo: DIMORA NEL MIO AMORE!
LA FINALITA DI DIO È LA NOSTRA GIOIA
Gesù non ci chiede di produrre un frutto senza che ne abbiamo la capacità. Non chiede all’abero di mele, sforzati di fare mele! L’albero le produce “naturalmente!”
Così tu non hai bisogno di sacrifici o sforzi inutili, ma di dimorare nella Parola di Gesù, ricevendo la linfa del suo amore! Questo produce frutto!
Certo dobbiamo tagliare ciò che non va nella nostra vita:
-L’utilizzo errato di certi strumenti, che si tratti di coltelli, forbici, computer o cellulari!
-Certo dobbiamo usare disciplina, correggere ciò che non è buono, tagliare ciò che ci danneggia e sottrae tempo.
-Dimorare nelle parole di Cristo, che significa rinunciare a gran parte di un vocabolario e una serie di atteggiamenti che portano aridità e ingiustizia!
-C’è una Casa di Dio e una Scuola di Gesù che ti attendono, vieni a dimorarvi anche tu, c’è posto anche per te!
- Prec
- Succ >>