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La P di Pellegrino/a

1 Dopo queste cose, il Signore designò altri settanta discepoli e li mandò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dov'egli stesso stava per andare. 2 E diceva loro: «La mèsse è grande, ma gli operai sono pochi; pregate dunque il Signore della mèsse perché spinga degli operai nella sua mèsse. 3 Andate; ecco, io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi. 4 Non portate né borsa, né sacca, né calzari, e non salutate nessuno per via. 5 In qualunque casa entriate, dite prima: "Pace a questa casa!" 6 Se vi è lì un figlio di pace, la vostra pace riposerà su di lui; se no, ritornerà a voi. 7 Rimanete in quella stessa casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno del suo salario. Non passate di casa in casa. 8 In qualunque città entriate, se vi ricevono, mangiate ciò che vi sarà messo davanti, 9 guarite i malati che ci saranno e dite loro: "Il regno di Dio si è avvicinato a voi".

Domenica scorsa Massimo ha proposto alla riflessione di tutti noi il tema del pellegrinaggio. Ci ha posti al centro di uno spazio di crescita e ci ha detto: Tu sei qui.
Il pellegrinaggio dal punto di vista prima esistenziale, a partire dalla chiamata a seguire Gesù, poi considerando la domensione etica, cioè l'imitazione di Cristo, poi la dimensione del discepolato in vista del Regno, fino al "non più io ma Cristo", l'aspetto mistico del Cristo che abita in noi.

Questa riflessione mi ha fatto pensare e, anche ascoltando la meditazione di una nostra cara collega pastora Karin Wiborn, ho deciso di riproporvi lo stesso tema da un punto di vista, se vogliamo, più pratico. Lo faccio a partire da due eventi che ci hanno interessato da vicino e da 7 parole, tratte dal testo che avete ascoltato ma non solo.
I due eventi.
Mio fratello ha recentemente affrontato una parte di un antico pellegrinaggio verso Santiago de Compostela. Il Cammino di Santiago di Compostela è una rete di itinerari che, a partire dal Medioevo, i pellegrini hanno percorso attraverso l'Europa per giungere alla Cattedrale di Santiago di Compostela, presso la quale si troverebbero le reliquie dell'Apostolo San Giacomo il Maggiore. Ci sono parecchi cammini, quello francese è il più battuto, e chi lo percorre sceglie solo una tratta. Ogni anno si calcola ci siano oltre 300.000 persone che affrontano il cammino e il numero è in crescita ogni anno. Mio fratello ad esempio ha percorso in tutto quasi 300 km a piedi partendo da un paesino dei Pirenei fino a Burgos con tappe di 20-28 km al giorno. Uno sforzo notevole che non sempre ha motivazioni religiose e tuttavia esperienze come queste riflettono una spiritualità e possono insegnare qualcosa sul pellegrinaggio dei cristiani e delle cristiane. Ci ritornerò dopo.

Il secondo evento molto personale che mi ha spinto a queste riflessioni è il fatto che, aiutati da un'eredità familiare, io e Massimo siamo riusciti a comprarci una casetta a Napoli. Dopo aver percorso la penisola in lungo e in largo nei nostri quasi 40 anni di ministero, dal Molise alla Puglia, dalla Puglia alla Campania, poi al Lazio e dal Lazio alla Toscana e da Firenze a Milano, e dopo 11 traslochi abbiamo una casa nostra per la quale stiamo studiando una ristrutturazione per noi accessibile e tanti altri dettagli. Dopo 43 anni di matirmonio ci sentiamo due sposini. Ma allora mi sono chiesta: fra qualche mese non saremo più nomadi, non occuperemo case della chiesa, oppure siamo e resteremo dei pellegrini pur stanziali? Conto di tornare dopo a questa domanda.
Allora comincio a presentarvi le 7 parole.
Come ricordarle? Attraverso le iniziali:
3 ELLE, 3 ESSE e un'altra PI come la P di Pellegrino.
Le enuncio tutte:
3 ELLE: libertà, leggerezza, lentezza.
3 ESSE: Spiritualità, spensieratezza, silenzio
La seconda PI come pellegrino è Partecipazione

La prima: la ELLE di Libertà
L'apostolo Paolo parte da questa parola che lega indissolublmente alla chiamata: "Siete stati chiamati a libertà". Il cammino dei cristiani è dall'inizio alla fine un cammino di libertà - nessuno ci constringe, se non l'amore di Cristo - e questo cammino ha come fine il saper "portare questa libertà". La vita è fatta di bivii, ogni bivio una scelta, ogni scelta ha conseguenze. E' più facile portare questa libertà se abbiamo una meta da raggungere che è il Regno di Dio e la via tracciata da chi ha detto: Io sono la via. Agostino di Ippona ci ha dato la giusta dritta su come vivere la nostra libertà dicendo: "Ama Dio e poi fa' quello che vuoi". Le nostre decisioni, le nostre scelte hanno un impatto. Se amiamo Dio e con Lui noi stessi e il nostro vicino, noi impariamo a vivere nella libertà di un cammino d'amore.

La seconda ELLE: leggerezza
Il/la pellogrino/a deve imparare a viaggiare leggero. Uno dei modi di poter fare un pellegrinaggio a piedi è imparare quello che è davvero necessario, indispensabile e quello che non lo è. Lo zaino va tenuto leggero altrimenti non ce la farò a camminare fino al traguardo prefissato. Gesù lo ha detto ai suoi: "Non portate né borsa, né sacca, né calzari". Ecco la leggerezza del pellegrino, l'essenzialità in cui imparare a vivere, la vita semplice.

La terza ELLE è lentezza
Il pellegrinaggio di Abramo verso la terra promessa, quello dei pellegrini verso il tempio di Gerusalemme o anche gli odierni pellegrinaggi a Santiago di Compostela sono cammini da fare a piedi. C'è qualcosa nella lentezza che dovremmo recuperare. Andare piano è darsi il tempo per guardare il paesaggio intorno a noi, vivere lo stupore delle piccole cose, gustare gli incontri con la natura e con gli esseri viventi senza doverci scusare perché dobbiamo andare sempre altrove. Vivere la dimensione della lentezza è riprendersi la gestione del tempo, senza pensare di dover fare sempre tutto quello che ci viene richiesto. Anche questa dimensione come la leggerezza e la libertà è in controtendenza. La società ci vuole obbedienti al sistema, ci vuole occupati a comprare e a fare sempre di più e sempre più in fretta.
Libertà, leggerezza, lentezza

Andiamo alla ESSE, la prima, Spiritualità
Questa è una parola che andrebbe approfondita. Si dice che le chiese si svuotino e in parte è vero ma c'è tuttavia un desiderio di spiritualità espressa proprio, fra le tante altre cose, nei pellegrinaggio come quello di Santiago. C'è un richiamo a stare a contatto con la natura che va compreso. Spiritualità è apertura verso una dimensione più ampia, è una possibilità ancora forse indefinita a non accontentarsi di quanto viviamo e siamo. Come Paolo disse agli ateniesi: ho visto un altare al dio sconosciuto, ecco, quest'indefinita spiritualità fu l'occasione per un annuncio, per una nuovo dialogo. Forse è così anche oggi, un desiderio di spiritualità che come pellegrini viviamo e come inviati possiamo e dobbiamo intercettare intorno a noi.

Seconda ESSE: Spensieratezza
Spensieratezza non come superficiale irresponsabilità ma come obbedienza a Colui che disse: Non siate in ansia per quello che mangerete, per quel che berrete, per quel che vestirete, guardate agli uccelli dei cieli e ai gigli dei campi. In questo senso spensieratezza è fiducia, affidamento al Dio che ha cura di noi, qualsiasi cosa accada. Essere aperti a comprendere ciò per cui vale la pena vivere, il Regno e la giustizia di Dio, e quello che invece appare superfluo e solo fonte di preoccupazione.

La terza ESSE è il Silenzio
Il pellegrino sa cos'è il silenzio. Il momento in cui le parole finiscono e c'è l'ascolto. C'è la pausa per sentire noi stessi, il linguaggio del nostro corpo, della nostra anima, c'è lo spazio perché Dio ci parli, c'è lo spazio per contemplare, c'è lo stupore, c'è il grande dolore da vivere senza fuggire.
Sul silenzio non parlo più, il silenzio va sperimentato più e più volte. Il silenzio non è vuoto... Il silenzio è vita.

La settima parola del pellegrino è la PI, la stessa PI di pellegrino, ed è Partecipazione
Il pellegrino, la pellegrina quando cammina sente pian piano di essere parte di qualcosa di più grnde che semplicemente se stesso/a e il suo piccolo mondo. Il pellegrinaggio ti apre a paesaggi insoliti e nuovi, paesaggi naturali e umani. E mentre guardiamo, consideriamo, riflettiamo, ecco, siamo compartecipi di un mondo interrelato e bellissimo.
Sono stata colpita da un avvenimento che ci ha raccontato la nostra amica Karin. Lei ha partecipato a Stoccolma a una celebrazione ecumenica in memoria delle 130.000 specie viventi che si sono estinte e di intercessione per i milioni di specie che sono in via di estinzione per il cambiamento climatico e in generale per le conseguenze dell'impatto umano sul mondo.
Noi partecipiamo a ciò che avviene nel mondo, semplicemente perché ce ne sentiamo parte non come individui ma come viventi insieme ad altri viventi.

Ecco, il Signore ci invia al mondo e noi abbiamo risposto d sì.
Siamo pellegrini anche se fisicamente non ci muoviamo molto. Lo siamo se siamo consapevoli di portare un annuncio: Il Regno di Dio è vicino a noi, siate trasformati dalla sua grazia e affascinati dal suo amore.

Impariamo queste 7 parole che ci faranno da guida:
3 ELLE: libertà, leggerezza, lentezza.
3 ESSE: spiritualità, spensieratezza, silenzio.
La seconda PI come Pellegrino: Partecipazione.
Poi andiamo...