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Genesi 4:1-15

Il testo di oggi è molto noto e ruota intorno alla vicenda dell’omicidio di Abele da parte di Caino. Sebbene la storia dei due figli di Adamo ed Eva sia molto nota, possiamo dire di comprenderla pienamente? Possiamo dire di averne afferrato il messaggio, affinché esso sia utile alle nostre vite? Cercherò quindi di fare delle osservazioni utili ad entrare in profondità in questo testo.

La prima cosa da notare è che Caino è il primogenito. Sappiamo qual è l’importanza dei primogeniti: generalmente essi hanno più doveri, sono i futuri capofamiglia, ricevono la benedizione paterna; insomma, godono di tutta una serie di privilegi. Caino quindi è il privilegiato, il coltivatore di terre come i suoi genitori Adamo ed Eva di cui ha ereditato il lavoro. Abele invece è il secondogenito e viene citato solo marginalmente nel racconto. Fino a qui, tutto bene: l’ordine regna tra i fratelli e genitori.

La svolta avviene nel sacrificio; Dio apprezza solo il sacrificio di Abele, ma perché? Forse perché Caino ha già ricevuto la sua parte? Forse perché Dio decide di guardare con maggior favore il debole e il bisognoso?

Il testo non si esprime con chiarezza su questo punto ma pone l’enfasi sulla reazione negativa di Caino di fronte alla scelta di Dio. Credo che possiamo ritrovarci nei sentimenti di Caino. Quante volte ci irritiamo quando qualcun altro viene premiato o apprezzato: anziché essere felici per il fratello che viene innalzato, ci sentiamo sminuiti, non apprezzati, abbandonati, relegati a una posizione d’inferiorità, come se non fossimo importanti.

In tutto questo, ci dimentichiamo di essere amati dal Signore. Crediamo quindi veramente di essere amati dal Signore? O lo diciamo e basta? Io stesso a volte mi sento abbandonato, ma vi assicuro che Dio non se ne sta solo cielo; Egli vive qui fra noi, dentro di noi. Egli ci ama, ci ha sempre amati e lo farà sempre: ciascuno di noi.

Di fronte all’irritazione di Caino Dio lo avverte, consigliandoli la via da prendere: “il peccato è alla tua porta, ma tu dominalo”. Caino potrebbe ascoltare il Signore, ma non lo fa; questa volta non c’è nessun serpente in vista, come era successo con i suoi genitori: la scelta è tutta giocata all’interno di Caino che non ascolta l’esortazione di Dio.

Quante volte riceviamo un buon consiglio ma decidiamo di non ascoltare, sia per pigrizia, per ostinazione o per paura?

Caino non ascolta e compie il primo omicidio raccontato dalla Bibbia, il primo omicidio della storia umana, uccidendo suo fratello.

Di fronte a Dio che gli chiede che cosa ne abbia fatto del fratello, Caino offre una risposta crudele: “sono per caso il suo guardiano?” Questa è una risposta che ci mostra la paura di Caino, il suo tentativo di nascondere la verità a Dio che, pur sapendo che cosa lui abbia compiuto, gli chiede ugualmente del fato del fratello Abele. “La terra grida”, “la voce di Abele grida dalla terra” e il fratello che dovrebbe proteggere la famiglia è invece colui che la distrugge.

Di fronte a questo sarebbe giusto etichettare Caino come un malvagio, magari condannarlo all’inferno senza appello? Forse sì, ma misuriamoci con il modo di agire di Dio. Caino ha distrutto la sua famiglia, ha mentito a Dio, ha contaminato la terra con il sangue di Abele ma Dio non lo uccide. Invece, Dio dice a Caino che egli sarebbe stato vagabondo, senza possibilità di coltivare più la terra che era la sua eredità. Ma così Caino riceve la possibilità di redimersi: egli vivrà, troverà una moglie e sarà padre di una stirpe.

Se ci veniamo a trovare nella situazione di Caino, è importante che noi ci ricordiamo che siamo tutti ugualmente figli di Dio; dobbiamo pertanto sempre prendere il bene degli altri, evitare di covare rancore e astio, di coltivare nella testa problemi e traumi del passato. Il rischio infatti è che essi crescano fino ad esplodere come nel caso di Caino: quindi dall’amore di Dio per noi stessi impariamo ad amare noi stessi; lasciamo che la nostra fede ci renda forti nell’amore del Signore. Viviamo nel nome di Gesù e senza timore, perché il Signore è sempre con noi.