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Il primo giorno della settimana

Nel principio Dio creò i cieli e la terra. La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell'abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. Genesi 1, 1-2 Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco era molto buono. Fu sera, poi fu mattina: sesto giorno. Così furono compiuti i cieli e la terra e tutto l'esercito loro. Il settimo giorno, Dio compì l'opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno da tutta l'opera che aveva fatta. Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso Dio si riposò da tutta l'opera che aveva creata e fatta. Genesi 1, 31 - 2, 1-3 Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta. In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini. La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno sopraffatta. Giovanni 1, 1-5 Quando Gesù ebbe preso l'aceto, disse: «È compiuto!» E, chinato il capo, rese lo spirito. Giovanni 19, 30 Il primo giorno della settimana, la mattina presto, mentre era ancora buio, Maria Maddalena andò al sepolcro e vide la pietra tolta dal sepolcro.(…) Giovanni 20, 1 La sera di quello stesso giorno, che era il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, Gesù venne e si presentò in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!» E, detto questo, mostrò loro le mani e il costato. I discepoli dunque, veduto il Signore, si rallegrarono. Allora Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch'io mando voi». Detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti».
Giovanni 20, 19-22
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Genesi 1 è un poema , una poesia, carica di riflessione teologica e noi guardiamo questa sinfonia meravigliosa mentre ne ascoltiamo la cadenza ordinata. Comprendiamo che la vita si fa spazio per volere e parola di Dio che ordina, separa, crea un ambito vitale, poi aggiunge vita e la possibilità che si riproduca e si diffonda. L'essere umano è creato lo stesso giorno degli animali terrestri, maschio e femmina ad immagine di Dio. C'è benedizione e compiacimento. E poi c'è il grande sabato della creazione, la contemplazione, il riposo, la gioia del compiuto e del godimento degli occhi e del cuore che apre all’adorazione del Creatore.

Il secondo racconto della Creazione è diverso. Mentre il primo è interessato all'ordine della creazione, ogni cosa occupa il tempo e il luogo che Dio aveva predisposto, il secondo racconto è interessato alle relazioni. Mentre nel primo racconto la parola è separare per rendere possibile la vita, nel secondo racconto è invece sconfinare per poter mettersi in relazione.

E allora il cielo sconfina sulla terra mediante la pioggia. La terra sconfina nell'essere umano (ancora indistinto tra maschio e femmina) perché l'Adam è tratto da questa. Dio sconfina nell'Adam mediante il suo respiro. Poi l'uomo (Ish) sconfina nella donna (Ishah) con la famosa "costola" tratta da lui. In questo racconto non è importante ciò che viene prima e ciò che viene dopo, ma l'intreccio tra tutte le cose. La prima creazione la possiamo immaginare come un filo, lineare, la seconda come un telaio, in cui c'è tessitura tra fili diversi. Nel secondo racconto c'è una rinuncia, o se si preferisce un disinteresse a dire cosa viene prima, e un interesse a stabilire che ciascuno è in funzione dell'altro.

Il secondo racconto poi procede e da quando l'umano vuole sconfinare troppo fino ad identificarsi con Dio le relazioni si rovinano inesorabilmente, quella fra l'umano e Dio, quelle degli umani fra loro e quella della terra con l'umanità.

Sia il Vangelo di Marco, sia quello di Giovanni cominciano il loro Vangelo con "principio" (archè) e questo non avviene per caso. I Vangeli ci dicono che perché le relazioni potessero guarire ci fu bisogno che Dio intervenisse direttamente nella nostra storia con un nuovo inizio.
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Nel Vangelo di Giovanni in particolare il riferimento è alla creazione di Dio operata attraverso la Parola. La stessa Parola per mezzo della quale ogni cosa fu creata “è diventata carne ed ha abitato per un tempo fra noi”. Tutto il Vangelo di Giovanni è il racconto di questo tempo speciale in cui la Parola fatta carne ha comunicato con uomini e donne attraverso parole e segni portando avanti fino alla fine la missione che aveva ricevuto dal Padre. L’ultima parola di Gesù è stata “E’ compiuto”. E’ molto importante per la cronologia degli eventi che segnano questo “compimento” che Gesù compì la sua missione morendo sulla croce allo scadere del sesto giorno.
Il testo annota che il corpo di Gesù venne deposto dalla croce e portato in fretta da Nicodemo e Giuseppe di Arimatea in un sepolcro nuovo in un giardino vicino al luogo dove era stato crocifisso proprio perché stava per cominciare il sabato, che secondo la cronologia di Giovanni era anche la notte di Pasqua, dunque – annota l’evangelista - era un gran giorno.
Gesù compie la sua opera adempiendo tutte le profezie che lo riguardano alla vigilia del sabato. Il sabato il suo corpo riposa nel cuore della terra, poi tutti i vangeli concordano col dire che all’alba del primo giorno della settimana la tomba venne trovata vuota.
Il primo giorno (o l’ottavo) dunque Dio ha operato di nuovo nel ridare vita, nel ricreare vita nuova e vita eterna al suo Figlio. E’ il primo giorno della nuova creazione.

Il Vangelo di Giovanni fa quest’annotazione per ben tre volte. Quando Maria Maddalena va al sepolcro si dice: “Il primo giorno della settimana, la mattina presto, quando era ancora buio”, poi di nuovo la sera quando scrive: “La sera di quello stesso giorno, che era il primo della settimana”, e poi ancora ricorda un episodio importante con cui conclude il suo Vangelo: “Otto giorni dopo, i suoi discepoli erano di nuovo in casa, e Tommaso era con loro…”. Tutto ciò non è a caso. Vedete, io penso che introdotto da queste annotazioni temporali sia indicato tutto ciò che caratterizza il tempo nuovo inaugurato da Gesù.

Il primo giorno della settimana è il giorno del ritrovamento ("Donna chi cerchi?"). Maria ritrova Gesù e con lui ritrova definitivamente se stessa. Il primo giorno della settimana è il giorno dell’incontro con il risorto e dell’invio per l’annuncio della figliolanza divina, l’annuncio della nuova comunità di fratelli e sorelle ("Salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro").

Gesù risorto in quel primo giorno della settimana dà ai suoi discepoli e discepole lo Spirito Santo promesso e poi con esso, il dono della pace e del perdono, un perdono da estendere a tutti quelli che lo accolgono. Il soffio di Gesù risorto figlio di Dio, Parola incarnata sui suoi discepoli è segno della nuova creazione.

Gesù risorto torna a visitare i suoi l’ottavo giorno per affermare il primato della fede sulla visione, e questo giorno particolare riceve la caratteristica del tempo dell’adorazione. Tommaso fa la più
grande, la più completa affermazione di fede del Nuovo Testamento quando esclama: “Signore mio, Dio mio”.
Se dunque biblicamente il sabato è il giorno del riposo e della contemplazione del creato nel riconoscimento del suo Creatore, la domenica è il giorno in cui ritroviamo noi stessi celebrando l’incontro con il risorto, l’inizio di una nuova vita, l’opera di Dio che si rinnova di generazione in generazione nella comunità dei credenti.
E' il giorno in cui la comunità dei figli e delle figlie di Dio si incontra per cercare e trovare Cristo, per ascoltare la parola della grazia e del perdono, per sperimentare la presenza rinnovatrice dello Spirito Santo, per rafforzare la fede vacillante, il giorno sacro per adorare il nostro Signore e il nostro Dio. Il giorno santo in cui siamo poi mandati al mondo per proclamare l’annuncio del perdono, della vita nuova, del Regno inaugurato da Cristo risorto.
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Quello che vi propongo quindi è una riflessione comunitaria sul primo giorno, cioè della domenica come giorno d'inizio e giorno del Signore, giorno speciale in cui facciamo spazio a Colui che crea e ricrea vita in noi e intorno a noi. La meditazione sul primo giorno della settimana è per invitare tutti e tutte voi a frequentare la chiesa di nuovo in presenza per fare festa con gli altri e le altre.
Se il sabato è il giorno in cui, chi può, si prepara in silenzio e in meditazione entrando nel riposo di Dio, la domenica è il tempo della gioia dell'incontro, è la festa comunitaria per eccellenza, il giorno del Signore. Entrambi i giorni sono speciali.
Riprendendo una bella metafora di Abraham J. Heschel, che credo sia valida anche per noi cristiani, è nel tempo e non nello spazio che il Dio della Bibbia costruisce le sue cattedrali.
Gli spazi possono essere privati, il tempo invece appartiene a tutti. Sta a noi lasciare tempo a Dio perché lo riempia di se stesso. Di memoria e di futuro. E, facendolo, ci dia gioia.