Il demonio e i suoi tanti nomi
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- Scritto da Anna Maffei
Del resto fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. Rivestitevi della completa armatura di Dio affinché possiate star saldi contro le insidie del diavolo; il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti.
Efesini 6, 10-12
Noi non parliamo mai o quasi mai del diavolo. Questo dipende da molti fattori.
Il primo è che preferiamo parlare in positivo di ciò che il Signore ha fatto per noi, dare lode a Cristo che per noi ha dato tutto se stesso. Nel nostro ultimo studio biblico, quello sul capitolo 19 di Giovanni abbiamo visto questo completo donarsi di Gesù: dà le sue vesti, dà sua madre al discepolo amato, dà il suo fiato, il suo spirito e dà l'ultima goccia di acqua e sangue fuoriuscita dal suo costato violato.
Preferiamo parlare di questo dono rispetto al parlare di quello che lo stesso evangelista dichiara essere "il principe di questo mondo".
La seconda ragione per la quale non ci soffermiamo sulla figura di Satana è che quando questa figura ha preso la ribalta nella vita della chiesa e della società non sono accadute cose buone. Ci ricordiamo tutti i roghi delle cosiddette streghe, donne spesso fuori del comune, magari più libere e intraprendenti del solito che per molti secoli sono state torturate e condannate a morte con l'accusa del tutto infondata di aver avuto "commercio carnale con il diavolo". Questo era frutto di superstizione e pregiudizi e le accuse erano solo un modo di "rimettere le donne al loro posto" di sottomissione agli uomini, un potere maschile che la chiesa del tempo incarnava attraverso i suoi rappresentanti, sempre tutti uomini. La demonizzazione delle persone comunque è pratica mai del tutto archiviata.
La terza ragione legata alla precedente per cui non parliamo volentieri di diavoli è il nostro disagio rispetto a queste figure che appaiono legate a visioni mitologiche ormai lontane, molto lontane da noi. Questa è una rapprentazione che troviamo nel grande affresco della cupola del Duomo di Firenze.
Insomma cosa abbiamo noi a che fare con queste rappresentazioni dal sapore medioevale? La chiesa di quel tempo non ha utilizzato proprio queste rappresentazioni spaventose per tenere la gente nella paura e quindi sottomesse al suo potere anche temporale? Svuotare cieli e terra di queste figure sinistre ci sembra un nostro dovere morale e spirituale.
La quarta ragione è che nel passato alcune malattie, particolarmente l'epilessia e la schizofrenia ma non solo, erano considerate forme di possessione demonica. Oggi sappiamo che questa interpretazione prescientifica è sbagliata e pericolosa e quindi ci guardiamo bene dal farlo.
Potremmo continuare questa carrellata sul perché non ci soffermiamo molto su questo tema, ma ci fermiamo qua. Oggi facciamo un'eccezione mentre cercheremo di comprendere il significato della presenza di satana o del diavolo o del principe di questo mondo o di Belzebù (Baal Zebub: principe delle mosche), nella Bibbia e soprattutto nel Nuovo Testamento.
Prima di tutto dovremmo fare uno sforzo per vincere le nostre resistenze e far scomparire queste antiche rappresentazioni dal nostro orizzonte mentale.
Farò riferimento a 4 testi, quello delle tentazioni di Gesù contenute in Matteo e Luca, il ruolo di Satana nel Vangelo di Giovanni, il testo di Efesini che abbiamo appena letto e un versetto dell'apocalisse.
Le tentazioni di Gesù nel deserto.
Gesù ha appena avuto la visione del cielo aperto dopo il suo battesimo, la dichiarazione della sua figliolanza di Dio, la discesa su di lui dello Spirito santo in forma di colomba.
A questa esperienza gloriosa seguono i 40 giorni nel deserto dove lo Spirito stesso conduce Gesù "per essere tentato dal diavolo".
Sono giorni difficili, di penuria, di sole a picco, di fame e di sete. E sono giorni di decisione. La domanda di fondo che viene posta a lui è: che significa che sei figlio di Dio? Il diavolo infatti fa due delle sue proposte introducendole così: "Se sei figlio di Dio..."... trasforma queste pietre in pani, gettati giù dal tempio.
Gesù si ritira nel deserto per meditare sul significato e le prospettive della dichiarazione della figliolanza divina che ha ricevuto da Dio e per prendere le sue decisioni. Nel corso dei vangeli poi si capisce anche che Gesù ha affrontato queste tentazioni durante il suo ministero e le ha respinte: la tentazione del miracolistico, a chi gli chiedeva un segno dal cielo, la tentazione del sensazionale a chi gli diceva "scendi giù di croce e crederemo in te", la tentazione del potere quando volevano rapirlo per farlo re, dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Satana in questo episodio chi era dunque? Rappresentava quelle spinte fuori e dentro Gesù a neutralizzare la dichiarazione di Dio assimilando la sua figliolanza divina a quella degli imperatori romani o a quella di Erode. Essi erano considerati divini e come tali si facevano chiamare a partire dalla dimostrazione della loro potenza e della loro ricchezza. Gesù rifiuta questa interpretazione del suo essere figlio di Dio e la direzione della sua vita sarà invece quella della obbedienza a Dio: "Non di solo pane vivrà l'uomo ma da ogni parola che proviene dalla bocca di Dio". "Non tentare il Signore Dio tuo"."Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi il culto".
Il ruolo di Satana nel Vangelo di Giovanni
In Giovanni troviamo pochissime menzioni di Satana ma in momenti cruciali. Lo troviamo presentato come principe delle tenebre che si serve di Giuda ("Satana entrò in Giuda") per tradire Gesù e portarlo alla morte. Tutto ciò che avviene a Gesù è frutto delle forze dell'oscurità che dominano il mondo di cui Satana è il "principe". Però il Vangelo afferma: "la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno sopraffatta", e dunque Gesù vince perché la sua morte non fu il suo annientamento ma la sua glorificazione, e la sua risurrezione ce lo svelò.
Anche qui come nel caso delle tentazioni Satana rappresenta una via alternativa e opposta a quella di Gesù, via di violenza e morte opposta alla via di vita piena e abbondante. Gesù affronta l'ora dell'oscurità amando fino alla fine. E' la luce che vince le tenebre.
I dominatori di questo mondo di tenebre
Arriviamo al terzo testo: "Il nostro combattimento non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre".
Questo testo presenta una visione mitologica del mondo in cui sono presentate le "forze spirituali della malvagità che sono nei luoghi celesti". Che cosa si intende? Sembrano rappresentazioni mitologiche, forze invisibili del male che occupano lo spazio fra cielo e terra. Noi da razionali esseri umani del terzo millennio saremmo portati a rifiutare tali rappresentazioni. Ma attenzione, quello che viene espresso con il linguaggio del mito è tuttavia reale. Cosa rappresentano questi "principati, potenze e dominatori di questo secolo" ? Esse sono forze contrarie a Dio che in questo mondo esistono davvero.
Qui troviamo secondo me l'attualità e il ruolo della figura di Satana nelle Scritture.
Il diavolo, il male non può e non deve essere solo interpretato come tentazione e azione individuale.
Questo linguaggio mitico per parlare di forze che si oppongono a Dio è importante per comprendere come a prescindere dalle azioni buone o cattive di ogni singolo individuo esiste il male, quel male che
sembra dominare il mondo e che è l'insieme di decisioni, comportamenti, forze economiche, sociali che sovrastano e condizionano le decisioni individuali.
Faccio l'esempio della guerra. Essa è stata decisa da un uomo solo? In ultima analisi forse sì, ma questa decisione non viene dal nulla ma ci sono state forze che esistevano da tempo che vi hanno contribuito, scelte ingiuste fatte da altri nel passato, come la decisione di riempire gli arsenali, e poi grovigli di interessi contrapposti e desideri di supremazia che si sono scontrati nel passato e che si scontrano oggi che non riguardano solo la Russia e l'Ucraina ma tanti soggetti, compresa l'Europa, gli Stati Uniti, la Cina... Tutto questo, insieme a tanto tanto altro, crea situazioni in cui esseri umani portano avanti azioni che hanno radici antiche e che oggi portano morte, distruzione e odio. E quest'odio è destinato a condizionare anche ciò che avverrà domani e dopodomani per altre generazioni di persone e costituire l'humus di nuovi conflitti, nuovi odi, nuova violenza, nuove guerre.
Questo groviglio enorme difficilissimo da districare, che sfugge al controllo dei singoli, è quello che è sintetizzato nell'espressione "i dominatori di questo mondo di tenebre". Satana che è definito come "il principe di questo mondo di tenebre" ne rappresenta la personificazione.
E' dunque importante rendersi conto che in ultima analisi la nostra lotta davvero non è contro carne e sangue, cioè contro esseri umani che agiscono oggi commettendo il male ma contro quelle forze che dominano questo mondo e lo condizionano.
Come diceva Martin Luther King, non dobbiamo odiare il razzista ma il razzismo, la discriminazione, la diseguaglianza, il sentimento di supremazia radicato nella storia fatta anche di schiavismo e di leggi ingiuste. Il razzismo è una forza malvagia che domina e condiziona l'azione dei singoli. Gesù ci insegna che dobbiamo amare il razzista sperando nella forza trasformativa dell'amore, ma odiare il razzismo, che è uno dei tanti nomi dei demoni che dominano il mondo.
Questo vuol dire che il male, le forze dominatrici di questo mondo oscuro, devono essere prese sul serio. Satana, potremmo dire, non va banalizzato o ridotto a un personaggio mitico di cui sbarazzarci al più presto. Queste forze che ancora oggi dominano il mondo vanno combattute con determinazione proprio come le combatté Gesù. Gesù le ha combattute e le ha vinte con la forza del suo amore disarmato.
Dunque non useremo le armi della menzogna, dell'odio, della violenza, del tradimento, ma annunceremo la vittoria di Gesù sul male anche se questa vittoria ancora non la vediamo compiuta in mezzo a noi.
Questa è la sfida di Cristo che ha vinto proprio quando sembrava aver perso.
C'è un'ultima immagine con cui mi piace chiudere questa meditazione. E' contenuta nel libro dell'apocalisse, libro simbolico, allegorico e mitologico, quindi tanto lontano da noi.
Il versetto è questo: "Il diavolo fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo". La Parola annuncia che ci sarà un momento nel piano di Dio quando il male dalle mille facce, e una di queste è la guerra, questo male dai tanti nomi, ingiustizia, odio, omicidio, femminicidio, tortura, menzogna, insomma il male che sembra a volte sovrastarci sarà definitivamente annullato insieme al peccato e alla morte.
L'anziano Giovanni aggiunge poi più avanti:
5 E colui che siede sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». Poi mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veritiere», e aggiunse: 6 «Ogni cosa è compiuta. Io sono l'alfa e l'omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della vita". Apoc. 21,5-6