Meditazione per la Giornata Mondiale di Preghiera delle donne battiste 2021 Milano 7 novembre 2021
- Dettagli
- Categoria principale: Testi
- Scritto da Anna Maffei
Ebrei 13,6
Meditazione per la Giornata Mondiale di Preghiera delle donne battiste 2021
Milano 7 novembre 2021
Così noi possiamo dire con piena fiducia:
«Il Signore è il mio aiuto; non temerò.
Che cosa potrà farmi l'uomo?»
Le sorelle dell'Alleanza Mondiale Battista hanno indirizzato la nostra riflessione sulla dimensione molto umana del timore, delle paure, e del loro superamento. Il versetto posto alla nostra attenzione è questo che abbiamo letto: si trova in una parte esortativa dell'Epistola agli ebrei ed è una citazione
dal salmo 118. Nel salmo questa frase si trova all'inizio per incoraggiare alla lode per l'intervento di Dio che salva. Il Salmo 118, 5-6 dice:
5 Nella mia angoscia invocai il SIGNORE;
il SIGNORE mi rispose e mi portò in salvo.
6 Il SIGNORE è per me; io non temerò;
che cosa può farmi l'uomo?
Vi è riassunta l'esperienza di molti di noi credenti: la preghiera per la liberazione da una situazione di grave pericolo, la risposta del Signore che salva e libera, il ringraziamento e la lode e infine l'esortazione alla piena fiducia.
Il salmo - lo abbiamo letto all'inizio di questo culto - dopo questa espressione riassuntiva racconta situazioni di grave pericolo scampato grazie all'azione di Dio.
v. 21-23 "Ti celebrerò perchè mi hai risposto e sei stato la mia salvezza.
La pietra che i costruttori avevano disprezzato è divenuta la pietra angolare.
Questa è opera del Signore, è cosa meravigliosa agli occhi nostri".
La violenza, il rifiuto è qui espresso con un gesto molto eloquente: quello dello scartare, ritenere inservibile qualcuno ed è quello che accadde a Gesù e a moltissimi altri e altre.
Insomma capite bene come questo salmo è divenuto uno dei testi dell'Antico Testamento che meglio ha interpretato quanto successe a Gesù. Per la fede cristiana Gesù fu la pietra scartata ma scelta da Dio come pietra fondamentale su cui fondare la stabilità di tutto l'edificio, la chiesa e il popolo di Dio.
Ma questo appello accorato a confidare in Dio nonostante e al di là di tutto quello che ci può accadere, compresa la morte, è risuonato anche nell'insegnamento stesso di Gesù il quale disse ai sui discepoli:
"Ma a voi che siete miei amici io dico: Non temete quelli che uccidono il corpo ma oltre quello non possono fare di più"!!!
Dunque che cosa si chiede ai discepoli e alle discepole del Signore? Un coraggio che sfidi anche la morte?
Io rispondo con una premessa che è questa.
Noi oggi parliamo di donne e non possiamo che includere nella nostra riflessione donne che soffrono per la violenza per mano di uomini.
Quando leggiamo una frase come quella del salmo: io non temerò; che cosa può farmi l'uomo?
dobbiamo ricordare bene cosa può fare un uomo a una donna e cosa può fare un gruppo di uomini ad una donna o a un gruppo di donne.
Solo due brevi esempi tratti dalla cronaca. Il primo esempio è un nome simbolico, quello di Lea Garofalo, la giovane donna che aveva collaborato con le forze dell'ordine denunciando suo marito e non solo lui, per attività mafiose e poi uccisa per “odio”. Massacrata da “criminali di mestiere. Il suo corpo, dissolto in cinquanta litri di acido, non è mai stato trovato. E' ovvio il significato simbolico di questo sfregio al suo corpo: lei doveva sparire! A questa donna che ha pagato con la
vita la sua decisione di allontanarsi dal quel mondo violento la città di Milano ha dedicato un parco e una panchina rossa con una targa. La targa è stata bruciata un paio di mesi fa. La violenza che ha armato la mano di chi l'ha uccisa, non appagata, vuole cancellarne anche il nome.
Il secondo esempio è una denuncia di ieri di Amnesty international:
"I soldati e le milizie alleate con il governo etiope hanno commesso stupri contro donne e ragazze di etnia tigrina e hanno inflitto a loro e ai loro cari danni fisici e psicologici gravissimi. Lo stupro e altre forme di violenza sessuale sono stati usati come armi di guerra per infliggere danni fisici e psicologici alle donne e alle ragazze del Tigray. Centinaia di loro sono state sottoposte a trattamenti brutali allo scopo di degradarle e privarle della loro umanità".
Questo è quanto accade alle donne in caso di conflitti e guerre: lo stupro e lo stupro di gruppo per privare le donne della propria umanità, per umiliarle, per distruggerle.
Ora questa violenza va temuta e combattuta. Nessuna parola di Dio può essere usata per consigliare la rassegnazione, tanto c'è la vita eterna. Bisogna temere la violenza contro le donne, e per questo bisogna prevenirla, denunciarla e combatterla con decisione. E farlo insieme come società, di più, come umanità. Con coraggio.
Questo è il passaggio cruciale che è il cuore dell'insegnamento di Gesù a parole e con la vita. Non amare la propria sopravvivenza al punto di vendere la nostra vita al migliore offerente. E non vendere la vita di altri per salvare la nostra.
Lea Garofalo avrebbe potuto sopravvivere vivendo all'ombra del marito boss, restando in silenzio, sottomessa e connivente, ma ha deciso diversamente, ha rischiato la propria vita e l'ha persa per non sottostare alla paura dei violenti e per preparare un futuro diverso per la figlia Denise.
Anche Gesù avrebbe potuto fino all'ultimo abbassare la testa davanti al sommo sacerdote e a Pilato e senza difficoltà avere salva la vita. Così non fu e la sua morte innocente ha portato molto frutto da 2000 anni a questa parte.
Insomma Gesù è venuto perché abbiamo vita e vita in abbondanza e dobbiamo amare questa vita come il dono più grande ma se il momento viene di dover scegliere se abbassare la testa e vivere una vita di compromesso e mediocrità o alzare la testa e porre, come fece Gesù davanti a Pilato, il
problema della verità, ci aiuti Dio a tenere alta la testa e non mettere in vendita la nostra fede e la
nostra dignità.
Diciamo dunque tutti e tutte insieme con fede:
Il SIGNORE è per me; io non temerò; che cosa può farmi l'uomo?
E leggiamo il testo di Romani 8, 31-39