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Pietre Viventi

Testo: I Pietro 2, 1-11

Io sono sempre stata affascinata dalle pietre. Non dalle pietre preziose, quelle lavorate, purificate, sagomate dall'arte orafa, ma dalle pietre che possiamo trovare sui greti dei fiumi o sulle sponde del mare o nei sentieri di montagna. E così, quasi ogni volta che mi trovo in contesti pietrosi, puntualmente mi abbasso e ne prendo alcune per osservarle e ammirarle. Così è avvenuto anche quest'anno sulle coste della Calabria dove abbiamo trascorso qualche giorno. Ecco qui alcune di queste pietre. Ogni esperienza anche piccola come raccogliere delle piccole pietre in riva al mare può essere un'occasione per riflettere. E la mia prima riflessione è questa: non c'è una pietra, non una sola pietra, che è perfettamente uguale a un'altra. Sono tutte diverse. Non solo queste che ho scelto io insieme alla mia nipotina Letizia, ma tutte, tutte le pietre. Non una è uguale a un'altra. E questo mi ha fatto pensare che è così per ogni cosa che esiste in natura: non c'è qualcosa che è perfettamente uguale a un'altra. Sembra che la diversità e l'unicità siano cifra dell'universo. Diverse! Diverse per forma, colore, dimensione, composizione. Così come sono diverse le stelle, i pianeti, come sono diversi gli alberi, le montagne, come siamo diversi e diverse noi!
Su un sito specializzato ho trovato una classificazione delle pietre naturali basata sulla composizione delle pietre e su vari altri parametri. E sono state contate 1172 tipi di pietre! E' un mondo affascinante quello delle pietre anche perché ogni piccola pietra potrebbe raccontare la sua storia. Ogni pietra di queste ha, infatti, una sua propria unica storia.
La pietra è un prodotto naturale forgiato nel corso di milioni di anni. Le rocce più antiche, infatti, hanno una storia che risale a 3.800 milioni di anni fa. E ogni pietra ha la sua storia particolare con le origini più varie. Tutto questo è affascinante.
Chi può raccontare questa storia? La pietra non lo può fare in prima persona ma ci sono geologi, mineralogi e chimici che analizzando ogni pietra possono ricostruire almeno in parte la storia di ogni singola pietra, ipotizzare la sua origine, il suo viaggio. Naturalmente nessun geologo potrà sapere o ricostruire la storia di una di queste pietre nella sua interezza, il valore che assume per il fatto che una bambina l'abbia scelta e presa e il fatto che io, sua nonna, l'abbia portata a casa e poi ora la mostri a voi. La storia non è solo dove questa pietra ebbe origine ma anche come essa è giunta in riva la mare Ionio e come è arrivata qui fino a noi oggi.
Questa pietra non può raccontarlo perché è una pietra, ma un po' della sua storia possiamo ricostruirla noi, solo un pezzetto.
Nella Bibbia le pietre sono importanti. Hanno grandissimo valore simbolico nel bene o nel male.
Pietra è sinonimo di memoria, per esempio. Come quando Giosuè volle costituire un mucchio di 12 pietre sulle rive del Giordano per ricordare il passaggio nella terra promessa delle 12 tribù di Israele.
Ancora oggi si mette sulle tombe delle persone una pietra che ricorda la persona deceduta, incidendo sulla pietra il suo nome insieme alle date di nascita e morte. Pietra è sinonimo di testimonianza nel tempo che dura oltre noi.
Ma pietra è anche simbolo di durezza di cuore o di disobbedienza. La moglie di Lot divenne un monumento di pietra salina e tante volte i profeti denunciarono la pietrificazione dei cuori rispetto agli appelli di Dio alla conversione del popolo.
Un simbolismo ricchissimo che è anche oggi molto forte e sentito.
Pietra dunque come bellezza, diversità, durata, memoria, ma pietra anche come processo di disumanizzazione e di lontananza da Dio.
Pietre come testimonianza muta di una storia che non possono narrare.
Ma nella Bibbia c'è un particolare simbolismo di cui abbiamo sentito nel testo di I Pietro 2: il simbolismo paradossale delle "Pietre viventi".
Se queste pietre hanno un lunghissima storia che non possono narrare, l'apostolo Pietro dice che noi siamo pietre viventi che insieme formano il tempio di Dio. Alla base di questo tempio vivente c'è la pietra angolare che è Cristo. Cristo è vivente perché risuscitato, base solida e duratura per tutte le generazioni di credenti.
 
Oggi dopo più di 2000 anni siamo qui anche noi, pietre viventi. Tutti diversi e diverse, tutte e ognuna con la sua storia, tutte scelte da Cristo e, diversamente da queste pietre, noi possiamo narrare la nostra storia, possiamo dire chi siamo e possiamo narrare la nostra trasformazione da pietre statiche e mute a pietre viventi e palpitanti. Noi formiamo il tempio di Dio, questo ci racconta Pietro, colui che per primo divenne da Simone a Pietro, da pietra muta a pietra viva, Cefa.
Ma come è possibile diventare una pietra vivente? Una persona pietrificata a una persona viva e palpitante capace e desiderosa di raccontare la sua storia di riscatto?
C'è una storia, un mito greco antico che Massimo vuole narrarci che può offrirci utili suggestioni. Ascoltiamola.
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La storia è quella di Pigmalione e Galatea.
Come accade spesso, queste storie mitologiche hanno varie versioni, funzionali anche ai diversi messaggi che si intendeva comunicare. Io scelgo la versione che ci viene dalle Metamorfosi di Ovidio, grande poeta della Roma imperiale.
La storia è più o meno questa: Pigmalione è un'artista, uno scultore.
Forse per le sue esperienze negative, forse, chissà, perché non aveva ancora trovato la sua anima gemella, egli non si sposa. Egli scolpisce delle statue magnifiche.
Ad un certo punto scolpisce la statua di una giovane donna, che corrisponde al suo ideale di bellezza. Egli si dedica a questa opera come a nessun altra. La lavora, la leviga, in ogni suo dettaglio in una maniera così accurata che se ne innamora.
Durante le feste di Afrodite, Pigmalione, sale al tempio, porta la sua offerta e prega la dea perché quella statua si trasformi in persona reale, divenga carne ed ossa. Il mito narra che il suo amore per quella statua era così grande che la dea si commosse e gli concesse il miracolo.
Tornato a casa, Pigmalione, mentre continuava a lisciare e perfezionare la sua statua, si accorse che, ecco, lentamente la pietra diventava morbida, e il bianco marmoreo della pietra si trasformava nel roseo colore di un essere umano vivente.
Potremmo trarre diversi spunti da questo mito, che in questa versione voleva certamente celebrare la grandezza dell'artista. Ma una cosa è certa, il messaggio principale non può sfuggirci ed è che l'amore è l'unica forza capace di trasformare un oggetto in una persona. Proprio come l'odio e il cinismo trasformano ahimé, le persone in cose.
Il esto di Genesi 2 racconta che Dio, il divino artista, plasmò l'essere umano, e lo amò a tal punto da andare oltre l'argilla, conferendo a quella statua, il suo stesso respiro e facendolo, uomo e donna, a sua immagine e somiglianza.
L'amore ha questo potere.
Dio crea la vita e il suo amore è in grado di ricrearla, come attesta la speranza cristiana nella resurrezione.
Ma non si tratta solamente della vita dopo la morte, ma anche della vita prima della morte.
Essere amata è un diritto umano di ogni creatura. Perciò amare è anche una responsabilità di ogni persona.
Mediante l'amore siamo in grado di portare guarigione, vita, speranza, in chi senza queste cose, si sente pietrificato e depauperato della propria umanità.
Lo diciamo oggi, pensando a tutte le persone che vengono reificate, comprate e vendute come fossero merce, abusate per scopi sessuali, sfruttate in maniera inumana in lavori pesanti e mal retribuiti. E questa mattina il nostro pensiero va soprattutto alle donne di ogni paese e cultura, costrette dalla violenza del patriarcato, al silenzio, alla invisibilità.
L'amore di Dio, va in direzione opposta. Umanizza, riconosce la dignità di ogni creatura, rispetta e riconosce l'unicità di ogni persona, ne afferma l'alterità e la libertà.
Noi che siamo pietre viventi, scelte da Dio per narrare la nostra storia di liberazione e di riscatto dovremmo - questo dice l'apostolo Pietro - rispecchiare nella nostra vita questo proposito di Dio per tutte e ciascuno. Tutti insieme formiamo il tempio di Dio la cui pietra angolare è Cristo, pietra vivente scartata dagli umani ma scelta da Dio per rendere i nostri cuori di pietra, cuori di carne capaci di misericordia.