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Dio ricicla Milano

Testo: I Corinzi 1, 26-31 e II Corinzi 2, 15

Hai solo 30 secondi per rispondere. Ascolta la domanda, poi chiudi gli occhi e prova a replicare prima di proseguire la lettura: "Qual è, secondo te,  la minaccia più grande per il creato, o per l’ambiente, oggi?"

Sono bastati 30 secondi?

Ecco la mia risposta: il genere umano!

Il genere umano, il suo sviluppo distorto, la sua svogliatezza a rivedere il suo modello di sviluppo a forte impatto ambientale, l’ideologia della crescita, sempre e comunque. Ecco, l’umanità è la minaccia principale. E’ la prima causa di inquinamento, effetto serra, desertificazione, cambiamenti climatici, ecc.

Certe volte Dio si è lasciato accarezzare dall’idea di una "soluzione finale". Ad esempio, quando, al tempo del diluvio, “Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande, sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo. Il Signore si pentì d’aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Il Signore disse: sterminerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato”… (Genesi 6,5-6). Il verbo “sterminare”, ovviamente, ci fa correre un brivido lungo la schiena!

Non avrebbe, il Signore, il diritto di provare il medesimo, se non più acuto, dolore nel nostro tempo?

Da quanto tempo si discute, si fanno convegni internazionali, planetari, per mettere d’accordo gli Stati per una drastica riduzione degli elementi inquinanti prodotti dal nostro modello di sviluppo? E cosa è accaduto? Nulla, o molto poco. Adesso guardiamo alla Conferenza mondiale sul clima del prossimo dicembre a Parigi ed abbiamo nuovamente speranza che si arrivi a qualcosa di concreto

Ogni tanto, quando avvengono fatti climatici catastrofici, con inondazioni e smottamenti di suolo, pensiamo “Ecco, Dio si è stancato!” oppure “La natura si ribella!”.

Non avrebbe buone ragioni, il Signore, di farla finita con una umanità in cui la sua immagine risulta tanto sbiadita da essere ormai irriconoscibile?

Ammetto che la tesi che sto per enunciare è più intuitiva che teologicamente documentata, ma la esprimo lo stesso per poterla verificare con voi:

Se abbiamo speranza è perché Dio ricicla.

Satana brucia, ma Dio ricicla!

Siamo abituati a pensare a Dio come "colui che fa nuove tutte le cose", oppure ai "nuovi cieli e nuova terra" promessi nell'Apocalisse. Ma questa idea del "riciclo" ci è decisamente meno familiare. Vorrei cercare di provare che anche questa idea teologica ha la sua dignità biblica.

Dio non è un rottamatore, almeno nel senso che comunemente diamo a questa parola. Dio non pratica l’usa e getta. Non lo fa neppure con ciò che, francamente, appare ormai inservibile. Se così fosse il nostro destino sarebbe segnato. Riflettiamoci.

Pazzi, deboli, ignobili e disprezzati, in-esistenti!

Queste sono le categorie di persone che l’apostolo Paolo enumera tra i membri della chiesa di Corinto. Nel corso dell’epistola, nei capitoli successivi poi, siamo messi a conoscenza che la chiesa era in gran parte costituita di donne e di schiavi.

La scelta di queste persone da parte di Dio non è casuale. Esse non sono delle eccezioni in chiese fatte di persone perbene e garantite. Il proposito è chiaro, è teologico.

La chiesa, l’"uomo nuovo", vive solamente della grazia di Dio. Nessuno ha uno statuto speciale davanti a Dio per meriti, per appartenenza di genere o di censo. Non c’è nulla per cui un essere umano possa vantarsi al cospetto di Dio. Dio "ricicla" persone che non hanno pubblica considerazione e forse neppure stima da un punto di vista sociale, per mostrare a tutti di cosa Egli sia capace.

Egli trasforma le donne in profetesse che pregano e che profetizzano in pubblico, ed elargisce i doni dello Spirito a schiavi che non potevano politicamente e socialmente neppure determinare la loro vita.

Quelli che sono in posti di potere, quelli che contano sul rispetto degli altri, si sentiranno svergognati. Come ha potuto Dio scegliere questa umanità di scarto?

Dio ricicla. Egli non butta via niente.

Non c’è una condizione umana di sofferenza, di soggezione, di miseria da cui proveniamo, di appartenenza, o di peccato,  che Egli non possa trasformare in un aroma, in un profumo di vita nuova.

15 Noi siamo infatti davanti a Dio il profumo di Cristo fra quelli che sono sulla via della salvezza (2 Corinzi 2.)

Avete mai sentito parlare del caffè indonesiano Kopi Luwak?

Il Kopi Luwak  è un tipo di caffè prodotto con le bacche di caffè, ingerite, parzialmente digerite dallo zibetto delle palme.

Le bacche del caffè sono parte integrante della dieta dell'animale, così come insetti, piccoli mammiferi, piccoli rettili, uova e nidi di uccelli. La parte interna della bacca di caffè non viene digerita; tuttavia gli enzimi digestivi dello zibetto intaccano la parte esterna, eliminando parte delle proteine che conferiscono il sapore amaro. La caratteristica organolettica principale che distingue il Kopi Luwak consiste infatti in una minore percezione del gusto amaro.

Il Kopi Luwak è inoltre il caffè più costoso al mondo: il suo prezzo è di circa 500 €/kg, mentre al dettaglio viene generalmente venduto a 5 € a tazzina (ma in Italia nei ristoranti si può trovare anche a 22 euro la tazzina).

Non sembra esserci dunque esempio più calzante per parlare di qualcosa di scarto, di "digerito", che poi divenga tanto prezioso.

Non importa da dove vieni.

Non importa il tuo censo.

Non importa che tu sia maschio o femmina.

Non importa che tu venga da un vita di successo o da una serie di fallimenti.

Se da un chicco di caffè che ha compiuto un percorso che è perfino ripugnante ricordare, ne è venuto fuori qualcosa che ha un aroma speciale che ne fa il caffè più costoso al mondo, non saprà forse Dio fare di te uno strumento di vita, e di speranza per altri, molto di più di quanto tu stesso possa immaginare? Il "profumo" dunque, di cui parla l'apostolo, non è il risultato delle virtù morali del credente, ma dell'opera della sua grazia su noi e in noi.

Se non c’è nessuno che si possa vantare al cospetto di Dio, di quel che è; non c’è nessuno che si debba vergognare per la sua provenienza.

Dio "ricicla".

Egli lavora e trasforma la tua vita, in una maniera profonda.

La vasca battesimale è il lavacro di questo cambiamento.

Si entra in un modo e si esce in un altro. "Ed ecco le cose di prima sono passate, son diventate nuove…"

Qualche giorno fa c’è stata una storia di suicidio in città. Un uomo di 21 anni, di origine eritrea si è tolto la vita nella stazione della metro di LORETO. Non è ancora certo quali siano state le cause. Accade ormai di frequente, mi dicono.

La parola di questa mattina, la vorrei indirizzare proprio a quelli che si sentono come questo ragazzo.

Quelli sui quali è stata emessa dalla società una sentenza di fallimento passata al liquidatore fallimentare.

I potenti di questo mondo usano e gettano. Sfruttano e abbandonano. Illudono e tradiscono. Vendono fumo e spariscono col malloppo.

Dio non fa così. Dio ricicla. Dio prende la tua vita, quando tu pensi che non valga più la pena viverla.

Dio la riempie di una gioia che non hai mai provato prima. Dio ti restituisce dignità. Dio trasforma una vecchia doccia  in una lampada che da' luce all’intera stanza, fa di un cumulo di bottiglie di vetro una casa eco-sostenibile. Dio ricicla perché è creativo!

Non farti buttar via da nessuno. Ma soprattutto non buttar via te stesso! Anche se nessuno crede in te,  continua a ricordare che Dio ha scelto "le cose che non sono".

Dio ricicla.

Quando Cristo è finito sulla croce, ha agonizzato come un rifiuto umano.

Fuori dalle mura della città santa, nella discarica. Vituperato,  deriso. Gli sputarono in faccia, e gli misero una corona di spine sulla testa, dicendogli:  "Salve re dei Giudei".

Gesù andò verso la morte, ma nel suo cuore sapeva che il suo Dio ricicla.

Quando lo inchiodarono alla croce, egli non smise di confidare in colui che crea l’uomo da un pugno di fango.

Egli continuò a confidare in quel che Dio che fece un popolo da un’accozzaglia di schiavi riottosi, avviliti dalla servitù in Egitto.

Gesù sapeva che Dio ricicla.

Continuò a crederlo anche mentre la vita gli veniva meno, e il respiro si faceva flebile.

Dio ricicla … ma come lo fa? E quando la fa?

"Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato".

 

Dio ricicla in tre giorni.

Dio trasforma la morte in vita, in tre giorni.

Dio svergogna i potenti, in tre giorni.

Dio ricicla.

Gli uomini ci mettono una pietra sopra. Dio la rotola.

Gli uomini disperano. Dio apre alla speranza.

Gli umani oscurano il giorno con la loro malvagità,

Dio restituisce la luce con l’alba del terzo giorno.

Dio ricicla perché risuscita. Restituisce la vita.