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Alzo gli occhi

Testo: Salmo 121

Quest’oggi, ho scelto il salmo 121 perché è il salmo della fiducia, e penso che abbiamo bisogno d’una parola che rafforzi la nostra fede. Intere generazioni di credenti hanno letto nelle parole di questo antico  credente la confessione della loro fede e la fiducia che riponevano in Dio. Ed è con la stessa fiducia che vogliamo riflettere insieme.
Il Salmo 121 è un Salmo di pellegrinaggio ed era cantato dai pellegrini che salivano a Gerusalemme in occasione delle grandi feste. Rispecchia la situazione di pericolo dei pellegrini e la richiesta di protezione a Dio. Si recitava anche quando si partiva dal pellegrinaggio per ritornare a casa. Così questo Salmo è conosciuto in Israele come una preghiera  che si recita prima di iniziare un viaggio.  La vita è un viaggio. E’ un entrare e un uscire. Siamo chiamati/e a vivere fra queste due dimensioni. 
« Io alzo gli occhi verso i monti. …Da dove mi verrà l’aiuto?»
La confessione di fede non nasce immediata,  nasce da un interrogativo. C’è una lunga pausa tra la domanda e la risposta. La risposta non è immediata, c’è un’attesa, c’è un scrutare il cielo dietro ai monti. Di questa pausa, di quest’attesa è piena la nostra vita. Nel corso della nostra vita ci interroghiamo, cerchiamo aiuto, cerchiamo risposte a domande che hanno lo spessore della nostra esistenza, della sofferenza, della mancanza di senso che talvolta si apre davanti a noi e ci spaventa.
I monti erano considerati dagli antichi dimora degli dei, i luoghi alti erano dei primitivi santuari dove i clan adoravano i loro dei. Vi è costantemente nella storia di Israele una chiamata per abbandonare i luoghi alti e le montagne dedicate agli dei per adorare soltanto Dio, nel santuario del Monte Sion. In questa prospettiva leggiamo il Salmo anche come un invito a non salire sugli altri monti attorno a Gerusalemme dove adoravano i cananei, luogo dove i padri si erano deviati dal retto culto a Dio.  
La parola che domina il Salmo è protezione, aiuto, soccorso, parola in relazione con il termine salvezza.
Il pellegrino alza gli occhi ai monti e si chiede da quale montagna verrà l’aiuto? Dopo avere scrutato i monti, c’è l’attesa, c’è lo spazio per prendere atto che spesso la risposta si fa attendere.  La vita è un spazio di ricerca, ricerca di sicurezza, ricerca economica, ricerca di famiglia, ricerca di affetto, ricerca di essere accettati dalla società in cui viviamo, ricerca d’amore, ricerca di senso. È l’interrogarsi su come uscire dal pericolo e dalla difficoltà a volte rassegnati, a volte con determinazione.
«Io alzo gli occhi al cielo». Il Salmista non fugge di fronte alle difficoltà, non si nasconde, non fa  neanche finta di niente. «Io alzo gli occhi al cielo». Generazioni di persone hanno ripetuto queste stesse parole, non come chi ricorre all’ultima risorsa quando tutto è perduto, quando non si sa più cosa fare, ma come generazione in lotta, … persone che non dormono e osano alzare gli occhi, camminare con testa alta con dignità nel cuore della vita, persone che non lasciano che sia il pericolo, la difficoltà, il male  a determinare l’esistenza, ma  che guardano in alto, non tengono gli occhi abbassati ma li alzano. In questa decisione di vivere con lo sguardo alto, ci è dato di incontrare e conoscere che il nostro aiuto viene da Dio.
«Il mio aiuto viene dall’Eterno»: ecco la risposta che l’antico credente scopre lungo il suo faticoso cammino. In questo cammino, pieno di ostacoli che egli sta conducendo con le sue forze, durante la sua vita, nella quale mette tutte le sue risorse, egli scopre, alzando lo sguardo, che Dio gli viene incontro come aiuto, conforto, sicurezza e salvezza. Così oggi, nel momento in cui la nostra domanda suona più forte della risposta, siamo invitati ad alzare gli occhi e  chiedere: «da dove mi verrà l’aiuto»? …  Il soccorso,  la salvezza,  la protezione contro i pericoli può venire soltanto dal Signore. Infatti, qui vediamo che questa risposta implica una confessione di fede in Adonai come salvatore e come creatore del cielo e della terra. La confessione della fede è ora accompagnata da una preghiera in cui si chiede la benedizione e la protezione divina. La creazione non è intesa solo come un atto all’inizio del tempo in Israele ma come un’azione continua, Dio è continuamente creatore perciò fa parte della fede nel creatore, la fede in Dio che oggi concretamente agisce in nostro favore, “crea” ogni giorno la nostra vita e la protegge continuamente. Tale protezione accade sia in questa vita che nella vita futura; in realtà sappiamo che sarà soltanto nella vita futura che il male scomparirà dalla terra. Adesso la promessa è che il Signore ci proteggerà quando entriamo (la nascita) nella vita, mentre viviamo e percorriamo il sentiero della vita (che è la nostra esistenza come viaggio), e quando usciamo cioè quando finisce il nostro viaggio.  Quindi, chi alza gli occhi verso il monte Sion, verso il Golgota, verso il crocifisso, verso Cristo,  e chi ha fede in Lui, riceve la salvezza per grazia mediante la fede e inizia un cammino sotto lo sguardo e la sua protezione che ci conduce nel nostro pellegrinaggio fino alla vita nella Gerusalemme celeste. 
 Perciò cari fratelli e sorelle, dobbiamo essere consapevoli che il Signore non ci abbandona mai  e ci soccorre in qualsiasi situazione  ci troviamo. Egli protegge la tua (la nostra) vita, ora e sempre.