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Diretta Facebook 19 marzo 2020

II Re 13
Azael, re di Siria, aveva oppresso gli Israeliti durante tutta la vita di Ioacaz; 23 ma il SIGNORE fece loro grazia, ne ebbe compassione e fu loro favorevole a causa del suo patto con Abraamo, con Isacco e con Giacobbe; e non li volle distruggere; e, fino a ora, non li ha respinti dalla sua presenza.


Gli israeliti e il loro re non avevano cambiato vita. Il re fece ciò che è male agli occhi del Signore. L’idolatria dilagava ancora in Israele e la situazione politica non faceva presagire nulla di buono. Tuttavia da come andarono le vicende del paese, chi raccolse le memorie delle monarchie di Israele e di Giuda annotò che “il SIGNORE fece loro grazia, ne ebbe compassione e fu loro favorevole a causa del suo patto con Abraamo, con Isacco e con Giacobbe; e non li volle distruggere”.
Dunque qui, come in tantissimi altri casi della storia biblica la grazia  prevale sul giudizio e la fedeltà di Dio mantiene in vita il suo popolo.
Questa grazia è la forza e la speranza del popolo di Dio ed è anche la nostra.
Tuttavia dagli errori e dalle idolatrie Dio non cessò mai di richiamare il suo popolo. E ancora oggi ogni crisi, ogni difficoltà dovrebbero essere occasione di riflessione e cambiamento, di metanoia, di conversione.
Chissà se questa crisi planetaria riuscirà a far riflettere e cambiare davvero qualcosa in questo mondo…
Per alcuni aspetti direi di no, anzi… Mi ha molto colpito una notizia ieri che riguardava gli Stati Uniti. Sembra che la diffusione della pandemia in terra nord americana abbia creato una corsa ad armarsi. Ho negli occhi l’immagine delle lunghe code fuori i negozi di armi. Ma la maggior parte delle armi le persone le comprano da siti online. 
Gli americani sono spaventati dai possibili risvolti in termini di disordini pubblici e reagiscono alla paura comprando armi.
Che gli acquisti siano legati all’emergenza si intuisce dal genere di armi ordinate dai clienti. Non i fucili da caccia, ma fucili semiautomatici da assalto.
Un importante rivenditore online, ha pubblicato alcuni dati significativi: dal 23 febbraio al 4 marzo le vendite sono aumentate del 68%. Nella Carolina del Nord e in Georgia stati del sud si sono verificati picchi che hanno toccato rispettivamente il 179% e 169%.
E ci saranno come sempre effetti su bambini e adolescenti. Una ricerca dell’Università del Michigan rivela infatti che le armi tenute in casa negli Stati Uniti sono la seconda causa di morte nella fascia di età che va dai 14 ai 17 anni, seconda solo agli incidenti automobilistici.
E a casa nostra? Da noi non sembra esserci stata questa reazione. Meno male. Ma io penso che la pazienza e la fedeltà di Dio di cui si parla in questo testo ci dovrebbe spingere verso scelte nuove e coraggiose.
Dalla Rete della Pace e dalla Rete italiana per il Disarmo vengono alcune considerazioni e alcune proposte.
Le considerazioni, anche alla luce di quello che stiamo vivendo in questi giorni a causa del Corona virus, sono sul cercare di ripensare alle nostre priorità soprattutto quando pensiamo al concetto di difesa.
Oggi è amplificato quello che è vero anche in tempi ordinari. Difesa è difesa della salute prima di tutto, difesa del territorio, è prevenzione in caso di calamità naturali, è difesa delle libertà, difesa del lavoro e dei diritti umani.
Ora ho letto alcuni dati che possono aiutare a riflettere in vista di un’inversione di tendenza (parola laica per dire conversione)
Negli ultimi anni la spesa sanitaria ha subito una contrazione da oltre il 7% a circa il 6,5 previsto dal 2020. Sono stati tagliati oltre 43.000 posti di lavoro e in dieci anni c’è stato un definanziamento complessivo di 37 miliardi.
Invece negli ultimi 15 anni le spese militari sono passate dall’1, 25 % all’1,40% del PIL. 26 miliardi è la spesa prevista per il 2020 di cui 6 miliardi per l’acquisto di nuovi armamenti (cacciabombardieri, navi, elicotteri, aerei, sottomarini).
La proposta quindi è quella di considerare seriamente il trasferimento dalle spese militari di fondi per rafforzare la sanità, la ricerca e gli investimenti per un’economia sostenibile.
E lavorare davvero e intelligentemente per una riconversione produttiva delle industrie belliche verso il settore civile equivarrebbe a mettere a frutto competenze di tecnici altamente qualificati per migliorare la qualità della vita.
 Cito la conclusione del comunicato di Rete per la pace e Rete per il disarmo:
“Già subito dopo la seconda guerra mondiale il nascente movimento pacifista chiedeva "Ospedali e scuole, non cannoni", come ricordava Aldo Capitini alla prima Marcia italiana per la pace e la fratellanza tra i popoli. Dopo 60 anni ci accorgiamo che quel semplice slogan non era un sogno utopistico generico, ma una realistica necessità politica: oggi ci troviamo con ospedali insufficienti e scuole chiuse (per mancanza di fondi per ristrutturarle), mentre spendiamo troppo per le armi.
Una conversione della difesa dal militare al civile è quello di cui abbiamo tutti bisogno.