Questo sito web utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione.

Crisi di fede e uso della Bibbia: come cresce l’aragosta?

aragostaCome cresce l’aragosta?
L’aragosta è un mollusco con una scorza dura e un cuore tenero.
Quando cresce la rigida gabbia che normalmente la protegge dai predatori, diviene un involucro in cui sta sempre più stretta. Forse è proprio per superare questo disagio che essa entra in una tana,  rompe il suo guscio da dentro e resta rintanata finché non cresca un nuova struttura che si fa via via più dura e che la protegge nella nuova fase della sua vita. Questo processo avviene numerose volte nella sua vita e pare essere il segreto della sua longevità.

Come cresciamo nella nostra fede cristiana, in particolare noi protestanti?
Non c’è dubbio che la nostra corazza è la Parola di Dio, contenuta nella Bibbia, Scritture Ebraiche e Nuovo Testamento. Impariamo delle storie fin dalla più tenera età. Il DNA è dato dallo sconfinato amore che Dio ha manifestato per noi in Cristo. Ci nutriamo di storie e di racconti. Poi, inevitabilmente, viene  il tempo della crisi della fede. Cominciamo a vivere un certo disagio. Talvolta temiamo che questo sia il principio della fine. E certe volte può essere anche così.
Per chi la verginità di Maria non è divenuta, magari negli anni del liceo, o anche prima, una storia che anziché parlare di grazia crea un certo disagio? Per non parlare, ad esempio, della creazione come è raccontata dalla Genesi.
Per i fondamentalisti la scorza è talmente dura che preferiscono rinunciare alla crescita per amore dei testi, così come sono. Allora diventano più rigidi con se stessi e poi anche con gli altri. Talvolta possono perfino diventare crudeli, Bibbia alla mano.
Altri accettano la sfida della “muta”. Chi legge spesso la Bibbia, sa che le storie sono tante e che la Bibbia in realtà è una biblioteca con scritti di varie epoche e di letteratura diversa, prosa, poesia, canti. Allo stesso modo sa che uno stesso testo può aprire scenari interpretativi anche molto diversi, che ampliano, o talvolta perfino sostituiscono precedenti significati. E questo accade magari anche per effetto di una buona predicazione o di uno studio biblico mai ascoltato in precedenza.

Se accetti di vivere il disagio, se vivi la tua fede in una chiesa che non ti comunica ansia per la tua crisi di fede, ma ti sa accompagnare nella crisi, allora vedrai che alcune storie, fino a quel momento poco significanti, diverranno profondamente vere, anche esistenzialmente. Stai cambiando! Si cresce nella fede solo a prezzo di un cambiamento. Ma, niente paura, non stai diventando qualche altra cosa. Eri aragosta, resti aragosta. Ma la tua fede ti aiuta a crescere e la Bibbia non è una gabbia rigida o una dura pietra buona solo per essere scagliata contro gli altri.
Impariamo a vivere col disagio. Se la mia confessione di fede, se il mio modo di leggere la Bibbia, se la mia maniera di rapportarmi alle questioni etiche, è rimasto uguale da troppo tempo, non devo concludere che questo sia necessariamente segno della mia fedeltà. Potrebbe essere il contrario. Potrebbe essere che non ho il coraggio di crescere nella fede e per questo mi sono irrigidito, intristito e anchilosato.
L’autorità della Scrittura è data dall’azione di Dio mediante lo Spirito Santo: “ogni Scrittura è ispirata”.  Noi, protestanti, pensiamo che lo Spirito sia dato a tutti e non solo ad una gerarchia ecclesiastica, unica autorizzata a dare la giusta interpretazione dei testi. Se l’amore di Cristo ci abita, possiamo farci carico della fatica del cambiamento, quando è necessario. Questa è la mia personale maniera di credere nella infallibilità della Scrittura. Essa, in questo senso, non tradisce mai. Ti offre sempre una nuova storia, con la quale fare un altro tratto di strada.   

Non è forse questo il segreto della longevità della fede?