Questo sito web utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione.

Rappresentazione della Crocefissione nell'arte europea

Rappresentazione della Crocifissione nell'Arte Europea dal XI al XX secolo: dalle icone bizantine al surrealismo.

Il nostro viaggio oggi prevede la visione insieme di alcuni quadri, opere artistiche che hanno segnato la storia dell'arte europea e ci aiuteranno a capire i cambiamenti avvenuti nella rappresentazione della crocifissione in chiave dei cambiamenti teologici intercorsi nella coscienza religiosa degli europei in questi secoli cruciali. Per guardare un quadro per capirlo come opera d'arte e interpretarlo dal punto di vista culturale, teologico o ideologico, dobbiamo prima imparare alcune cose essenziali. (esempio1 crocifissione di Antonio da Messina)La prima e più importante è capire quello che c'è prima del quadro: uno spazio vuoto bidimensionale, una tavola di legno, un muro da affrescare, una tela; questo vuoto si riempie con un disegno e con dei colori, per dare volume alle figure o al paesaggio, senso di profondità, movimento, occorre tenere conto delle leggi della prospettiva, della successione dei piani. Questa è la prima cosa che dobbiamo fare: immaginate la superficie vuota, immaginate le linee prospettiche tracciate dall'artista per collocare nello spazio vuoto le figure o elementi del quadro, le linee portanti, il centro, i punti di dispersione e di concentrazione dello sguardo (dove vuole condurre il nostro sguardo). Poi cominciate a riempire queste linee con le figure, notate come i diversi elementi si sommano per compiere il miracolo dell'opera d'arte che poi ci dice qualcosa della fede di chi ha dipinto quella crocifissione (esempio 2 la crocifissione di Pazzi). Quale teologia della croce ha prodotto questo dipinto?

Le Icone Bizantine e Russe:

Sono dipinte a tempera su tavola od ad affresco su muro, realizzata con smalti o a rilievo in avorio od altro materiale. Abitualmente però il termine icona viene riservato alle immagini dipinte su tavola. Tra le definizioni date delle icone, da quella poetica: "una finestra aperta sul Cielo" a quella metaforica: "un trattato di teologia a colori". La caratteristica è l'ieratismo, l'immobilità. (esempio 3). Notate la divisione dello spazio operata dalla croce in quattro parti, la parte superiore è il cielo e la parte inferiore la terra: notate il triangolo formato dai chiodi; la croce è scala verso il cielo; ogni elemento ha un significato teologico. Per un iconografo, non a caso chi produce una icona è un graphos, uno scrittore, variare un particolare può vuol dire cadere nell'eresia. Non si può cambiare nulla. Al centro c'è il corpo crocifisso (esempio 4 ), la carne trasfigurata del Cristo è il divino che è entrato nella terra per divinizzarci, è l'antidoto contro la morte. La croce è centrale e possiamo definirla proprio come la via dell'innalzamento dalla condizione umana (che è intrinsecamente peccatrice) alla condizione divina.

Rinascimento italiano:

Si impone in questo periodo una rappresentazione della croce che significa in realtà il trionfo della Chiesa, la croce rappresenta la capacità della chiesa di operare la salvezza degli esseri umani. (esempio 5 il Perugino) Colpisce immediatamente l'assenza di dramma nel quadro, è stata appena compiuta la crocifissione del Cristo ma non c'è pathos, sofferenza, ma una specie di serena rassegnazione. Notate i personaggi: Maria e Giovanni rappresentano la chiesa a cui Gesù affida l'umanità, ai due lati sono rappresentati Girolamo e la Maddalena in atteggiamento mistico e rassegnato, tutto è sotto controllo, adesso la chiesa si occuperà della nostra salvezza. Rispetto alle icone la disposizione del quadro è rivoluzionaria, non c'è sentimento ma introspezione. Sono gli sguardi dei personaggi a tracciare le linee prospettiche, mentre Maria non guarda il Figlio. (esempio 6 Mantegna) Notate ora alcune differenze fondamentali introdotte dal Mantegna in questo capolavoro. La croce è al centro e le croci girate dei due ladroni creano l'effetto del rilievo mentre la disposizione a piani (molto complesso) rende l'idea di profondità. Avvengono diverse scene all'interno del quadro: il gruppo delle donne disperate e in dolore reggono Maria (sono in fila se notate), Giovanni appare distaccato, mani unite e a distanza, vedete che sono a destra del crocifisso; a sinistra invece ci sono i soldati che si spartiscono le vesti di Gesù, il centurione e il legato, anche queste figure sono disposte in piani sovrapposti; vi è un primo piano che viene fuori dalla base del quadro, e in secondo piano sotto la croce il teschio che rappresenta il primo Adamo. (Esempio 7 Michelangelo) Qui il volume viene dato dai chiaroscuri, il crocifisso è solo, la croce non è visibile, sorprende la modernità dell'impostazione.

Rinascimento Nordeuropeo:

(Esempio 8 Grundewald) Notate questa opera di Grundewald, vero capolavoro del rinascimento nel Nordeuropa. L'immagine rappresentata è quella della sofferenza immane del Cristo e dei personaggi che l'attorniano, tranne Giovanni Battista che qui è figura simbolica. Vediamo prima il dettaglio della mano (esempio 9) e dei piedi (esempio 10), la sofferenza del Cristo è infinita, immane, sullo sfondo regna l'oscurità (il lutto di Dio), negli altri dettagli (esempio 11) la sofferenza sembra sovrastare e uccidere a sua volta Maria, guardate anche il volto di Giovanni sono maschere del dolore, soffrono in un modo violento e senza consolazione possibile. Giovanni Battista punta con il suo dito alla croce e sembra dire, ecco l'agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Non vi è dubbio che la croce ora è al centro, è un quadro che trasmette il tormento del Nord Europa, è avvisaglia della Riforma, è un quadro che rispecchia il tormento interiore di Lutero alla ricerca di un Dio di grazia che salvi il peccatore. La chiesa trionfante è scomparsa. (esempio 12 Cranach) Cranach sarà il grande rappresentante della pittura luterana, la croce è rappresentata come istanza teologica, anche in questo caso notiamo il cerchio formato dalle tre croci che imprime un movimento insolito al quadro. Non vi è nulla di ieratico, di impassibile, anzi i sentimenti forti che sono trasmessi dalla tela indicano la croce come speranza ultima dell'umanità.

Il Periodo classico:

Infine ci avviciniamo al mondo moderno con le due fedi ormai divise e in opposizione che tentano di dominare l'immaginazione europea. (Esempio 13 Il Tintoretto) Rappresenta come turchi gli assassini di Gesù, sullo sfondo si vede l'armata turca che minaccia l'Europa, la croce è propaganda ideologica, messaggio politico più che religioso. (Esempio 14 il trionfo della croce) Qui vediamo il trionfo barocco della chiesa sul mondo (protestanti e turchi), l'elevazione della croce a oggetto di culto, Maria è ormai regina del cielo, il cielo è dominato dalla folla degli ecclesiastici, tutti i santi appaiono vestiti da cardinali, vescovi, pura propaganda. (Esempio 15) Se paragoniamo i quadri visti con questo di Rembrandt, protestante, la differenza è più che evidente. La figura di Cristo è in assoluta solitudine, è il Figlio di Dio (giovane dallo sguardo mistico) che urla Padre Padre, perché mi hai abbandonato? Nel dettaglio (Esempio 16) noteremo meglio questo urlo in agonia del crocifisso, ma la croce è scomparsa, non importa in quanto simbolo, quello che conta è colui che muore per salvarci.

Il Periodo moderno:

Vi faccio vedere in successione un Gaughin, un Picasso e due Dalì, per concludere con il Crocifisso sul mondo che a mio giudizio è il capolavoro religioso di questo pittore matto e geniale di Figueres, rappresentato in sospensione tra il cielo e la terra, visto dalla insolita prospettiva da Dio, cioè lo sguardo che guida il quadro è quello di Dio che vede il crocifisso dall'alto sospeso tra cielo e terra.