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I Ketubim: gli scritti poetici e sapienziali della bibbia ebraica

Introduzione: Visione di insieme:

I Ketubiim, gli Scritti, sono la terza parte dell'AT nella divisione fatta dagli ebrei palestinesi, secondo la loro concezione dell'ispirazione. Questi scritti non si troverebbero allo stesso livello della Torah, né dei nebiim. Il rapporto di vicinanza con Dio e con la dabar condiziona la visione ebraica dell'ispirazione, man mano che ci allontaniamo dagli eventi originari oggetto della rivelazione divina a Mosè, e che riguardano la divina creazione e l'esodo, si indebolisce gradualmente la percezione della attività divina e dunque il grado di autorevolezza degli scritti. Dopo l'esilio e il ritorno, ad un certo momento dopo Malachia si considererà finito il ministero profetico; subentrarono allora i saggi. Possiamo affermare che gli Scritti sono opera di un insieme collettivo di scribi, saggi e sacerdoti, che elaborarono dal V secoli in poi gli scritti che completarono il canone palestinese: Salmi, Giobbe, Proverbi, Daniele (per gli ebrei non appartiene ai profeti ma agli scritti); a questi si aggiunse l'opera del Cronista Esdra, Neemia e Cronache; e finalmente i megilloth (rotoli delle feste) appartenenti alle tradizioni tardo giudaiche: Qohelet, Cantico, Rut, Lamentazioni (l'attribuzione a Geremia è convenzionale) ed Esther. Prima di addentrarci nello studi dei singoli volumi, vedremo le caratteristiche della poesia e della sapienza ebraiche.

1. La letteratura poetica ebraica.

Almeno un terzo dell'intero Antico Testamento e alcune parti del Nuovo sono state scritte in forma poetica. Alcuni libri dell'AT sono stati scritti per intero in questa forma: Salmi, Proverbi, Cantico, Lamentazioni e alcune opere di profeti minori (Abdia, Michea, Naum, Abacuc e Sofonia); la maggior parte di altri libri: Giobbe, Isaia, Osea, Gioele e Amos, metà del libro di Geremia; parti importanti di altri libri: Genesi, Esodo, Numeri, Deuteronomio, Giudici, 1 e 2 Samuele, Ecclesiaste, Ezechiele, Daniele e Zaccaria. In Luca ci sono alcuni passi poetici importanti, la maggior parte dei logia (detti) di Gesù sono stati scritti in forma poetica (rispettando la regola del parallelismo dei termini), una buona parte di Apocalisse appartiene al genere poetico e in generale, frammenti poetici sono presenti nelle epistole anche se la forma poetica occupa un ruolo secondario nel Nuovo Testamento.

2. La letteratura sapienziale.

Chi erano i saggi d'Israele? Sappiamo che già in tempo di Ezechia c'era un'attività letteraria di raccolta di detti e proverbi (Pro 25 collezione di Agur e Lemuel); ai tempi di Gere¬mia (cfr. 18:18) i sapienti (hakam) occupano una posizione rico¬nosciuta accanto ai sacerdoti e i profeti, nella corte regale (cfr. Is 29:14 questo testo suggerisce che ci fosse una scuola di corte a Gerusalemme dove si insegnava la sapienza e ci si prepa¬rava per diventare funzionario pubblico, scriba, diplomatico, ecc.). Il compito specifico del hakam doveva essere quello di fungere da scriba, dato che questa funzione non era ormai eserci¬tata dai sacerdoti nel VII secolo a.C. Non c'è dubbio che scri¬vevano i loro detti, consigli, insegnamenti. Questi scritti furono raccolti in libri come Proverbi, Ecclesiaste, Salmi, Giobbe, ecc. Hanno dei punti di contatto con altri sapienti di nazioni viciniori (Egitto, Babilonia), ma hanno una propria specificità: il carattere religiosa della Sapienza che insegnano.