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Sì sì e no no nell’opera di Marcello Silvestri e non solo

Testi: Matteo 5, 33-37 e Salmo 12

Cominciamo dal Salmo.
Qui il punto non è semplicemente la gravità del dire  bugie.
Questo è evidente, sancito da un comandamento e non sarebbe meritevole di particolari ulteriori approfondimenti. Mentire o dichiarare il  falso, magari in un tribunale, può arrecare danni gravissimi e un cristiano non dovrebbe mai farlo.
 
La questione che pone il Salmo, secondo me, è un'altra, ben più profonda.
E' la menzogna come sistema. Non si tratta di una o cento bugie dette da una persona, ma si tratta di una intera società che fa del falso e dell'inganno il suo modo "strutturale di essere".
La doppiezza del cuore di cui parla il versetto due non è il difetto riprovevole di una persona ipocrita, ma l'habitus di una intera generazione o nazione. I giusti sono semplicemente spariti, osserva laconicamente il salmista.
 
Chi mente lo fa deliberatamente e lo sceglie come strategia del proprio successo e del proprio potere. I falsari di professione dicono "Per la nostra lingua siamo forti, le nostre labbra sono le nostre armi, chi sarà nostro Signore?" Chi potrà dominarci?"
La menzogna è così una trappola che chi sa usare la parola velenosa usa con destrezza per manipolare, per annientare l'avversario.
 
Geremia, riferendosi alla stessa questione dice in 9, 2-4 e 7, che  costoro, i mentitori di professione, tendono la loro lingua come fosse un arco e fanno scoccare le menzogne come frecce. Il falso profeta, chi è abituato a tramare nell'ombra, getta abilmente discredito sulla vita degli altri. E la società assomiglia, secondo le parole del Salmo, ad un'arena in cui tutti sono contro tutti e ciascuno alimenta il sospetto nei confronti dell'altro.
 
Se volgiamo lo sguardo al nostro mondo, da quello del salmista, le cose sembrano stare allo stesso modo. Una bugia, ber architettata, deve somigliare un po' alla verità, deve dire anche una piccola verità, può essere ben preparata e poi, ad arte, messa in rete.
Essa diviene sistemica, fino al punto di diventare "post-verità", per mezzo del contributo di tantissime persone. Questo contributo ha il nome di alcuni tasti del computer: è il tasto "condividi", è il tasto "inoltra". Milioni di persone, anche dopo che è arrivata, bene documentata, la smentita da parte dell'interessato o interessata, per leggerezza, per superficialità, magari per una semplice antipatia nei confronti della persona, fanno rimbalzare all'infinito quella menzogna, che col tempo diviene "verità". Una bugia a lungo reiterata, infatti diviene verità, nel pensiero comune.
 E in questo modo la reputazione di una persona o di una categoria di persone viene rovinata, o quanto meno segnata da un sospetto come fosse un marchio.
 
Paul Horner, è un americano, morto di recente, diventato famoso per le bufale virali sul web.
Alcuni dicono che sia riuscito a condizionare le votazioni del presidente degli Stati Uniti.
Tra le sue fake news più conosciute e diffuse quella che Obama era gay e musulmano radicale.
 
Ma anche l'Italia ha epigoni di livello, Gian Marco Centinaio, ad esempio, un deputato che, lui dice per soli fini goliardici ha diffuso notizie false sulla presidente della camera, soffiando ad arte sul fuoco dell'odio contro la casta dei politici.
 
Il Salmo ci fa presente che queste fake news  generano oppressione ulteriore a coloro che sono poveri e indigenti. "5 Per l' oppressione dei miseri, per il grido d' angoscia dei bisognosi, "ora mi ergerò", dice il SIGNORE, "e darò la salvezza a chi la brama".
 
Ma dice il Salmo, che Dio sorgerà, per mettere in salvo chi è destinatario del soffio del disprezzo, In che modo?
E a questo punto usa una metafora, che anche Geremia fa propria nel succitato testo: il crogiolo.
 
Dio dice il Salmo, mette le menzogne e le parole maligne abilmente intrecciate nel crogiuolo, in cui si mettevano i minerali a cui erano attaccate le scorie. L'alta temperatura genera una separazione dei diversi minerali perché diverso è il loro punto di fusione. In questo modo Dio paleserà la verità e rivelerà agli occhi di tutti chi sono coloro che usano la menzogna per inquinare, e distruggere la vita altrui.
Il fuoco, la potenza dello Spirito, l'onestà intellettuale e spirituale, diciamo noi, sono in grado di operare questa separazione. Ma non avviene spontaneamente. Ci vuole applicazione, ci vuole il "fuoco".
 
Rassegnarsi ad essere parte di questo sistema di menzogne è il massimo della abiezione, dice il Salmo. E' segno del decadimento di una intera società.
 
A queste parole fanno eco quelle di Gesù, che in questo passaggio del Sermone sul monte, si sofferma sulla verità, espressa con un "si" o con un "no". E' un imperativo non solo in favore di una testimonianza autentica, ma anche ad essere uomini e donne "di parola" e a mantenere quel che promettiamo. Il vostro parlare sia "si, si e no, no, perché il di più viene dal maligno".
Non è un attacco alle sfumature che pure esistono, nella vita su tante questioni che non si possono sempre risolvere con un "si" e con un "no". Ma è un attacco a chi stando nel mezzo, con i "se" e con i "ma", alimenta la selva oscura del sospetto e dell'inganno.
 
A questo punto volgiamo la nostra attenzione al modo in cui l'artista Marcello Silvestri ha declinato questo tema in questa sua opera...



Il Maestro Silvestri ha espresso con quest’opera la verità che c’è nella parola di Gesù e nella denuncia profetica contenuta nel salmo.
Lo ha fatto con i colori, le forme, le lettere e la loro disposizione nello spazio.
Spazio dunque alla condivisione delle impressioni…

Alcune osservazioni:
Colpisce la macchia scura al centro del quadro. E’ l’oscurità della comunicazione, quando il linguaggio è usato per nascondere, per sviare, per confondere  e non per rivelare.
Nella macchia scura io vedo anche sagome di persone. E’ la vita che si esprime nell’ombra. Alcune sagome sono in posa di sofferenza. Altre in posa di vita quotidiana.
Il quadro è muto per definizione, non c’è linguaggio parlato in un quadro ma esso parla lo stesso! Qui è presente lo scritto. Nel quadro c’è la chiarezza e luminosità del Sì, sì e No, no agli estremi e poi, guardando bene, si vede come verso il centro le lettere si storcono, si deformano, si capovolgono, si spezzano.
Lettere e sagome umane, adulti e bambini, sono come presi in un vortice di incomprensione, di mancanza di chiarezza, di frammentarietà.
Al centro, proprio al centro del quadro c’è forse la rappresentazione del crogiuolo, della fusione che separerà il vero dal falso, metterà in luce la verità e la distillerà dalla confusione della lingua adulatrice, del cuore doppio e della comunicazione ambigua.

Domenica scorsa abbiamo ricordato il momento in cui Lutero è stato invitato a ritrattare i suoi scritti davanti all’imperatore. Se avesse ritrattato avrebbe avuto salva la vita. Ma lui dopo averci ancora pensato di notte ha poi detto: “Qui io sto. La mia coscienza è prigioniera dalla parola di Dio, ed io non posso ne voglio revocare alcunché, vedendo che non è sicuro o giusto agire contro la coscienza. Dio mi aiuti”. Questo fu per lui un momento in cui si sentì chiamato a dire sì, sì e no, no, a dire cioè quello che riteneva giusto in coscienza anche a costo della vita”.  E anche qualcuno di noi domenica è salito su un podio e ha detto qualcosa per lui o per lei di irrinunciabile: Su questa verità baso la mia vita. Non posso e non voglio rinunciarvi anche se mi dovesse costare.

Dunque per sintetizzare qualcosa che i due testi biblici che abbiamo letto affermano e che questo quadro intende  esprimere a partire dalla sensibilità dell’artista, direi che viviamo in un tempo difficile, affollato di parole molte delle quali sono pronunciate per spargere una vernice di oscurità, per confondere e nascondere i propri traffici e i propri interessi.
Nei paesi dove c’è un regime dittatoriale questa propaganda è organizzata in maniera capillare.
La Germania hitleriana, ad esempio, aveva Goebbles che era il ministro della propaganda. In tale veste Goebbels assunse il controllo totale di ogni ramo dell'informazione e della vita culturale e sociale tedesca (stampa, cinema, teatro, radio, sport), ovunque applicando con rigore i principi della "morale nazista" e divenendo così il vero e proprio "dittatore della cultura" del Terzo Reich. Fu il principale artefice delle campagne di "arianizzazione" della cultura. La propaganda è distorcere la verità pervicacemente e condurre la gente a credere vero il falso e il falso vero. Il grande popolo tedesco si rese colpevole di crimini infiniti per aver creduto, per aver temuto, per aver confuso. La macchia scura si stese sulle coscienze confondendole.  Ma avvenne la stessa cosa in Italia con la promozione del culto della personalità del duce, con le bugie dette e ripetute senza sosta in radio, nelle scuole, ai raduni che presentavano ad esempio la realtà criminale della guerra d’Etiopia come un’impresa di civilizzazione  (Faccetta nera…), che promossero l’interventismo bellico, che avallarono la propaganda antiebraica consentendo le deportazioni.

Oggi la propaganda organizzata non è così unitaria ma esiste ancora, per ragioni elettorali ad opera di gruppi, partiti e movimenti e si trasforma in campagne denigratorie che creano il nemico, che alimentano l’odio razzista, l’islamofobia, l’omofobia, il bullismo, la violenza contro i più deboli. Altrimenti come si possono spiegare le aggressioni gratuite e anche i crimini efferati contro immigrati o senza fissa dimora di cui sono piene le cronache? Perché un ragazzo di 17 anni dovrebbe cercare di ammazzare un bengalese che non conosce, che ha mai visto prima? E’ la macchia scura al centro del quadro, è la confusione esterna che genera una confusione interna che pesca nei più inconfessabili e distruttivi istinti umani e li spinge ad agire.

Ascoltiamo dunque la parola del Signore Gesù e facciamola nostra. Quando è il momento diciamo poche parole, non abbiamo bisogno di nuvole di parole. Poche e chiare. Diciamo quello che consideriamo vero in coscienza e comportiamoci come gente di parola, che se promette mantiene, che dice la verità, gente di cui ci si può fidare.
Nelle nebbie della menzogna e della propaganda noi abbiamo una bussola. E’ Gesù Cristo. E abbiamo una speranza che è certezza della fede: quel cuore rosso del quadro, il crogiuolo. Non sappiamo come e non sappiamo quando ma la parola di Dio è chiara su questo. Dio svelerà ogni cosa! Non dobbiamo smettere di smascherare le bugie di sistema ma dire la verità ostinatamente perché crediamo in un Dio che è Verità, che alla fine la farà risplendere e annienterà ogni manipolazione, ogni oscura macchinazione, ogni menzogna.
Aspettiamo il tempo in cui il fuoco di Dio affinerà e porterà alla luce ciò che è prezioso che finalmente splenderà in tutta la sua bellezza. Fino a quel tempo che Dio ci guidi e che lo Spirito ci assista con quel dono prezioso che è il discernimento. E poi sia il nostro parlare Sì, Sì e No, No. Il di più viene dal maligno!