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La casa del vasaio

Del profeta Geremia si possiedono numerosi riferimenti biografici. I primi tre versetti che aprono il libro presentano: il luogo di nascita, Anatot, una cittadina a 6 Km da Gerusalemme; il tempo in cui visse e profetò, dal 627 al 587, ovvero dal tempo del re Giosia fino alla caduta di Gerusalemme; l'origine sacerdotale della sua famiglia.  Geremia si rivolge con coraggio ai responsabili del popolo: re, profeti, sacerdoti, denunciando le ingiustizie; attacca senza timore la ritualità idolatrica nel Tempio  di Gerusalemme, altari a Baal e alla dea Astarte convivevano con la fede che doveva essere monoteista e rivolta solo all’unico Signore. A differenza di altri profeti Geremia non si limita a denunciare il peccato, ma vuole scoprirne anche la causa. Per il profeta la causa risiede nella profondità del cuore di Israele, che solo Dio può cambiare. La conversione vera richiede la morte del cuore perverso e la rinascita del cuore fedele all'alleanza. Ecco la novità della profezia di Geremia che annuncia il dono di una Nuova Alleanza che Dio scriverà direttamente nel cuore, reso anch'esso nuovo da Dio: “io metterò la mia legge nell'intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo” . Geremia è stato definito "profeta sofferente", la sua vicenda è simile  a quella di Gesù. Sul piano storico, la missione di Geremia, come quella di Gesù fu un fallimento. Geremia andrà in esilio in Egitto, inascoltato dai suoi stessi concittadini, mentre Gesù muore sulla croce, ma realizzando nella sua risurrezione la parola che Dio rivolse a Geremia: "Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti" .