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PASQUA

Egli non è qui, perché è risuscitato…” Matteo 28:6.

Caro fratello/cara sorella, queste parole pronunciate dall’angelo al sorgere della mattina di Pasqua segnano l’alba di una vita nuova per ogni creatura.  
In Cristo, Dio non ci offre una banale pacca sulla spalla, un incoraggiamento di circostanza, piuttosto ci dà una scossa. Dal Golgota, un fulmine defibrilla il cuore dell’umanità intera scuotendo la terra ormai arresa alla signoria della morte.
La Pasqua non corrisponde a un atto di resa agli atti di sopraffazione dei potenti reggenti dell’impero e dei capi religiosi che nascondono i loro vili interessi dietro la maschera di una finta giustizia e una religiosità ancor più detestabile.
La resurrezione non è una fuga nell’irrazionale, piuttosto, essa offre spazio a mille domande che interrogano la coscienza di chiunque ascolti l’Evangelo, risvegliando gli spiriti avviliti e i corpi esanimi.
Le prime testimoni improbabili esposte a una verità tanto inaudita corsero subito a raccontare l’indicibile a tutti i discepoli! Tutti e tutte, attraversati da sentimenti di dubbio e stupore, videro trasformarsi la paura in meraviglia, il vuoto in speranza, e la confusione in certezza e coraggio.
L’Evangelo che riecheggia dalla tomba vuota ci dice che i prepotenti non terranno per sempre le redini della storia, destinata ad essere liberata da ogni violenza per iniziativa del Signore al quale apparteniamo.
Non rassegnatevi, non arrendetevi, non rinunciate a me, dice il Signore, perché io non ho rinunciato a voi.
Cogliamo quest’occasione affinché ogni persona e famiglia della nostra comunità ricerchi e condivida la pace donata dalla presenza del Risorto.
Ti aspettiamo per celebrare tutti e tutte insieme la Vittoria di Cristo nella nostra vita.
il Signore è vivente e, oggi come ieri, cammina ogni giorno insieme a noi.
Augurandoti una buona Pasqua t’incoraggiamo a vivere e annunciare la buona notizia del Principe della Pace.

Con sincero affetto
I Pastori

Antonella Scuderi
Ivano De Gasperis

Meditazione della settimana

Testo: Filippesi 2, 5-11

Cari fratelli e sorelle, oggi è la Domenica delle Palme una ricorrenza che nell'anno liturgico si sofferma sul momento in cui Gesù entra a Gerusalemme ed è accolto come un re. Ma ciò accade proprio pochi giorni prima che, da quelle stesse persone, verrà condannato a morte.
Questo testo è importante perché è una delle più antiche confessioni di fede della Chiesa primitiva. Si tratta di un vero e proprio inno, come quelli che abbiamo sull'innario. L’apostolo Paolo lo ripropone alla chiesa di Filippi proprio perché qui il culto dell'imperatore aveva una grande importanza, a lui si riconosceva il titolo d

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