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Ecco Egli viene come il fuoco del fonditore

Malachia 3
1 «Ecco, io vi mando il mio messaggero, che spianerà la via davanti a me
e subito il Signore, che voi cercate, l'Angelo del patto, che voi desiderate,
entrerà nel suo tempio. Ecco egli viene»,
dice il SIGNORE degli eserciti.
2 Chi potrà resistere nel giorno della sua venuta?
Chi potrà rimanere in piedi quando egli apparirà?
Egli infatti è come il fuoco del fonditore,
come la potassa dei lavatori di panni.
3 Egli si metterà seduto, come chi raffina e purifica l'argento, e purificherà i figli di Levi
e li raffinerà come si fa dell'oro e dell'argento;
ed essi offriranno al SIGNORE offerte giuste.

I Corinzi 3, 9-15
9 Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio.
10 Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho posto il fondamento; un altro vi costruisce sopra. Ma ciascuno badi a come vi costruisce
sopra; 11 poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù. 12 Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, 13 l'opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno. 14 Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa; 15 se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco.

Colui che voi “cercate”, colui che voi “desiderate”, viene!
Questo è il lieto annuncio per questo tempo di attesa del Natale. Una parola che sembra suggellare le Scritture ebraiche (Antico Testamento) per introdurre proprio i racconti
della venuta del Messia nella versione del Vangelo secondo Matteo.
Tuttavia le parole del profeta avranno generato stupore e qualche preoccupazione in chi le ricevette allora e in chi le riceve oggi.
Quando, infatti, questo Signore che voi cercate e desiderate, verrà, potrete resistergli?

Il profeta vuole insinuarci un dubbio. Non un dubbio su Dio, e sulla certezza della sua venuta, ma un dubbio su noi stessi. Saremo in grado di reggere questo avvento? Oppure la sua santità ci consumerà, perché in fondo anche noi siamo parte dei problemi del mondo, e perché anche noi siamo affetti da quel virus malefico che la Bibbia chiama peccato?

E' come se il profeta ci dicesse: “non pensate che il Signore verrà a fare le vostre vendette, o che venga a mettere le cose a posto come vorreste voi. Piuttosto quando Egli verrà potrebbero esserci sorprese anche per voi stessi. Siete veramente in grado di reggere questo appuntamento?”
“Chi potrà rimanere in piedi quando egli apparirà?

“Infatti, ecco la parola più temeraria, Egli è come il fuoco del fonditore”
L'immagine è ripresa da quella attività conosciuta fin dall'antichità del crogiolo di fuoco per raffinare i metalli per purificare l'oro e l'argento.
Prima che oro e argento brillino del loro splendore, il fuoco deve consumare ogni altra scoria.

L'immagine del fuoco associata alla venuta, alla manifestazione e alla presenza di Dio attraversa tutte le Scritture.
Ad esempio nel pruno ardente che arde e non si consuma, che Mosè scoprì come
qualcosa di attraente e pericoloso al tempo stesso. In esso si manifestava l'Iddio che lo chiamava ad una difficile missione di liberazione per il popolo d'Israele.

Oppure si ricordi l'episodio di Elia e dei 450 profeti di Baal. La resa dei conti ha luogo proprio con la venuta del Signore come un fuoco che brucia il sacrificio di Elia, e rivela
l'assoluta infondatezza del culto di Baal.

Ma è particolarmente efficace richiamare anche la storia di Sadrac, Mesac e Abed Nego, raccontata dal profeta Daniele.
I tre, in osservanza alla fede ebraica rifiutano di inginocchiarsi davanti alla statua dell'imperatore. E per questo vengono cacciati nella fornace di fuoco. Ma benché la temperatura del fuoco fosse al massimo, Nabucodonosor che li aveva fatti gettare nella fornace legati, osserva che in mezzo al fuoco, adesso sono in quattro, e il quarto assomiglia ad un figlio d'uomo. Il fuoco consuma solo il loro legami, ma essi escono salvi dalla fornace, senza neppure un capello bruciato dal fuoco.

Dio viene come un fuoco, ma egli viene a bruciare solo ciò che deve essere consumato: i lacci, l'ingiustizia e la prepotenza umana.
D'altra parte lo stesso apostolo Paolo, nel testo di 1 Corinzi 3, parla di un fuoco che consuma la paglia, il legno e tutto ciò che non è nobile, allo scopo di far risaltare l'oro e ciò che dal fuoco non è danneggiato, ma da questo viene purificato dalle scorie.

Il Messia viene. Ma non viene con le sdolcinatezze che noi vorremmo e che la finta liturgia del Natale impone su tutto. Il Signore viene come un fuoco che consuma, il fuoco del fonditore.

Dobbiamo dunque temere questa venuta?
Dobbiamo dunque rimandare la speranza dell'attesa, nel timore che abbiamo di esserne consumati noi stessi?
No! Ma non tutti devono stare tranquilli!

Il messaggio dell'Evangelo ci chiama, fondamentalmente ad avere amore per Dio e per il prossimo.
Quando l'amore per Dio è ostacolato dalla paglia, esso diventa idolatria. Ci si rivolge ad una creatura come fosse il creatore e ci si affida completamente ad esso.
Quando è l'amore per il prossimo ad essere inquinato dalla pula, allora il nostro amore non viene a rimuovere l'ingiustizia. Questo accade in certi amori malati.
Il fuoco di Dio viene a consumare la paglia.
Esso rivela in noi il volto di Dio e fa risplendere il volto dei credenti come il diamante
liberato dalle impurità.
L'avvento dichiara e manifesta l'amore di Dio che è una passione per la vita e per la giustizia che divora ciò che è inutile, che aggrava, che rende la nostra una esistenza paludata.

Quanto più siamo legati alle cose effimere di questo mondo, quanto più siamo saldi nella difesa dei nostri privilegi a discapito della giustizia, tanto più percepiremo la passione dell'amore di Dio come ira.
Ecco l'ira di Dio non è altro che il suo amore mal ricevuto dagli esseri umani. Chi non partecipa della speranza dall'affrancamento dai legami della malvagità, avrà solamente timore e non invocherà la venuta del Messia. Egli festeggerà il Natale delle
decorazioni effimere, ma non ne riconoscerà la sostanza.
Ma chi scruta il cielo di notte per trovarvi una luce, chi pascola al freddo un gregge per difenderlo dai lupi, sarà felicemente sorpreso. Il Signore viene come un fuoco che divora ciò che deve essere divorato e purifica ciò che è vero e prezioso: l'immagine di Dio in noi.

Vieni Signore col tuo fuoco. Fuoco d'amore. Vieni a liberarmi dai lacci degli oppressori e dai miei stessi legami al peccato, dalla mia ingiustizia, dalla mia mancanza di coraggio.

Vieni e manifesta anche nella mia vita l'argento e l'oro della tua grazia e della tua potenza.
Amen