Questo sito web utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione.

Camminare In Cristo

Desidero infatti che sappiate quale arduo combattimento sostengo per voi, per quelli di Laodicea e per tutti quelli che non mi hanno mai visto di persona,
 2 affinché siano consolati i loro cuori e, uniti mediante l' amore, siano dotati di tutta la ricchezza della piena intelligenza per conoscere a fondo il mistero di Dio, cioè Cristo,
 3 nel quale tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti.
 4 Dico questo affinché nessuno vi inganni con parole seducenti;
 5 perché, sebbene sia assente di persona, sono però con voi spiritualmente, e mi rallegro vedendo il vostro ordine e la fermezza della vostra fede in Cristo.
 6 Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù, il Signore, così camminate in lui;
 7 radicati, edificati in lui e rafforzati dalla fede, come vi è stata insegnata, abbondate nel ringraziamento.
 
"Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù, il Signore, così camminate con lui."
Mi pare che in questo versetto ci sia un po' il sunto di tutta la lettera.
L'atto primo è ricevere Cristo, convertirsi, lasciarsi vincere e con-vincere dal Vangelo.
Ma a questo segue un altro atto, quello del "camminare", del crescere. Lo potremmo chiamare il pellegrinaggio del Cristiano.
 
E' proprio su questa espressione che desidero soffermarmi e offrire alla comunità un suggerimento modesto, che io stesso ho imparato da altri, su come fare a "camminare".
 
Innanzitutto una osservazione sul testo. Non dice "camminare con Cristo", come sarebbe stato anche grammaticalmente più corretto. La preposizione greca non è SUN (con), ma EN (in).
 Notiamo che la preposizione "con" indicherebbe la compagnia con cui siamo esortati a fare il nostro cammino. Ma la preposizione "EN"  indica staticità, stare fermi. E' una preposizione che va benissimo per indicare la metafora della vite e dei tralci, ad esempio. Rimanere IN Cristo. Cioè rimanere "innestati" in Lui.
Qui, vi faccio notare che l'azione del camminare che indica dinamismo si combina (o dovremmo dire mal si combina) con la preposizione IN, che indica staticità. Insomma che dobbiamo fare? Stare o andare? Muoverci o star fermi?
 
Io e Anna siamo stati amici di un poeta, un vero poeta. A nostro avviso anche un grande poeta contemporaneo. Si chiamava Filippo Paradiso, del quale avete udito una poesia.
Filippo soffriva di distrofia muscolare, una malattia lenta ma inesorabile che lo ha portato ad una progressiva paralisi.
Una volta, quando già non camminava più ed aveva bisogno del respiratore artificiale, riuscimmo a farlo venire a pranzo a casa nostra.
Ricordo che durante il pranzo ci fu uno scambio di battute, e fu proprio lui che aveva un grande senso di amara ironia, che commentava, mostrandoci le sue scarpe, che un "effetto positivo" della sua malattia, era che aveva sempre le scarpe nuove. Quelle sue parole mi colpirono. Quelle scarpe erano nuove, ma Filippo aveva fatto molta strada! Da lì o poco Filippo sarebbe rimasto completamente paralizzato e allettato, ma egli continuò a fare tanta strada e tanto cammino e la sua poesia ne è testimonianza.
Ecco una illustrazione biografica per indicare questa tensione tra stare e camminare.
Molti corrono ma non vanno da nessuna parte. Altri stanno saldi e fanno un gran percorso.
Perciò siamo chiamati a camminare non tanto "con" Cristo, quanto "in" Cristo.
 
Ma come si fa? C'è un suggerimento che posiamo seguire o a cui possiamo ispirarci?
 
Una antica preghiera, si dice formulata da San Patrizio colui che evangelizzò l'Irlanda, dice, tra l'altro, così:
 
Cristo sopra di me;
Cristo sotto di me;
Cristo davanti a me;
Cristo dietro di me;
Cristo alla mia destra;
Cristo alla mia sinistra;
Cristo intorno a me;
Cristo in me.
 
Lasciate che io dica due parole per ciascun verso di questa preghiera-meditazione per indicare il camminare in Cristo. Non è l'unica maniera, ma è un suggerimento che ho trovato utile per me stesso e viene da Brian Zhand, un famoso predicatore americano
 
Cristo sopra di me.
Cristo è il Logos, secondo l'evangelista Giovanni. Egli era con Dio prima che qualunque cosa fosse creata. Cristo-Logos è l'interna ragione del mondo, la sua sapienza. Cristo sopra di me è la piena affermazione della divinità di Cristo: la pienezza della deità, dice Colossesi al capitolo 1.
Cristo è "Dio vero da Dio vero" per dirla col linguaggio del Credo. Ma se lo vogliamo dire  con un linguaggio più contemporaneo, direi che Dio in Cristo si è fatto un selfie. In Cristo si svela il volto di Dio.
Camminiamo "in Cristo" il quale è rivelazione di Dio. Colui che era alla destra di Dio nella creazione, sarà alla sua destra nella nuova creazione. Egli è l'alfa e l'omega, il principio e la fine.
Medita e cammina con questa fede.
 
Cristo sotto di me.
"La parola è stata fatta carne". Questa espressione ci invita a meditare la incarnazione.
Noi siamo fatti di polvere di stelle. L'Adam è stato tratto dalla Adamah. Ora Cristo fatto uomo, vero uomo, indica la sua appartenenza alla creazione, proprio come noi.
Cristo non è solamente vero Dio, ma anche vero uomo.
Ma "sotto"  è anche un forte richiamo al fatto che egli fu un "minimo". Non c'è povero rispetto al quale egli non sia più povero: Egli non aveva neppure un posto dove posare il capo. Essere "sotto" è un richiamo alla croce: "egli si fece obbediente fino alla morte e alla morte della croce". non c'è nessuno che sia stato più perseguitato, più vessato, più abbandonato, più tradito, più solo di lui.
Cristo "sotto" di me, indica non soltanto la sua vera umanità, ma anche l'umanità reietta, discriminata, dimenticata.
Non c'è occasione in cui io abbia subito qualche ingiustizia, qualche tradimento o qualche abbandono, che Cristo non possa comprendermi, per averne subite anche di peggiori.
Medita e cammina con questa fede!
 
Cristo davanti a me.
Quando Cristo è davanti a me, lo vedo e lo seguo. Egli è davanti a me quando faccio l'esperienza che ecco sta compiendo delle cose nella mia/nostra vita e queste cose sono meravigliose. Magari gli altri non lo vedono, ma io sì! Questa è una esperienza di grazia. Cristo davanti a me, quando spala la neve nel viale e mi consente di trovare la strada sepolta e di camminarvi seguendolo.
Sono certo che ognuno di noi potrebbe raccontare un episodio in cui l'abbiamo visto "davanti a noi" operare, agire e tutto ci era chiaro. Non dovevamo far altro che andargli appresso!
Medita e cammina con questa fede!
 
Cristo dietro di me.
Ma ci sono anche altre situazioni della vita, in cui non lo vediamo.
Ci siamo sentiti soli. Abbiamo gridato "C'è nessuno?".
Ci sono stati dei momenti, non facili, in cui sapevamo che Lui c'era, ma non ci era dato vederlo. Cristo dietro di noi sono i momenti in cui la vita, la storia contraddicono Cristo. Vincono i prepotenti, trionfa l'ingiustizia, domina il cinismo. E noi ci chiediamo: Dove sei?
Dobbiamo ricordarci che Cristo è anche dietro di noi. Egli ci guarda le spalle. Dobbiamo avere fiducia che "dietro" questa pagina decadente di storia che stiamo vivendo, non c'è il nulla e l'assurdo, ma Cristo continua a vegliare sul mondo. Non cadremo. E se dovesse accadere Egli è pronto a sorreggerci!
Medita e cammina con questa fede!
 
Cristo alla mia destra.
La destra, secondo la Bibbia, è il lato forte dell'esistenza.
Cristo alla mia destra, significa Cristo dal lato della mia forza.
Ognuno di noi ha delle cose in cui è forte.
Siamo forti in quelle cose per cui abbiamo un talento naturale. Alcuni sono di una intelligenza straordinaria, altri sono fisicamente forti, altri hanno un talento artistico,  musica,  pittura,  scultura,  poesia.
Qual è il tuo lato forte?
Cristo alla tua destra ha un significato pregnante: tu non ti vanti della tua forza, non ne fai un motivo per scrivere "Io" maiuscolo o per ripeterlo mille volte. Tu "cammini in Cristo" quando ti accorgi e riconosci che queste tue forze sono "doni" e che Cristo è alla sua origine. E allora le tue abilità diventano movente del tuo servizio e non della tua presunzione.
Cristo alla mia destra, nel lato forte del mio carattere e della mia personalità.
Medita e cammina con questa fede!
 
 
Cristo alla mia sinistra.
La sinistra è il lato debole. Nessuno, per quanto dotato e forte, è privo di un lato fragile. Siamo tutti talentuosi, ma siamo anche tutti "disabili". Ci sono delle cose in cui ci sentiamo fragili.
Qualcuno lo è nelle emozioni, qualcuno nella volontà, qualcuno nella capacità di applicarsi, qualcuno nel canto...
Ma queste fragilità talvolta possono anche essere morali: la pigrizia, ad esempio... e così via.
Cristo alla mia sinistra significa qualcosa importante del nostro pellegrinaggio, e cioè che talvolta Cristo riesce a fare con le nostre debolezze più di quanto non riesca a fare con le nostre forze.
L'apostolo Paolo aveva avuto modo di sperimentare questa realtà a proposito di una "scheggia nella carne", una malattia forse, da cui avrebbe preferito essere liberato. Ma il fatto che Cristo operi "malgrado" i suoi impedimenti lo porta a esclamare "Allora sono forte, quando sono debole!".
Cristo alla mia sinistra mi ricorda che il Signore può fare grandi cose con me, nonostante i  miei impedimenti e quando questo accade la nostra felicità è ancora più grande!
Medita e cammina con questa fede!
 
 
Cristo intorno a me.
Nella tradizione cristiana questo è il PANTOCRATORE.
Nell'arte pittorica, il Cristo che è in tutte le cose e mi avvolge è spesso rappresentato con una immagine benedicente, magari con un dipinto in oro, in un abside di una chiesa, come ad indicare il suo carattere avvolgente. Cristo nel microcosmo e Cristo nel macrocosmo, Cristo nelle piccole cose, come nelle grandi. Cristo intorno a me è il Cristo madre. E' l'esperienza fetale che facciamo di Cristo. Egli è il nostro mondo. Ci sentiamo abbracciati da Lui.
Medita e cammina con questa fede!
 
 
Cristo in me.
Questo non è solo l'ultimo punto della meditazione sul "camminare in Cristo", ma ne costituisce il suo apice.
Noi camminiamo IN Cristo, quando Cristo abita IN noi.
 
Leggiamo in Galati 4
 
   19 Figli miei, per i quali sono di nuovo in doglie, finché Cristo sia formato in voi.

Oppure l'espressione paolina sempre in Galati 2

 Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me!

"Cristo in me" è l'espressione più alta del nostro cammino di fede.

Quando Cristo è edificato in me, le persone riconoscono Cristo guardandomi. Non sono io che indico me stesso, ma Cristo che risplende nella mia vita.

Per evangelizzare non è più neanche necessario l'annuncio, perché Cristo traspare nel tuo agire e nel tuo parlare, nel tuo muoverti e nel tuo star fermo. Quando Cristo è intessuto in te, non sei più tu ad andare al mondo, ma il mondo che viene da te.

Ve lo dico con molta sincerità, questa esperienza non è da tutti. Anzi è rara. Ed essa è vera soltanto quando gli altri ce la certificano. Quando indichiamo noi stessi (come individui o come chiese) per indicare Cristo, siamo patetici, ridicoli, o dei bestemmiatori.

Ma per quanto rara questo accade e quando accade il cammino è "compiuto" e Cristo è veramente annunciato.

Camminare "in" Cristo dunque non è nient'altro che Cristo che "cammina in noi".
Medita e cammina con questa fede!
 
Cristo sopra di me;
Cristo sotto di me;
Cristo davanti a me;
Cristo dietro di me;
Cristo alla mia destra;
Cristo alla mia sinistra;
Cristo intorno a me;
Cristo in me.