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Turbamento e seduzione

Testo: Matteo 24, 1-14

Vorrei commentare questo stralcio del discorso apocalittico di Gesù, per mezzo del filo concettuale che unisce due parole: turbamento e seduzione. Ci sono momenti della storia umana in cui le persone, soprattutto le più semplici, sono turbate.
Il turbamento è uno stato, preminentemente emotivo, causato da un evento inatteso, che interviene a mutare una condizione di quiete precedente.

Cosa turba le persone?
Gesù fa degli esempi. Ma devono essere intesi solo come esemplificativi non esaustivi.
Un terremoto, un cataclisma, una guerra o i rumori di una guerra alle porte o che sta per scoppiare,  o una carestia con la crisi di approvvigionamento che ne consegue.
Ecco alcune della cose che generano grave turbamento.
 
Le persone quando sono turbate, sono scosse, disorientate, smarrite, impaurite... e, allora, cosa accade?
Allora, quasi sempre arriva un seduttore. Un uomo, una ideologia, un governante, che ha la capacità, mediante l'inganno, la propaganda,  di manipolare quel turbamento a proprio vantaggio.
Il turbamento degli eventi non è nulla rispetto a quello che sa farne il seduttore.
 "Molti saranno sedotti", dice Gesù.

La parola "seduzione", come sappiamo ha riferimenti alla conquista estetica, sentimentale e infine erotica. Etimologicamente "sedurre"  significa sia condurre fuori strada, e sia condurre a sé. Interessante etimologia: fuorviare allo scopo di sottomettere a se stessi.

Nello stesso testo che troviamo in Marco 13, viene usato lo stesso termine greco (PLANAO), che lì però si preferisce tradurre con "inganno". Il seduttore inganna, imbroglia. E Gesù osserva che riesce nello scopo con "molti". Chi è scosso ed ha paura, chi si trova in uno stato di turbamento, più facilmente può essere ingannato, fuorviato. E quale effetto ha questa "seduzione"?  La gente si odia a vicenda. E chi si sottrae a questa ubriacatura generale, il cristiano perseverante e spiritualmente avvertito,  viene stigmatizzato, etichettato, perseguitato.

Le parole che Bonhoeffer scrive nella sua "Etica" una opera che resterà incompiuta, perché egli verrà arrestato mentre quei fogli e quegli appunti sono ancora sulla sua scrivania, fanno riferimento al "tiranno spregiatore degli uomini".  E' chiaro e palese che egli si riferisca al Fürer.
E' straordinaria la descrizione del profilo di questo seduttore della nazione, al quale anche una buona parte della chiesa tedesca ha ceduto.
 
Egli seduce soprattutto mediante le parole, è "un ladro di parole". Egli trasforma i valori in disvalori e disvalori in valori. Cioè, approfittando del turbamento del popolo e delle sue abilità seduttive, cambia il male col bene.

Dice Bonhoeffer di lui: "la paura la chiama responsabilità, la bramosia ambizione, la dipendenza diventa solidarietà, la brutalità attitudine al comando".  In questo modo, egli cambia il negativo in qualcosa di virtuoso.

Ma non si accontenta di questo. Fa anche l'opposto: "Il piccolo numero delle persone rette viene insozzato. La loro fortezza è chiamata rivolta, la loro disciplina fariseismo, la loro autonomia arbitrio, la loro signorilità alterigia". E così getta discredito e disprezzo sulle virtù dei pochi che restano.

Ecco un esempio di seduzione, che viene da una pagina "apocalittica" della storia dell'umanità, in cui un discepolo di Gesù proprio in quanto fedele all'evangelo è stato condannato e ucciso.

Gesù dice queste cose non per dare delle indicazioni sulla data della fine del mondo. Questo è l'errore esegetico più comune di quei movimenti che hanno letto in questo modo questa pagine. E' un errore esegetico perché più avanti Gesù stesso lo spiega: v. 36 "quanto a quel giorno e a quell'ora nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo".
Il discorso non è pronunciato da Gesù per  alimentare speculazioni, ma per incoraggiare alla resistenza.
Tante volte nella storia, al culmine di un periodo di decadenza, economica, sociale, culturale, siamo stati posti davanti alla "fine di quel mondo". Ed ogni volta si sono inverate nuovamente le parole di Gesù. E solo chi è rimasto fedele le ha capite e riconosciute. Gli altri erano tutti sbronzi della ideologia del momento, sedotti, fuorviati.

Le parole di Gesù sono perciò un aiuto, un viatico, per i tempi difficili, per ciò che genera profondo turbamento.

Leggiamo questa pagina mentre ci avviciniamo al Natale. Quale può essere il nesso?
In che senso questa pericope può essere lettura di Avvento?

Nel racconto della nascita di Gesù in Luca, viene detto  dei pastori che di notte facevano la guardia al gregge. E all'improvviso un angelo si presentò sfolgorante di luce, ed essi furono presi da gran timore.
Anche qui c'è un turbamento delle quiete. La quiete della Pax Romana, sotto la sferza dell'imperatore.
E i pastori sono condotti, per mezzo di una parola dei Messaggeri, ad un luogo in cui, in una mangiatoia,  vedono un bambino profugo. In lui riconoscono, il Messia, il liberatore di Israele e del mondo intero.

Se proprio volete essere turbati, fatevi turbare dai piccoli segni che vengono da Dio. Se proprio volete aver paura, incominciate a temere Dio. Se proprio volete essere sedotti, lasciatevi sedurre dalla tenerezza di un bambino, di quel bambino!

Ecco il Natale: non la fine del mondo, ma il suo inizio; non la sua distruzione, ma il suo riscatto.