I battisti a Milano: le origini
Possiamo considerare Oscar Cocorda come il fondatore della comunità battista di Milano e suo primo pastore. Egli ci ha lasciato una traduzione del Nuovo Testamento e dei Salmi, era inoltre un ardente polemista come attestano i molti scritti sparsi in riviste ed opuscoli. Era molto noto in città sopratutto nell'ambiente dell'evangelismo libero. Si adoperò con passione per dare una base consistente alla nascente chiesa, con l'evangelizzazione pubblica e con i moltissimi contatti privati. Tuttavia il pastore Cocorda già nel 1876 fu richiamato dal Taylor per mettere ordine e pace nella comunità di Napoli e poi a Roma per un lavoro di più ampia responsabilità.
Nel 1875 a Milano fu destinato un giovane pastore: Enrico Paschetto. Egli era nato a Prarostino, nelle Valli Valdesi nel 1850. Fu allievo della Scuola Teologica in cui insegnava il Cocorda per due anni. Dopo la chiusura fu indirizzato a proseguire gli studi alla Scuola Teologica libera di Ginevra. Terminata la sua formazione tornò a Milano con il diploma di Ministro Evangelico. Fu per qualche tempo indeciso circa la scelta del campo della missione in cui lavorare. Si consultò con il suo ex-insegnante, Oscar Cocorda. Questi lo esortò a non seguire le sue personali simpatie, ma la sua coscenza alla luce delle sacre Scritture. Il Paschetto si allontanò quindi dalla Chiesa Libera per abbracciare il battismo. Egli stesso scrive che non poteva di coscienza:"aspergere od immergere i pargoletti" ed era "convinto dell'assoluta autonomia della Chiesa di Cristo".
Enrico Paschetto aveva una spiccata attitudine per le lingue semitiche ed infatti conosceva, oltre all'ebraiaco, l'aramaico, l'arabo, il caldeo e l'abissino. Avrebbe desiderato approfondire i suoi studi teologici in qualche importante università estera. Tuttavia il trasferimento del pastore Cocorda e la necessità di ministri in Italia, fecero sì che sacrificasse le sue personali aspirazioni per divenire pastore della giovane comunità di Milano (dal 1875 al 1881). Fu una cicostanza davvero fortunata per la chiesa battista di Milano. Sotto la sua guida essa crebbe in numero e in attività e fu trovata una sede più centrale. Nuovi battesimi di cattolici si susseguivano ogni anno e venne aperta la Scuola Domenicale per i bambini e dato avvio agli esercizi di canto sacro. Alla Scuola Domenicale erano mandati anche alcuni bambini cattolici dai loro genitori, fatto allora rarissimo in Milano. Coadiuvavano l'attività del pastore molti fratelli e sorelle, tra cui ci viene tramandato il nome di Angelo Barni. Egli, umile fabbro ferraio senza lettere, divenne infaticabile evangelizzatore e diacono, era un assiduo lettore e studioso della Bibbia e vera colonna portante della giovane comunità. L'attività di Paschetto a Milano si estese oltre al campo pastorale, infatti proprio in quel periodo fu chiamato ad insegnare ebraico all'Istituto Linguistico Internazionale. Il locale di culto si trovava in via del Pesce 39 (l'odierna via Paolo da Cannobio). Il quartiere allora era molto diverso: popolare, un po' malfamato e con stradine piccole e tortuose. La zona fu completamente sventrata e ricostruita negli anni '30 con l'intenzione di trasformarla in un quartiere direzionale, spostando la popolazione in zone più periferiche. Ma in quel periodo la nostra comunità aveva cambiato sede già molte volte.
Nel 1881 Enrico Paschetto viene inviato alla comunità di Roma e arriva a Milano il pastore Giuseppe Colombo. Egli rimase a Milano solo due anni. Veniva anche esso dalle fila della Chiesa Libera. Si era battezzato a Taranto ove fu anche evangelista, poi responsabile della comunità di Napoli, venne infine a Milano. Alla sua opera si deve l'organizzazione del consiglio di chiesa. Come già detto dopo due anni fu trasferito a Bologna. Giunse a Milano il pastore Nicola Pepengouth, gentiluomo di nascita ed educazione. Era figlio di un olandese, ufficiale della marina russa e di una donna polacca. Nacque ad Odessa il 15 giugno 1858, fu battezzato a Parigi nelle acque della Senna. Qui studiò pittura per poi passare agli studi classici e teologici in Svizzera. Seguì poi il padre a Napoli ove lo aiutò nell'opera di evangelizzazione. E' ricordato come un uomo squisito, aperto, generoso ed un po' eccentrico. La piccola comunità cresceva tra mille difficoltà, nel 1889 contava 33 membri ed una vivace Scuola Domenicale. Fu Nicola Papengouth che ebbe l'intuizione di iniziare un'opera di evangelizzazione in comune con le altre chiese evangeliche allora presenti in Milano (Valdese, Metodista, e Libera). Fu fondato così un "Circolo Cristiano Evangelico Milanese" ed una "Società di Mutuo Soccorso e Beneficienza degli Evangelici in Milano". Iniziarono a tenersi dei culti e delle riunioni in comune. Nel 1903 fu chiamato alla comunità battista di Napoli, ove tre anni più tardi morì.