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Storia dei battisti

Alla domanda - chi sono i Battisti - si è risposto in diversi modi in passato, e tuttora si danno delle risposte contrastanti. Da una parte si è detto che i Battisti sono uno sviluppo delle correnti anabattiste del XVI secolo. Dall'altra si è affermata l'idea dell'origine riformata e calvinista del battismo. Si discute ancora sulla natura e l'importanza dell'influenza anabat­tista o riformata nella costruzione dell'identità battista. Non c'è un pieno accordo sul come i movimenti di risveglio dei secoli XVIII e XIX abbiano mutato il battismo.


La Riforma in Inghilterra

Per rispondere alla questione delle origini dobbiamo fare riferimento ai primi stadi della riforma in Inghilterra. In nessun altro luogo le motivazioni politiche furono così importanti come in questo paese per l'inizio della riforma. La riforma portata a termine da Enrico VIII è stata definita come un cattolicesimo senza Papa. In realtà il sovrano diventò in Inghilterra il capo supremo della Chiesa. Il successore di Enrico, il figlio Edoardo VI, tentò di favorire una riforma di tipo luterano. Dopo la sua morte, la sorella Maria Tudor condusse la reazione cattolica. Furono annullate tutte le riforme introdotte dai precedenti sovrani, il paese ritornò alla fedeltà a Roma e venne restaurata l'inquisizione. Dopo la morte di Maria Tudor fu incoronata regina Elisabetta I, figlia di Enrico VIII e Anna Bolena. Con questa regina si giunse ad un assetto religioso che portò stabilità alla nazione. Elisabetta I, seguendo la politica di Enrico, cercò un assetto che partisse dallo stato medio in cui si trovava la maggioranza del paese. Infatti, la Chiesa Anglicana che ne sorse può essere considerata una via media fra il cattolicesimo di cui conserva molte delle strutture e cerimonie, e la teologia calvinista di cui prende le fondamenta teologiche. La sintesi è ben visibile nelle due basi costitutive dell'anglicanesimo: il Libro della Preghiera Comune conserva molte cerimonie e molte consuetudini del culto e delle forme esterne del cattolicesimo; i XXXIX Articoli, la confessione di fede anglicana, contiene tutti gli elementi della teologia classica calvinista ma non la sua ecclesiologia. La struttura ecclesiastica anglicana conserva la divisione in diocesi e l'episcopato. La sovrana diventa il gover­nante supremo della chiesa, mentre al Parlamento passano alcune attribuzioni sull'organizzazione e il governo della chiesa.

I Puritani Inglesi

L'assetto della Chiesa Anglicana, evidentemente, non lascia soddisfate le due minoranze. Molto presto sorse in Inghilterra quello che possiamo chiamare un partito protestante. A questo gruppo che osteggiava l'assetto religioso e che voleva "purificare" le pratiche e le dottrine della Chiesa Anglicana per allinearla alle chiese riformate del continente venne dato il nome di Puritani. Fra i puritani ci furono diverse tendenze. I più moderati voleva­no correggere soltanto alcune delle pratiche anglicane. Altri volevano una riforma più profonda della struttura ecclesiastica. Questo gruppo puritano diede origine in seguito alla chiesa presbiteriana inglese.  Infi­ne, verso la fine del regno di Elisabetta cominciò a sorgere un terzo gruppo di puritani più radicali. Essi cominciarono a chie­dersi se la Chiesa Anglicana era una vera chiesa cristiana, fondata secondo le Scritture. Fra questi puritani radicali si instaurò uno spirito di dissenso aperto nei riguardi dell'angli­canesimo. Una parte di questo dissenso radicale giunse ad un ulteriore stadio. Pensavano che la Chiesa Anglicana si era troppo deviata dal modello biblico per poter essere riformata e insegna­rono che i veri credenti dovevano uscire e "separarsi" da essa e costituire congregazioni separate. Per questo motivo li conoscia­mo come Separatisti. Altri, meno radicali, cominciarono a inse­gnare una sorta di Semi‑separatismo, senza abbandonare completa­mente le parrocchie anglicane cercavano di assicurare alle loro città dei predicatori "veri", e di organizzare colloqui di mini­stri secondo il modello calvinista. Infine se questo non era possibile si organizzavano in gruppi chiamati dalle autorità "conventicles", che periodicamente si incontravano per ascoltare la predicazione di ministri della loro tendenza.
Roberto Browne è considerato il fondatore della prima con­gregazione separatista. Il fatto avvenne nel 1580 a Norwich. La risposta delle autorità non si fece attendere. Browne fu arresta­to ma ottenne la libertà e con il suo gruppo emigrò in Olanda. Nel 1582 scrisse tre opuscoli che sono la base del primitivo separatismo inglese chiamato congregazionalista o indipendente perché pone al centro l'autonomia delle singole congregazioni.

La Repressione del Dissenso

I due movimenti dei separatisti e dei semi‑separatisti crebbero in parallelo a quelli dei puritani presbiteriani più moderati. Nel 1587 le autorità inglesi cominciarono a reprimere con più forza il dissenso religioso. Fu costituito il Tribunale dell'Alta Commissione, una specie di inquisizione anglicana. Furono inoltre vietati i raduni e le assemblee non autorizzati dai vescovi. Nel 1593 furono impiccati due separatisti a Londra per aver negato la supremazia della regina in questioni ecclesiasti­che. Il Parlamento approvò una legge contro le conventicole che avrebbe reso difficile la vita ai dissidenti radicali e moderati. Condannava al pagamento di multe o all'esilio tutti quelli che negavano la supremazia regale in materie religiose, che non frequentavano le messe anglicane o che partecipavano ai raduni illegali. La prima meta degli esiliati per motivi di coscienza fu l'Olanda. In seguito, le nuove colonie americane furono il luogo privilegiato delle migrazioni per motivi religio­si. Nell'immaginazione collettiva dei puritani costretti ad abbandonare il suolo natio, l'America diventò la nuova Cànaan, e loro il nuovo Israele oppresso in Egitto e liberato perché con­quistasse e possedesse la nuova terra promessa. Questo mito sarà in seguito molto importante perché è alla base della nascita degli Stati Uniti come nazione.


 

I Battisti Generali

Nel 1606 un giovane dissidente puritano chiamato John Smyth si associò a una congregazione separatista nella città di Gainsborough, nei Mi­dlands. Smyth era un laureato in teologia di Cambridge che era stato ordinato presbitero anglicano dal vescovo di Londra ed era stato predicatore nella città di Lincoln. Egli attraversò tutti gli stadi del dissenso puritano: moderato, presbiteriano e final­mente diventò un separatista e un congregazionalista convinto. Fu nominato ministro della congregazione di Gainsborough che viveva nella clandestinità. Alcuni dei membri di questa comunità erano John Robinson, William Brewster e William Bradford. Se ricordiamo che questi personaggi furono i principali dirigenti dei padri pellegrini che giunsero nella Nuova Inghil­terra alcuni anni più tardi sul Mayflower, ci accorgeremo dell'importanza di questo gruppo del quale Smyth era ministro. La congregazione crebbe consistentemente. Questo rendeva pericolose le loro adunanze. Decisero dunque di dividersi per motivi di sicurezza in due gruppi. Il primo gruppo era guidato da Richard Clifton e si incontrava a Scrooby Manor House. In seguito la direzione di questo gruppo passò a Robinson. Il secondo rimase a Gainsborough sotto la direzione di Smyth e di Thomas Helwys un avvocato formatosi al Gray's Inn di Londra. Nel luglio del 1607 la moglie di Helwys, Joan, fu arrestata e imprigionata nel ca­stello di York. I due gruppi emigrarono in Olanda per sfuggire all'arresto. Il gruppo di Robinson si stabilì a Leyden e da lì partirono alcuni anni più tardi una cinquantina di loro nel Mayflower, verso le coste della Nuova Inghilterra. Il gruppo di Smyth, una ottantina di persone provenienti dalle campagne dello Yorkshire, del Lincolnshire e del Nottinghamshire si stabilì in Amsterdam.
Alloggiarono e lavorarono nella vecchia East India Bakehou­se, una panetteria proprietà di un mercante mennonita chiamato Jan Hunter, vicino l'Amstel, nell'attuale quartiere Rembrandt. Guadagnavano da vivere facendo una specie di biscotto chiamato hardtack per le navi olandesi. L' Olanda era in quel tempo uno dei pochi luoghi in Europa dove esisteva una certa tolleranza reli­giosa. C'erano altre congregazioni di dissidenti inglesi simili a quella di Smyth. La più importante aveva come ministro Francis Johnson che era stato professore di Smyth a Cambridge. Negli scritti di John Smyth del 1607 e 1608 è percettibile un progres­sivo allontanamento dalle altre congregazioni separatiste inglesi in Olanda. Il tema centrale che occupa Smyth è la natura e la costituzione della chiesa secondo il modello del Nuovo Testamen­to. Smyth si spinse oltre nelle sue deduzioni. Egli partì dalle stesse presupposizioni del resto dei separati­sti. Cristo è il vero profeta, re e sacerdote della sua chiesa. Ci sono tre segni o note della chiesa che corrispondono al triplice ruolo del Cristo risorto: i sacramenti, la predicazione della parola e l'esercizio della disciplina. La ragione profonda della separazione dalla Chiesa Anglicana era che non esercitava il terzo ministero, quello della disciplina, e che dunque non rifiutava i sacramenti ai peccatori noti. Da questo veniva infe­rito che non era una vera chiesa e che i veri credenti dovevano separarsi da essa. La domanda che cominciò a tormentare Smyth fu su quale base dovevano essere costituite le nuove chiese. La risposta data dagli altri separatisti congregazionalisti era che la base sarebbe stata il patto. I primi motivi di controversia furono le forme del culto, Smyth sosteneva una specie di liturgia spon­tanea, e il ministero e governo della chiesa. Per Smyth e il battismo posteriore il ministero è unico con diverse funzioni esercitate dai ministri e dai laici indistintamente.
Verso la fine del 1608 o all'inizio del 1609 Smyth fece il passo definitivo. Egli comincia a dubitare del battesimo che ha ricevuto nella Chiesa Anglicana. La sua comunità fu sciolta e ricostituita sulla base del battesimo dei credenti che confessano la loro fede e i loro peccati. Il battesimo dei credenti sostituì il patto come la base di costituzione della chiesa. Era nata la prima chiesa battista. Dai documenti e dagli scritti in nostro possesso possiamo dedurre che il loro interesse non era il bat­tessimo in sè L'interesse principale consisteva nel trovare la base adeguata per costituire le nuove chiese separate secondo il modello del Nuovo Testamento. Perché essa sia genuina le persone che costituiscono la chiesa devono essere dei veri credenti. Per questo motivo solo i credenti sono i veri soggetti del battesimo. I problemi erano due. Tutte le chiese che loro conoscevano bat­tezzavano gli infanti. Soltanto i mennoniti battezzavano i cre­denti adulti. A chi potevano chiedere il battesimo? Se le prime erano tutte chiese false per loro, perché costituite sul falso fondamento del battesimo infantile, i secondi erano per tutti dei noti eretici. Smyth prese una decisione molto controversa: battezzò se stesso. Per questo motivo fu in poi conosciuto come il Se‑Baptist (colui che battezzò se stesso). Dopo battezzò il resto della sua congregazione. Questo passo suscitò scalpore e dure critiche. Smyth giunse qualche tempo dopo alla conclusione di essersi sbagliato. Rinunciò al suo autobattesimo e chiese alla comunità di ripudiare la loro azione. Alcuni seguirono Smyth e chiesero con lui ai mennoniti di entrare nella loro chiesa. Helwys e una parte della comunità, tra essi William Piggot, Thomas Seamer e John Murton rimasero fedeli alle decisioni prese. Fra il 1610 e il 1611 il gruppo di Smyth, il gruppo di Helwys e i mennoniti si scambiarono una serie di lettere e di confessioni di fede. In questo periodo maturò il senso di identità della prima chiesa battista. Loro si resero conto di due fatti. Il primo, non erano ormai dei separatisti congregazionalisti anche se conserva­vano molti degli elementi della loro ecclesiologia. Il secondo, non erano e non volevano diventare mennoniti. Il traguardo più rilevante che raggiun­sero e che rivela la piena maturità della riflessione del gruppo su se stesso e sul senso della loro identità è dato da due ele­menti che idi lì n poi saranno il biglietto da visita del battismo: da una parte giungono alla convinzione della necessaria separa­zione fra Chiesa e Stato; dall'altra cominciano ad affermare la libertà della coscienza individuale e che dunque non deve essere esercitata coercizione alcuna in materia religiosa. Nel 1611 Helwys e la sua chiesa decisero di ritornare in Inghilterra e affrontare i rischi della clandestinità. Si stabi­lirono a Spitalfields vicino Londra. Da questa chiesa sorse il primo gruppo di battisti conosciuti come "Generali" perché soste­nevano che la redenzione operata da Cristo era "generale", e che dunque, Cristo morì per tutti.

I Battisti Particolari

Dobbiamo aspettare una trentina d'anni per vedere sorgere, in maniera indipendente al primo gruppo di battisti, il secondo gruppo di battisti chiamati "Particolari" perché sostenevano che la redenzione operata da Cristo era "particolare", e che dunque, Cristo morì soltanto per gli eletti. I battisti generali aderiva­no alle modifiche introdotte al calvinismo dal teologo olandese Arminio. I battisti particolari invece erano dei calvinisti ortodossi in ciò che riguardava le dottrine della grazia e la redenzione. Nel 1616, un semi‑separatista chiamato Henry Jacob, fondò una comunità congregazionalista nel quartiere del Southwark a Londra. Erano membri di questa congregazione dei separatisti e dei semi‑separatisti. Anche se manteneva una linea congregaziona­lista non era ostile nei confronti della Chiesa Anglicana. L'evo­luzione di questa congregazione ci è nota grazie ad alcuni regi­stri che annotano le vicende più importanti fra il 1616 e il 1638. La chiesa è costituita sulla base di un patto, una confes­sione di fede e di peccato. Successero a Jacob nella conduzione della chiesa di Southwark prima John Lathrop e poi Henry Jessey. La composizione mista di questo gruppo provocò una serie di problemi e di divisioni. Nel 1630, un gruppo diretto da un Mr. Dupper si staccò dalla chiesa per una controversia attorno  al battesimo infantile, e creò una congregazione contraria al batte­simo infantile e a mantenere forme di comunione con la Chiesa Anglicana. Nella chiesa di Southwark proseguì il dibattito attor­no la validità del battesimo ricevuto dalla Chiesa Anglicana. Ci sono almeno due motivi per rifiutarlo da parte dei più radicali: o perché proviene da una chiesa statale e che perseguita la vera chiesa; o perché è stato amministrato a dei bambini incapaci di credere e di confessare i loro peccati. Nel 1633, un altro gruppo condotto da Samuel Eaton si staccò e formò un'altra congregazione a Londra. Sappiamo che Eaton e altri di quel gruppo ricevettero un secondo battesimo. Nel 1638 altre sei persone lasciarono la chiesa di Southwark e si unirono al gruppo di Eaton che allora era diretto da Spilsbury. Altri invece pensano che il gruppo di Spilsbury era un terzo gruppo diverso da quelli di Dupper e Eaton questo ultimo allora in prigione per il suo dissenso religioso. Nel 1637 era entrato in questa comunità, che già praticava il battesimo di credenti, William Kiffin, uno dei più importanti dirigenti futuri dei battisti particolari. Dunque, verso il 1638 c'erano due o tre congregazioni di separatisti calvinisti a Londra che praticavano il battesimo degli adulti.
I registri di queste chiese rivelano inoltre che verso il 1640 cominciarono a praticare il battesimo per immersione. Il recupero della pratica dell'immersione come modo del battesimo avvenne in due diverse maniere. Uno dei gruppi tentò di assicura­re una sorta di continuità storica dell'immersione attraverso la missione di Richard Blunt in Olanda presso i mennoniti. L'altro gruppo diretto da Spilsbury, semplicemente, adottò l'immersione sulla base dell'autorità che pensavano li dava la Bibbia. Sappia­mo che nel 1644 c'erano sette chiese di battisti particolari a Londra. Quell'anno stamparono una confessione di fede che è la base dottrinale del nuovo gruppo di battisti. Tra i firmatari ci sono quindici ministri, tra essi troviamo Kiffin, Spilsbury e Knollys. Oltre alla questione battesimale e ecclesiologica in questa confessione presentata al Parlamento di maggioranza pre­sbiteriana, si chiede per loro e per tutti la libertà di coscien­za in materia religiosa.
A differenza dei primitivi congregazionalisti, i primi battisti cercarono una forma di collegamento delle loro comunità. Volevano esprimere attraverso il collegamento la comunione fra le chiese, sviluppare forme di sostegno e di solidarietà per proteg­gere, in una epoca di persecuzione al dissenso religioso, le chiese più deboli. Le confessioni di fede sottoscritte insieme da più chiese e la nascita delle prime associazioni di chiese saran­no note distintive di entrambi i gruppi di battisti. Il collega­mento fra le chiese ha ancora oggi, un'importanza fondamentale. Non è un dato secondario ma ecclesiologico. Anche se ci sono diverse interpretazioni sul valore ecclesiologico dei collegamen­ti regionali, nazionali o internazionali delle chiese battiste.


 

In Inghilterra

Durante il secolo XVII i due gruppi di battisti inglesi crebbero ed elaborarono le loro strutture caratteristiche, la loro teologia e il loro pensiero. Dall'inizio entrambi i gruppi cercarono di trovare l'equilibrio fra l'autonomia delle chiese locali, il loro diritto e dovere di autogovernarsi, e la necessi­tà della collaborazione fra le chiese. La loro riflessione teologica produsse una serie di confes­sioni di fede. I battisti continuano tuttora a diffidare dai credi e dai dogmi. L'idea di una chiesa che confessa la sua fede in un tempo e in un luogo, senza fissare questa fede in formule dogmatiche univoche, ha dato un carattere dinamico alle chiese battiste. Ma ha provocato il paradosso della imprevedibilità. Fino il 1660 le piccole chiese battiste in Inghilterra crebbero favorite da Cromwell. Molti battisti entrarono nell'esercito di Cromwell durante la rivoluzione puritana. L'espansione dei battisti generali fu dovuta all'azione di predi­catori itineranti come Thomas Lambe e Samuel Oates. Fra il 1641 e il 1646 Lambe percorse il Norfolk, l'Essex, il Surrey, lo Hamps­hire, il Kent stabilendo piccoli gruppi di conversi che poi venivano stimolati a trasformarsi in chiese e associarsi fra di loro. Prima del 1650 si pensa che ci fossero almeno tre piccole associazioni di chiese dei battisti generali nell'East Midlands, nel Cambridgeshire e nel Kent. In esse si discutevano problemi dottrinali, disciplinari, economici, di come aiutare i piccoli gruppi e le persone che subivano danni dovuti alla repressione delle autorità locali o per incidenti vari. I battisti generali si incontrarono nel 1654 in un'assemblea nazionale. I particolari arrivarono più tardi a una strutturazione a livello nazionale, concretamente nel 1689. Dal 1650 in poi il loro sviluppo si concentrò nel Wales, nei chiamati Home Counties, in Irlanda,  nell'Ovest d'Inghilterra e nei Midlands. In tutti questi territo­ri sorsero delle associazioni di chiese. Dopo la restaurazione della monarchia e della Chiesa Anglicana come chiesa di stato nel 1660, cominciò un periodo di repressione contro tutti i dissiden­ti. Nel 1689 fu vinta la prima fase della lotta per la piena libertà religiosa in Inghilterra. L'Editto di Tolleranza voluto dai nuovi sovrani Maria Stewart e William d'Orange fu approvato dal Parlamento.
Il secolo XVIII vide nella sua prima metà, un lento e ineso­rabile declino dei battisti generali e particolari. Le cause furono diverse e sono ben note. Il primo problema fu la difficol­tà  nel rinnovare la dirigenza delle chiese. Scomparsi i grandi dirigenti del periodo iniziale non ci fu un ricambio adatto. Ai due gruppi mancò una adeguata direzione politica e teologica. La mancanza di una dogmatica definita fu a sua volta un problema e una minaccia costante. I battisti soffrirono serie perdite in favore del movimento dei quaccheri e di altri gruppi religiosi più radicali. Ma il problema maggiore fu la perdita di orienta­mento teologico. I battisti generali dovettero affrontare il problema della diffusione degli unitari fra loro. Essi negavano la divinità di Cristo e dello Spirito che immaginavano come una forza impersonale. Nel 1770, grazie all'azione di Dan Taylor il gruppo dei battisti generali evitò la sua scomparsa. Riordinò il movimento sulle basi delle primitive confessioni di fede e del movimento di risveglio. Ne risultò la New Connection dei battisti generali che nel 1891 si unì ai battisti particolari, i quali nel 1813 avevano fondato l'Unione Battista della Gran Bretagna.
Fra i battisti particolari la situazione fu più complessa. Essi caddero nell'estremo opposto e cominciarono a declinare a causa di diverse aspre controversie teologiche. La più importante riguardava la dottrina della predestinazione. Lentamente ma inesora­bilmente, ministri come John Gill imposero un rigido ipercalvini­smo. Se la salvezza e la dannazione degli esseri umani era stata decisa da Dio prima di creare l'umanità, non aveva senso la predicazione o l'evangelizzazione. La logica dell'ipercalvinismo gettò un vento gelido sulle chiese che alcuni hanno chiamato il bacio della morte. Come nel caso dei battisti generali furono i grandi risvegli del secolo XVIII a mutare la situazione. Questi risvegli cominciarono con l'opera dei fratelli John e Charles Wesley. Mutarono le tendenze dell'evoluzione di quasi tutte le chiese protestanti in Inghilterra. Se il risultato più evidente dei primi risvegli fu la nascita della Chiesa Metodista, essi raggiunsero le altre chiese e rinnovarono la teologia, la spiri­tualità e la vita dei tutte le chiese. I battisti generali e i particolari furono anche essi diretti beneficiari di questa nuova corrente calda all'interno delle chiese della riforma.
Robert Hall e Andrew Fuller furono fra quelli che riportaro­no equilibrio ai battisti particolari. Modificarono il rigido calvinismo di ministri come Gill e spinsero per il recupero di una predicazione più biblica diretta alle masse. Le caratteristi­che dei movimenti di risveglio sono ben note: si enfatizzava la conversione personale, una moralità rigida, una intensa vita spirituale, la dedizione al servizio verso gli ultimi e le vittime della rivoluzione industriale e dello schiavismo. Tali caratteristiche entrarono a formare parte della vita e del pen­siero dei battisti. Nel 1792 fu fondata la prima società missio­naria battista inglese, principalmente dovuto al lavoro di Wil­liam Carey. Egli fu il primo missionario battista inviato in India. In questo modo si iniziò il fertile periodo missionario che contribuì a espandere il movimento battista in tutto il mondo.
Il secolo XIX vide una crescita sostenuta dei battisti inglesi. Furono raggiunti alcuni traguardi. Nel 1813 fu fondata l'Unione Battista che raggruppava le chiese e i ministri dei battisti particolari. L'Unione diede ai battisti inglesi la prospettiva dell'unità della chiesa universale. Si raggiunse il traguardo della piena libertà religiosa per tutti i dissidenti della chiesa di stato. La crescita economica del paese, i nuovi metodi di lettura e analisi della Bibbia, gli sviluppi nelle scienze, la società inglese dell'impero vittoriano obbligarono le chiese in generale a ripensare alcuni dei loro insegnamenti e pratiche. Non mancarono le controversie teologiche. La più impor­tante fu fra quelli che propugnavano una maggiore apertura agli sviluppi nella società, e i più conservatori che tendevano a chiudersi alle istanze della modernità. A causa delle migrazioni di battisti inglesi cominciarono a sorgere delle chiese in Austra­lia, Nuova Zelanda, Sudafrica e Canadà. Nella Gran Bretagna il battismo non diventò mai una chiesa di massa. Non fece mai il salto da gruppo dissidente alternativo a tanti altri, alla condi­zione di chiesa di popolo nel senso di essere la chiesa della maggioranza della popolazione. Non ebbe per le masse delle città industriali l'attrattiva che aveva ad esempio il metodismo. L'unico luogo dove il battismo diventò la scelta maggioritaria di ampie parti della popolazione furono gli Stati Uniti di America. Ancora oggi otto battisti su dieci sono americani del nord. Su una popolazione complessiva  di circa cento milioni di battisti nel mondo quasi ottanta milioni.

Negli Stati Uniti

La prima congregazione identificabile come battista in America fu costituita nel 1639 in Rhode Island. I componenti di questa comunità erano inglesi e gallesi. Il loro dirigente più importante fu John Clark il fondatore della città di Newport. L'enfasi posta dai fondatori, tra i quali c'era nientemeno che Roger Williams, fu oltre alla necessità del battesimo applicato ai solo credenti, il principio di separazione fra chiesa e stato. Loro non volevano creare con la loro fondazione una chiesa gover­nata dallo stato, né una chiesa che governasse lo stato. La tendenza di questa e altre chiese successive della Rhode Island era arminiana e dunque generale. Il secondo luogo dove molto presto cominciarono a sorgere alcune comunità battiste fu la Pennsylvania. In questa colonia di fondazione quacchera vigeva come a Rhode Island la libertà religiosa. Queste comunità formate quasi esclusivamente da immigrati gallesi tendevano ad essere particolari. Nel 1707 alcune di queste chiese formarono l'Asso­ciazione di Philadelphia che fu la prima associazione di battisti in America.
Da Rhode Island alcuni battisti si recavano in viaggi mis­sionari a Plymouth e in Massachusetts. Le autorità puritane della Nuova Inghilterra usarono la repressione per evitare l'espansione dei battisti. Si diede dunque il paradosso che i puritani, giunti in America per sfuggire alla persecuzione in Inghilterra, dominanti in un altro territorio, usavano le stesse tecniche del Tribunale dell'Alta Commissione per frenare la pluralità religio­sa. Dal 1650 in poi il dibattito sulla legittimità di instaurare nel territorio delle colonie chiese statali, la necessaria liber­tà religiosa per tutti e la separazione chiesa stato diventò nodale in America. Alcuni immigranti appartenenti ai battisti generali fondarono alcune chiese nel Sud. Ma la diffusione del battismo in America fino il 1740 fu lenta e la repressione la rese difficile. Per i puritani i battisti, malgrado il loro scarso numero, erano una minaccia. L'ideologia dietro all'epopea della fondazione coloniale puritana in America enfatizzava l'idea che loro costituivano il nuovo popolo di Dio e  l'America la nuova Cànaan. Un gruppo che invece sottolineava il carattere volontari­stico dell'adesione religiosa, la separazione fra sfera religiosa e sociale e politica, la libertà di coscienza per tutti, era sentito come una minaccia. Inoltre, l'enfasi sul battesimo dei credenti spezzava, secondo i puritani,i legami fra la fede perso­nale, la guida della chiesa e la partecipazione in quanto popolo di Dio al governo della società. Importanti personaggi come Henry Dunster, presidente dell'università di Harvard, diventarono battisti. Altre persone di rilievo, come Roger Williams, contrari alla confusione fra la chiesa e lo stato, aiutarono i battisti in diversi modi.
Il primo effetto importante dei primi movimenti di risveglio in America nei battisti fu indiretto. Molti dei cristiani risve­gliati appartenenti a chiese di stato nelle colonie, congregazio­nalisti, presbiteriani, episcopali diventarono in seguito dei battisti. L'enfasi nella conversione come un'esperienza personale dell'individuo condusse molti a pensare che era più adeguato battezzare soltanto chi aveva esperimentato la conversione. Inoltre, molti degli evangelici risvegliati cominciarono a conte­stare il sistema delle chiese di stato, la schiavitù e la mancan­za di libertà religiosa. Questo sviluppo portò molti evangelici risvegliati nelle chiese battiste. Il cambiamento portato dal risveglio cominciò a esercitare un'influenza anche diretta e benefica fra le scarse chiese battiste disseminate  in diversi punti con una concentrazione massima in Rhode Island e Philadel­phia. In questo primo periodo di risveglio il dirigente più importante dei battisti fu Isaac Backus che fondò chiese battiste nel Massachussets e l'Associazione Warren di chiese battiste nel 1767. Durante la Rivoluzione delle colonie contro la metropoli guidò la lotta per la separazione definitiva fra chiesa e stato negli Stati Uniti.
Nella Nuova Inghilterra la crescita fu rapida. Se nel 1740 vi erano 25 chiese locali costituite, nel 1804 vi erano 312. Nel 1764 fu fondata la prima università battista nel Rhode Island aperta a tutti gli studenti di qualunque denominazione cristiana. Ma l'effetto più sorprendente e inatteso dei risvegli  avvenne per i battisti nelle colonie del Sud. Shubal Sterns un battista di Boston e suo cognato Daniel Marshall iniziarono nel 1750 un lavoro di evangelizzazione nelle due Caroline. Nel 1755 costitui­rono una chiesa a Sandy Creek nella Carolina del Nord. Soltanto tre anni più tardi si era costituita l'Associazione di chiese di Sandy Creek. La crescita e l'espansione fu sbalorditiva. Nelle Caroline e in Virginia si costituirono centinaia di chiese. Uno dei fattori che determinarono questa crescita fu la situazione di frontiera. Nelle zone selvagge strappate agli indiani con la forza delle armi, alle foreste o praterie, i ministri convenzio­nali delle altre chiese erano quasi assenti. Si affermò fra i battisti un ministero laico di predicatori e pastori che lavora­vano i campi durante la settimana e la domenica organizzavano chiese improvvisate all'aperto o nei granai. Parlavano il lin­guaggio delle masse e gli altri coloni poveri aderivano sponta­neamente a questo tipo di chiese informali.
Le grandi famiglie schiaviste e latifondiste del Sud osteg­giarono fin dall'inizio questi predicatori battisti della fron­tiera con violenze inaudite. Malgrado l'opposizione l'abilità di questi pionieri nel comunicare una fede reale a tutti, special­mente ai più poveri e agli schiavi delle piantagioni trasformò il battismo in relativamente poco tempo in un movimento di massa. Le statistiche del 1776 sono chiare, i battisti, che prima del 1740 erano una trascurabile minoranza, costituivano ormai il 16% della popolazione. Questa cifra salirà nel 1850 al 21% della popolazio­ne totale degli Stati Uniti.
Lo stesso fenomeno si ripeteva dal 1830 in poi nella espan­sione verso l'Ovest. I predicatori metodisti e battisti  partendo da Cane Ridge nel Kentucky, usando la tecnica dei raduni evange­lisitici in località dove confluivano i coloni sparpagliati in una regione durante diversi giorni, costituirono migliaia di chiese in poco tempo. La rapida crescita motivò l'avvicinamento fra i diversi tipi di battisti, quelli dell'Est, del Nord e del Sud. All'inizio la collaborazione si limitava a finanziare insie­me determinate imprese missionarie interne.
Una caratteristica dominante del battismo di frontiera fu il localismo. Le chiese sparpagliate e isolate in territori sconfi­nati, con grandi difficoltà di comunicazione fra loro, sviluppa­rono una sorta di intenso isolazionismo. Il principio dell'auto­nomia locale, al contrario di quanto era accaduto in Inghilterra nel XVII secolo, non era controbilanciato da strutture di connes­sione e collaborazione articolate, diventò una sorta di dogma solo secondo all'autorità della Bibbia. La necessità di ricondur­re l'autonomia della comunità locale dal piano giuridico a quello teologico, il suo ambito proprio, non è ancora sentita dalla maggioranza del battismo americano. La caratteristica più inte­ressante di questo nuovo battismo era lo zelo missionario. Già nel 1814, seguendo l'esempio dei battisti particolari inglesi fu organizzata la prima Convenzione dei battisti americani. L'unico proposito di essa era organizzare il lavoro missionario in altri campi negli Stati Uniti e all'estero. Nel 1832 fu fondata la Società Missionaria Americana che coordinava gli sforzi evangeli­stici delle chiese e delle associazioni nel Midwest.
E' curioso constatare che è stato lo sforzo missionario ad unire i battisti americani. Fu anche il disaccordo sulle missioni e sulla legittimità per i battisti di possedere degli schiavi quel che divise i battisti americani su una base geografica. I battisti del Sud si separarono da quelli del Nord perché accusa­vano questi ultimi di dirottare la maggior parte delle risorse economiche comuni al lavoro missionario nel Nord. Nel 1845 la maggioranza delle chiese battiste del Sud costituirono la Sout­hern Baptist Convention. Ancora oggi è questa la denominazione protestante più importante degli Stati Uniti. Ha dato un'identità ben definita ai battisti americani del Sud. Ha centralizzato alcune attività importanti comuni dei battisti. Ha inviato mis­sionari in tutto il mondo. Ha esercitato un'influenza diretta sulla vita e la politica americana negli ultimi 150 anni. I battisti del Nord crearono una struttura centrale simile nel 1905. L'effervescenza suscitata dai diversi risvegli nel mondo anglosassone suscitò una caratteristica che è ancora presente nei battisti. Se la prima fase della storia del battismo ha inserito il movimento nella corrente riformata calvinista, il risveglio ha caratterizzato lo spirito e la prassi. Il mutamento operato riguarda lo zelo evangelistico. L'essere una chiesa confessante, senza territorio definito, senza popolazione che  ne prosegua l'eredità e senza una dogmatica completa e chiusa ha inciso nell'animo battista l'urgenza di evangelizzare chiunque sia considerato non cristiano. Questa impronta molto più radicata nel tipo di battismo che rappresentano i battisti del Sud è poi passata alle chiese battiste sorte dall'opera di missionari americani e inglesi.